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Reperti di Campo Pianelli / Anche il presidente Fausto Giovanelli è d’accordo sul recupero…

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"Mi sembra un ottima idea. Incontriamoci subito". Telegrafico ma estreamente significativo. Le parole sono di Fausto Giovanelli, presidente del nostro Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, e si riferiscono all'idea, lanciata su queste colonne web da parte di un lettore, Sergio, di chiedere ai Musei civici di Reggio Emilia di riportare (almeno una parte) i reperti scoperti in successivi scavi a partire da quelli del 1865 di don Gaetano Chierici, a Campo Pianelli, sito archeologico che si trova alle falde della Pietra di Bismantova, nel capoluogo montano, in uno spazio da reperire.

"In effetti - aggiunge Giovanelli - rientra nei compiti del Parco nazionale valorizzare le ricchezze storiche e archeologiche della Pietra e dintorni". Ci pare un fatto degno di rilievo e decisamente ci associamo. Sperando che qualche fatto segua. Nei tempi auspicati dallo stesso presidente: "Incontriamoci subito".

* * *

Intanto si fa nuovamente vivo il sig. Sergio, che ci fa sapere quanto segue: "Visto che la segnalazione da me fatta due/tre giorni fa sembra avere avuto favorevole riscontro, ritorno sull'argomento per segnalare che già in passato sollecitai a mezzo lettera l'allora sindaco sig.ra Pignedoli e l'assessore comunale alla cultura del tempo dott.ssa Santi. Non avendo avuto alcuna risposta allora ho riprovato tempo fa con l'attuale sindaco dott. Gianluca Marconi; nessun segnale mi è pervenuto. Ecco quindi perchè ho provato a sensibilizzare l'opinione pubblica tramite voi che gentilmente mi avete ospitato. Ora approfitto e vi allego la lettera che a suo tempo inviai all'attuale sindaco di Castelnovo ne' Monti. Ringrazio ed invio cordiali saluti".

Di seguito il testo della lettera.

Ritorno al mio pallino perché altre volte ho segnalato questo problema ma le orecchie sono state sempre quelle “da mercanti” e perciò niente risposte e niente si è fatto. Intendo parlare di Campo Pianelli (Pietra di Bismantova) e dei moltissimi reperti ora in parte giacenti presso i depositi dei Musei civici di Reggio Emilia tranne due o tre urne cinerarie in esposizione. Sono dell’idea che il Comune di Castelnovo ne’ Monti abbia il dovere istituzionale e soprattutto morale di predisporre un piccolo museo per custodire innanzitutto in loco questi preziosi reperti archeologici. Inoltre ritengo un sacrosanto diritto da parte dei cittadini del comune e di tutta la montagna riavere a disposizione i segni tangibili di questa antica civiltà che forse ci segnala le nostre radici e ci ricorda anche che molto probabilmente nostri antenati, lassù, alle falde della “nostra” grande Pietra di Bismantova, su questa magica “spianata”, hanno voluto lasciare, a noi posteri, un segno di civiltà per essere per sempre ricordati.
Mi rattrista moltissimo perciò pensare che i nostri passati amministratori, da noi incaricati a gestire la cosa pubblica, non abbiano provveduto dando ad altri le colpe della mancata soluzione del problema e che gli amministratori contemporanei (maggioranza e minoranza assenza completa) non si curino a sufficienza della cosa, pensando forse che l’affare reperti archeologici (certo non sono fotogenici) non interessi più di tanto o comunque che non sia fruttifero a fini elettorali. Sbagliano. Sono sicuro di riaprire una vecchia polemica ma alle volte è il modo più giusto per raggiungere uno scopo, perciò sia fatta “la polemica”.
Mi riferisco a quanto in passato veniva affermato dal comune di Castelnovo ne’ Monti: “I Musei civici di Reggio non intendono restituirci il materiale archeologico di Campo Pianelli”. Detta così sembrava proprio che quei “furboni” di Reggio ancora una volta ci volessero fregare; le cose non andarono proprio così. Spiegherò subito come effettivamente avvenne il diniego dai Musei reggiani ed in particolare dal suo illustre e studioso direttore generale del tempo dr. Ambrosetti. Il dottor Ambrosetti, da me ora interpellato, alla domanda specifica se era vero che lui aveva negato la restituzione dei reperti di Campo Pianelli al comune di Castelnovo ne’ Monti così mi rispose: ”Dissi all’allora sindaco che avrei restituito, molto volentieri, tutto ciò che riguardava Campo Pianelli ma che
conditio sine qua non era la predisposizione di ambienti idonei ad esporre al pubblico i reperti in oggetto per la loro fruizione e la loro sicurezza e non saperli infognati in uno scantinato e lì dimenticati". Continuava il direttore: "Sono in pensione da alcuni anni e ancora sto aspettando la risposta”.
Ergo, se la volontà degli attuali amministratori è quella di valorizzare Campo Pianelli e la cultura in genere, e su questo punto non ho dubbi, allora diamoci dentro! Forse questo è il momento di recuperare il tempo perduto e di dare finalmente una collocazione utile a quella parte di reperti archeologici bismantovini che ancora non hanno avuto una degna collocazione. Aggiungo una piccola provocazione dicendo anche che sarebbe opportuno che i privati cittadini in possesso di reperti protovillanoviani provenienti da Campo Pianelli dovrebbero essere “invitati” a darli in custodia all’ente pubblico per l’esposizione, mantenendone la proprietà.
Distinti saluti.

* * *

Per saperne di più

6 COMMENTS

  1. I reperti tornino in montagna
    Condivido le aspirazioni del sig. Sergio che ha sollecitato da molto tempo il ritorno dei reperti archeologici. Io, che mi interesso di antropologia da oltre quarant’anni, ne vidi alcuni imballati in una sacrestia della Pieve che stavano per essere trasferiti a Reggio. Al mio invito a lasciarli ed esporli in un museo della montagna pur stando in carico a Reggio, mi fu risposto che l’allora ministro della cultura Veltroni li voleva a Reggio. Invitai i presenti alla protesta, ma non se ne fece niente.

    (Bruno Tozzi, capogruppo Pdl della Comunità montana)


  2. A dire il vero qualcuno li aveva già portati in montagna. Mia moglie qualche anno fa, durante una mostra collaterale di antiquariato con il patrocinio del Comune di Castelnovo ne’ Monti, aveva richiesto e ottenuto il permesso dal museo di Reggio Emilia di poter esporre alcuni reperti (tra l’altro a spese della mostra). L’iniziativa non ebbe un gran successo e le autorità non dettero troppa importanza alla cosa. Si era discusso anche sull’ipotetica possibilità di riportarli a casa, ma, ripeto, non c’è stato troppo interesse, quando secondo me potrebbe essere una grande risorsa per la nostra montagna e un buon modo per far conoscere le nostre terre e la nostra storia.
    Rispondo al sig. Fiorini che ci sono zone individuate dove dovrebbero esserci ancora reperti, non credo che si sia scoperto neanche la metà di quello che ancora nasconde la nostra amata Pietra di Bismantova. Ma purtroppo non ci sono fondi per iniziare gli scavi.

    (Fabio Pinelli)

  3. Come supponevo
    Grazie Fabio, era quello che supponevo. Nelle nostre zone ci sono parecchie persone che si occupano di scavi, se qualcuno ci legge ci dia qualche consiglio. Potrebbe essere l’inizio di una attività interessante.
    Saluti.

    (Enzo F.)


  4. Sono felice dell’interesse riservato dall’ex senatore Giovanelli. Sono anni che continuo a ripetere che sarebbe importante per il nostro territorio aprire un museo con i reperti di Campo Pianelli, ma non solo. Bisognerebbe, a mio parere, riaprire i lavori di Campo Pianelli, rendento “visitabile” il sito dalle scolaresche, entrando nel circuito delle gite scolastiche a scopo culturale.
    E mi allargo ulteriormente: procedere con gli scavi di “monte Castello” a Castelnovo ed inserire la suddetta località nei percorsi storici matildici.
    Le tre cose (visita “GUIDATA” DA PERSONALE QUALIFICATO, a Castello, scavi del cimitero etrusco e museo reperti etruschi e protovillanoviani), legate strettamente insieme, potrebbero costituire un grosso richiamo turistico. Chiaramente, forzando la propaganda sul circuito scolastico, su internet e quant’altro, ma principalmente con PROFONDA CONVINZIONE DA PARTE DEI NOSTRI POLITICI.

    (Giandomenico Reverberi)

  5. Se siamo tutti d’accordo…
    …avanti tutta! Mi trovo perfettamente d’accordo con il commento di Giandomenico.
    Sarebbe, perciò, opportuno che i nostri politici montanari iniziassero a spingere VERAMENTE e IN COMUNE ACCORDO in questa direzione. Una volta tanto che la si pensa tutti allo stesso modo… almeno mi pare.
    Saluti.

    (Alessandro)