Incontro piuttosto intimo quanto a partecipazione. E’ quello che si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri al centro sociale “Insieme” di Castelnovo ne’ Monti. Organizzato dall’associazione “Impresa montagna” (“culla” da cui ha sostanzialmente preso vita la lista civica “Persone e montagna”, presente attualmente con due esponenti nel Consiglio comunale del capoluogo montano), ha visto la presenza del prof. Giorgio Campanini, già docente all’Università di Parma, e di Danilo Morini, già parlamentare. In platea, tra gli altri, anche l’assessore alla cultura Francesca Correggi e il giovane presidente di Istoreco Mirco Carrattieri.
“La partecipazione delle donne e dei giovani alla vita pubblica è ancora troppo ridotta”, ha affermato Campanini. “Democrazia e diritti umani non sono mai patrimonio acquisito una volta per tutte: in questo senso lo si può definire un regime a rischio”. “La ‘partecipazione’ attraverso la tv può supplire in qualche modo alla carenza che si registra in quella ‘personale’? Ho dei dubbi. La realtà virtuale – quella che si osserva appunto tramite le onde televisive – è solo apparenza; ma non sarebbe un grosso problema se l’impegno del telespettatore fosse attivo oltre questo mezzo”. Come a dire che invece esso (il problema) nasce quando la tv sostituisce il resto. Come ad esempio la lettura: “I lettori sono solo il 20%”, dice ancora Campanini.
“Per contrastare dunque l’attuale videocrazia bisogna tornare a recuperare un dialogo interpersonale che s’è un po’ smarrito. Tanto più se pensiamo che qualsiasi potere tende, per sua natura, ad assolutizzarsi, vale a dire ad occupare sempre più spazio”. “Se mancano, o vengono schiacciati, i contrappesi ecco fare appunto capolino – spiega lo studioso – i rischi per la tenuta complessiva del sistema”.
Ai tre poteri montesquieuiani (esecutivo, legislativo, giudiziario) s’è dunque aggiunto quello massmediatico. Campanini non la fa tanto lunga, ma è chiaro che quando uno dei poteri (come ad esempio attualmente in Italia quello esecutivo, che sta svuotando quello legislativo ed è costantemente all’attacco di quello giudiziario) tende ad invadere la sfera di competenza di altri il delicato equilibrio del sistema ne risente nel suo complesso.
“L’Italia ha sempre visto una dialettica tra governo e parlamento; che attualmente è invece piuttosto svilita. Basta vedere il ricorso massiccio come non mai al voto di fiducia". Il governo – che pure dispone di un’ampia maggioranza – dice cioè al parlamento: o voti la mia legge o si rischia di andare subito a nuove elezioni. Con ciò mettendo la museruola ad un organismo che già nel suo nome vede definito chiaramente quale sarebbe il suo ruolo: parlare, confrontarsi, anche scontrarsi. Ma non rimanere con le braccia conserte in attesa che il governo dica quando è ora di pigiare il pulsantino delle votazioni e stop.
“Caratteri della democrazia – aggiunge Campanini – sono il rispetto dei diritti umani (e il pensiero va immediatamente alla cronaca di questi giorni, con l’inopinata morte di Stefano Cucchi, ndr), lo sviluppo del tenore di vita dei cittadini e la garanzia di giustizia ed uguaglianza davanti alla legge”.