Vite buttate, vite perdute, vite sciupate, vite dipendenti! Ma vale così poco la vita? Non mi riconosco più nei giovani, nelle persone adulte, con le quali condividevo la battaglia per la vita. Le ombre sembrano prevalere sulle luci. La gente semplice, quella che lavora e basta, che sopporta il peso della vita di ogni giorno, che non ha tempo per informarsi, pare sempre più confusa, disorientata di fronte ai problemi dei giovani: disturbi alimentari più gravi delle dipendenze da droghe e da alcool e, per rendere ancor più difficile la vita di padri e madri di famiglia, le nuove dipendenze da internet, dalle nuove tecnologie, che segnano un gap tra genitori che “non sanno” e figli che “sanno”.
La povera gente è confusa dai mille messaggi spesso contraddittori, dai figli che alzano la voce, esigono, non riconoscono l’autorità né familiare né scolastica né civile. E’ così cambiata la vita? Davvero abbiamo smarrito tutti i punti di riferimento, se anche il crocefisso, la religione danno fastidio e vengono relegati in un angolo, come il pugile groggy, suonato e perdente nella sfida che più conta: quella della vita?
Il mondo appare diviso in due: da una parte i dottori, i professori, i soloni della comunicazione infettati dalle nuove “dottrine” del secolarismo, del nichilismo e del relativismo; dall’altra la povera gente che non ha studiato o studiato poco, non sa come rispondere ai propri figli: parlano linguaggi che non intendono e non hanno più tempo né voglia di imparare. In mezzo, i nostri giovani disorientati dai nuovi profeti che costruiscono illusioni, svuotano le religioni, le autorità familiari, religiose o civili, che smerciano per felicità cose e droghe, spezzando le catene della speranza, distruggendo orizzonti futuri. Di fronte alla solitudine, a risposte monche, cosa rimane ai giovani? Cosa non sta funzionando? Dati empirici ci dicono che c’è disaffezione nella scuola, nel lavoro, nel rapporto con le persone, che è il più grave dei disagi. Crescono pure gli abusi, puntualmente denunciati all’opinione pubblica, senza suggerire soluzioni serie che non sono le ronde, già ridimensionate, e neppure sistemi repressivi. Credo, personalmente, che la speranza più alta sia ancora Gesù Cristo ad offrirla. Lui può risolvere i nostri problemi: la nascita, il dolore, il male, la morte, Dio stesso. E’ un atto di fede per eccellenza che può chiarire molti misteri.