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Castelnovo ne’ Monti: un paese che può e deve essere migliore

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Castelnovo ne’ Monti ha bisogno di migliorarsi. Di rendersi più interessante e vivibile. Sia per chi lo visita che per chi lo abita. Su questo giornale in questi giorni è stato proposto il recupero dei reperti (una parte, almeno) di Campo Pianelli, importante sito archeologico situato alle falde della Pietra di Bismantova scoperto da don Gaetano Chierici nel 1865. Reperti che – in buona quantità, come ci informa una missiva di un nostro lettore – sono custoditi nei Musei civici di Reggio Emilia. Negli scantinati dei Musei civici.

Il capoluogo montano è tra i pochissimi centri confrontabili per dimensioni e ruolo della nostra Regione privo di un qualsivoglia museo. La creazione di un istituto sarebbe perciò auspicabile: in esso potrebbero trovare collocazione i segni della storia e delle caratteristiche locali. Non sarebbe anche questo un calzante sistema per rafforzare quella famosa identità di cui oggi tanto si parla?

Non solo Campo Pianelli. Castelnovo custodisce un patrimonio di campane unico, che costituisce una peculiarità assoluta a livello nazionale. Si parla da tempo (anni) di allestirne uno spazio fisso. Prima o poi qualcosa si farà? Intanto, ogni tot di tempo, giusto per uno sguardo di quel che potrebbe essere, all’esterno della chiesa parrocchiale della Pieve, nella pratina adiacente, qualche esemplare viene esposto per la buona volontà di qualcuno… Ma si tratta pur sempre solo di vivacità estemporanea.

Qualcosa ha poi cominciato a muoversi su monte Castello, il colle che sovrasta il centro storico del capoluogo, dopo decenni che se ne parla. Sfoltimento arboreo e scavi archeologici. Cosa si troverà? Lo vedremo. Ma se dovesse saltare fuori qualche oggetto interessante cosa ne faremo? Porteremo anche quello ai “Civici”? O l’attuale deficienza di una sede potrebbe essere davvero una difficoltà in grado di fermare una politica volonterosa che volesse veramente dotare il paese di occasioni d’attrazione, stabili, di un apprezzabile livello e richiamo, da migliorare e arricchire via via?

Ancora. Cosa si aspetta a fare di Castelnovo un paese più a misura di cittadino anche in ambito ambientale, un piatto che tuttora piange (a meno che non si voglia considerare “spazio verde” il giardinetto di piazza Peretti o anche, se vogliamo, la stessa pineta di monte Bagnolo, dato che gli anziani non sono spesso nelle condizioni di “rampare” per ripide salite)? Durante la scorsa legislatura era uscita l’interessante idea di un grande parco urbano nella zona dei Boschi, a valle di via Roma, quindi in un'area accessibilissima e comoda. Se n’è riparlato? A che punto siamo attualmente? Idea già seppellita dalla nuova Amministrazione?

Sarebbe bello vedere finalmente che ci si batte per migliorare (oltre alla sacrosanta viabilità, lo riteniamo ormai sottinteso, tanto ne abbiamo scritto) la vivibilità di un paese che già qualcuno, a suo tempo, identificava sempre più come cresciuto “a carciofo”, chiuso, senza molti spazi che lo facciano respirare e gustare sia a chi lo vive quotidianamente sia a chi lo viene a visitare. Ma si è ancora in tempo per fare qualcosa di buono. Soprattutto – è la condizione – se si riesce ad allungare lo collo avanti di una o due generazioni (come dovrebbe essere capacità propria del buon politico), allorquando i nostri figli e nipoti si ritroverebbero, ben avviati, strutture e spazi veramente qualificanti, coerenti con le varie certificazioni “Slow” e di sostenibilità e di sicuro appeal turistico.

* * *

Castelnovo, infine, potrebbe proporsi come apripista per una valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e documentale della nostra storia montanara. Pensiamo infatti a come sono state saccheggiate le millenarie pievi (capitelli di San Vitale che si trovano a New York)… O alla mostra nazionale su Matilde che ha visto scendere a valle (torneranno?) capitelli millenari come quello della Pieve di S. Vincenzo o l'acquasantiera di S. Vitale custodita a Valestra. Sempre con lo stesso andiamo: “Da voi non sarebbero sicuri”. Che dire, inoltre, della spada longobarda rinvenuta sul monte Valestra? Anche questa destinata a Reggio. In Appennino, è evidente, manca un posto dove in maniera innovativa (e sicura) si possa conservare il nostro patrimonio. Castelnovo potrebbe creare le sinergie per fermare questo saccheggio continuo. Magari in collaborazione col seminario di Marola, che su questo in passato ha già lavorato; ma anche col Parco nazionale, che di recente ha condiviso questa preoccupazione.

2 COMMENTS

  1. Bel Paese? Sì, ma non a casa mia
    Concordo pienamente con l’analisi. Purtroppo non c’è occasione per constatare come gli abitanti di Castelnovo non abbiano alcuna intenzione di migliorare il paese nel quale vivono. E sottolineo vivono. L’importante è qualunque iniziativa non costi nulla che si faccia a casa d’altri, che non comporti alcun impegno personale e, comunque, l’importante è BEN ALTRO. Per citare qualcuno più autorevole di me: “Non chiedetevi cosa il vostro Paese può fare per voi ma cosa potete fare voi per il vostro Paese”. L’Italia, che un tempo era conosciuta come il Bel Paese, inizia in casa propria.

    (Celeste Grisendi)


  2. Complimenti per il titolo dell’editoriale odierno, basta parlare di parcheggi e di macchine; giusto ricordarci che “fummo non fatti a viver come bruti ecc. ecc.”. Ricominciamo da qui e per un attimo lasciamo le giuste rivendicazioni sulla vita economica della montagna, NON SCORDIAMOCELO, AGRICOLTURA IN PRIMIS e via via tutte le altre. Pensiamo quindi come è possibile dare risalto alle cose che abbiamo. La più importante in assoluto, è a tutti noto, è la Pietra di Bismantova che alle falde ci ha rivelato civiltà millenarie e che nei secoli a venire ha richiamato intorno e sopra di sè popoli da ogni dove, dai Liguri ai Romani e via via fino ai giorni nostri. Insomma il sassolungo, come si diceva un tempo, aveva ed ha una forza di attrazione magica e qui sarebbe opportuno approfondire alcuni studi sugli occupanti che dai Romani al XIII/XIV sec. d.C. si sono alternati sulla “nostra” montagna. Posso assicurare che qualche reperto interessante ancora c’è a ricordarci quei secoli.
    Bismantova, IV canto del Purgatorio: @CVassi in San Leo discendesi in Noli / montasi su Bismantova / con esso i piè / ma qui convien ch’om voli#C, ecc. Unica e sola iniziativa, grande avvenimento, ma unico, ripeto, con il prof. Sermonti alla Pieve, stracolma di tanta gente venuta anche da Reggio Emilia, a declamare la Divina per ricordare il 7° centenario del viaggio che Dante, come messaggero di pace, compì nel lontano 1306 da Verona alla Lunigiana presso i Malaspina passando per Castelnovo ne’ Monti, passo del Cerreto, Fivizzano ed arrivare a Gragnola Castel dell’Aquila-Malaspina. Ricordo questa manifestazione per ringraziare ulteriormente la prof.ssa Clementina Santi, ideatrice e promotrice di quel grande avvenimento che i nostri amministratori e concittadini non seguirono “in massa”! Forse qualcuno non sa che a rappresentare la nostra comunità in quell’occasione oltre alla d.ssa Santi e alla d.ssa L. Livierato, comandata di servizio quale dipendente della Comunità Montana, c’eravamo in due, mia moglie, da me quasi obbligata, ed io. Sono ritornato su Bismatova e su Dante per ripetere ciò che nel lontano 2002 scrissi sollecitando le autorità locali ad invitare qualche personaggio, anche non notissimo, per declamare la Divina Commedia là dove ci interessa direttamente. Sollecitavo altresì di indire qualche concorso a premio collegandolo a Dante Alighieri e alla sua opera. Ho letto in questi giorni che il concittadino Chicco Salimbeni, noto attore e regista, si sta cimentando in teatro declamando la “DIVINA COMMEDIA”. Non serebbe il caso di invitarlo anche al Teatro Bismantova? Grazie.

    (Sergio T.)