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Assemblea Sadon di Vetto / “In montagna dobbiamo forse ripensare le dimensioni delle nostre aziende”

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Leonilde Montemerli, ha vissuto sulla “propria pelle” di sindaco di Carpineti le vicende che ora toccano Vetto. Si riferisce naturalmente alla Dual. “Nessun lavoratore del mio comune è coinvolto nella vicenda Sadon – dice – ma proprio per quanto già accaduto sappiamo bene cosa significa ciò che sta vivendo chi ci si trova dentro. Voglio portare un po’ di speranza: alla Dual intanto eravamo riusciti ad ottenere anche il secondo anno di cassa integrazione. Il tutto grazie al lavoro sinergico di varie forze istituzionali e sociali, senza guardare al colore della politica”. “Forse – ha soggiunto – bisognerà ripensare alle dimensioni delle aziende che si impiantano qui in Appennino. Perché quando una grossa azienda entra in crisi gli impatti sono davvero rovinosi. Meglio sarebbe forse avere tante ditte più ridotte”.

Prima di lei, che ha parlato quasi alla fine, erano stati diversi gli interventi. Vediamo di riassumerli brevemente.

In apertura Sara Garofani aveva detto: “Sentori che le cose per la Sadon non andavano per il verso giusto si erano manifestati già ad inizio anno. Dopo la chiusura estiva si era annunciata la riapertura per l’inizio di settembre, ma questo non è avvenuto. I dipendenti sono stati traditi dopo le speranze suscitate circa la ripresa del lavoro. Lo scorso 4 novembre in un incontro in Provincia si è stipulato l’accordo per la cassa integrazione con contestuale cessazione dell’attività della fabbrica. Il commissario liquidatore, Fisichella, ha dato conto di contatti con un paio di soggetti, forse in vista di un’affittanza aziendale. Ma per ora non è opportuna alcuna aspettativa, anche se ovviamente la speranza di un qualche sbocco positivo nonostante tutto c’è ci deve essere. Si dovrà comunque aspettare almeno qualche mese”. “Come ente pubblico andremo incontro ai lavoratori in tutti i modi che ci saranno possibili. ‘Raschiando il fondo del barile’ riusciremo a recuperare dai fondi pubblici diecimila euro, che impegneremo con un atto di giunta e che serviranno per sollevare almeno temporaneamente le famiglie dai tributi comunali”. “La Sadon, la ‘Fiat della val d’Enza’, col suo fallimento ha creato gravi problemi, che purtroppo si riverberano sull’indotto, sulle attività commerciali e artigianali locali”. “Vorremmo fare di più. Ci sentiamo impotenti”.

Pierluigi Saccardi, vicepresidente della nostra Provincia, ha riferito delle difficoltà che si rilevano a più ampio raggio dall’osservatorio: “Sono 27.000 i cassintegrati e 500 le aziende coinvolte nel reggiano: numeri davvero importanti, purtroppo. Non passa giorni che dai nostri uffici non ci arrivino notizie sconfortanti”. E ricorda la “lungimiranza” dell’aver istituito, nella scorsa legislatura, i “Tavoli Anteverto” che sono serviti a tenere monitorata la situazione sul fronte-lavoro, così che “oggi possiamo cercare di affrontare con maggiori strumenti conoscitivi questo periodo infelice”. “Ci siamo accordati con Enìa, ad esempio, perché alle famiglie in difficoltà vengano dilazionate e rateizzate le bollette”.

E’ quindi seguito l’intervento del sindacalisti Cgil Loredano Castagnetti, di cui abbiamo già riferito.

Il consigliere capogruppo in Provincia di Rifondazione Alberto Ferrigno ha detto di condividere quasi tutto ciò che ha detto Castagnetti: “Salvo che, a mio parere, non si deve cedere nulla dell’integrità della forza lavoro presente né del livello della retribuzione, che è già sotto le medie europee. Sono lontani gli anni settanta quando, al contrario, eravamo sopra la media”. “Faccio una proposta”, ha poi aggiunto. “Chiedo alla Provincia di vendere la quota azionaria detenuta nella società autostrada del Brennero: un 2,5% che, ai valori attuali di mercato, potrebbe fruttare una somma attorno ai 18 milioni di euro. Ecco, potremmo usare questa somma per intervenire in questa crisi, magari creando una società che si occupi di intervenire in quei casi critici – magari divenendo comproprietaria – in cui le banche potrebbero ‘espropriare’ delle loro case le famiglie che non riuscissero a far fronte ai debiti”. Lo slogan che lancia Ferrigno è in sintesi il seguente: “Nessuna casa e nessuna utenza tagliata”.

Renzino Fiori, capogruppo di minoranza nel Consiglio vettese, ha letto un documento in cui, oltre ad esprimere solidarietà alle persone colpite dalla crisi, si deplora, più in generale, la perdita costante di servizi nel comune.

Gian Luca Marconi, sindaco di Castelnovo ne’ Monti, racconta, in merito alla disponibilità di Enìa a venire incontro ai lavoratori per il pagamento delle bollette, che “proprio stamattina mi è capitato di fare presente questa possibilità ad una persona che mi ha interpellato”. “Gli interessati possono rivolgersi ai sindaci dei rispettivi comuni di residenza”.

Marco Costa, assessore a Busana per il Prc, sottolinea che “crisi come questa non vengono dal cielo ma sono l’effetto delle politiche che si fanno. Serve la massima unità e la massima ambizione nei lavoratori”.

L’esponente Udc Mario Poli, con un passato di sindacalista nella Cisl, come lui stesso ricorda, tiene subito a mettere in chiaro le differenze con le parole degli esponenti comunisti, che definisce “ideologiche”. “Mi ritrovo nella soluzione ‘industriale’ opportunamente indicata da Castagnetti. Dato che esiste un marchio appetibile bisogna fare di tutto per recuperare la situazione. Dobbiamo spingere la Provincia, date le sue competenze forti in materia di lavoro e formazione professionale. E propongo che quest’ultima crei un fondo speciale, magari chiedendo anche il contributo di tutti i comuni”.

L’assessore ramisetano Enrico Baisi ha annunciato che anche l’Amministrazione di cui fa parte farà quanto gli è possibile. Anche questo comune rivierasco è toccato direttamente dalla crisi Sadon: “Ma ricollocare tante persone qui da qui è un dramma; e soprattutto se si parla di lavoratrici. A meno di non emigrare, con tutto ciò che ne consegue in termini sociali”. Anche lui mostra adesione alle parole di Castagnetti.

Anna De Pietri, della rappresentanza sindacale unitaria della Sadon, è emozionata di fronte al pubblico presente e (anche per questo) telegrafica. Ma il suo messaggio giunge chiarissimo: “Abbiamo bisogno di tutti voi…”.

Segue Vito Castellari (consigliere provinciale Pdl e già primo cittadino di Vetto) ha assicurato “tutto il nostro impegno unitario, che deve essere teso al salvataggio della ceramica”. Aggiungendo: “E credo che ce la faremo”. “Impoverendo la montagna si impoverisce la provincia tutta”. Anche da lui apprezzamento per Castagnetti.

E’ seguito il compagno di partito Fabio Filippi, consigliere all’assemblea legislativa di Bologna, secondo il quale “qui non c’entrano i partiti. Anch’io approvo quanto detto da Castagnetti”. E ritira fuori un suo vecchio cavallo di battaglia, cioè la diga di Vetto, “che, in prospettiva, può far del bene al nostro territorio, dove del gran lavoro purtroppo non c’è e dove bisogna fare il possibile per salvaguardare quel che c’è. Ma non fermarsi qui e guardare avanti”. Esprime solidarietà e si dice d’accordo con Rifondazione (che, di per sé, è una piccola notizia!) sul tema-bollette.

Interviene anche Gianluca Rivi, anch’egli consigliere regionale, ma della sponda Pd. “Bene questa riunione”, ha esordito. “La Regione viene incontro alle necessità dei lavoratori che hanno perso il posto esentando, nell’ambito sanitario, dai ticket sulle visite specialistiche e farmaci di fascia C”. Rivi tocca anche testi più squisitamente politici, laddove asserisce “che il governo deve però fare di più, dato che è esso che tiene i cordoni della borsa”.

Il sindaco di Busana e presidente dell’Unione dei comuni del crinale Alessandro Govi, infine, è intervenuto per sottolineare che “quel che possono gli enti locale è solo una goccia di fronte ad una situazione tanto grave. Castagnetti ha detto ciò che si deve fare. Non resta che sperare che salti fuori l’imprenditore coi soldi; imprenditore che peraltro nessuno può costringere”. E annuncia un ulteriore – purtroppo piccolo per le troppo grandi necessità – stanziamento di una somma (5.000 euro).

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Al termine Sara Garofani ha posto in approvazione due ordini del giorno. Uno che esprime l’ovvia solidarietà alle famiglie colpite e annunciante la costituzione di una commissione consiliare col compito di occuparsi della vicenda (votata all’unanimità dai consiglieri vettesi) e un altro che esprime l’auspicio che possa proseguire il confronto tra le parti interessate per evitare (se ancora possibile) la perdita di tanti posti di lavoro (votato a maggioranza, con l’astensione “tecnica” della minoranza, motivata da Fiori con una dichiarazione: “Non conosciamo adeguatamente il contenuto del documento e pertanto non possiamo votarlo a scatola chiusa”).

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