Home Economia “Premiare i furbi e penalizzare gli onesti”

“Premiare i furbi e penalizzare gli onesti”

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Riceviamo e pubblichiamo una nota della sen. Leana Pignedoli in merito all'approvazione, avvenuta ieri l'altro in Parlamento, "dell'articolo 18 del disegno di legge sulle disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari".

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Quanto accaduto ieri (l'altro, ndr) in aula (al Senato, ndr) rappresenta l'ennesia furberia del governo Berlusconi per premiare i pochi allevatori e penalizzare i tantissimi che, al contrario, hanno sempre rispettato le regole ed operato nella legalità. L'articolo approvato, infatti, prevede che le aziende che non superano il quantitativo prodotto nella campagna lattiera 2007/2008 non pagheranno il 100% di anticipo del prelievo di quanto hanno splafonato (fissato in 27,83 €/q.le latte), ma verseranno il 5% per la corrente campagna 2009/10 ed il 10% per le campagne successive.

L’agevolazione introdotta riguarda solo una categoria di produttori, cioè ancora una volta i grandi splafonatori, coloro che hanno superato il quantitativo di produzione loro assegnato. Saremmo d’accordo nelle motivazioni generali del provvedimento, che prevede un'agevolazione di pagamento delle multe dovute all'esubero di produzione, visto il momento drammatico della crisi del settore (in particolare proprio di quello del latte) e visto il latte disponibile sulla riserva nazionale, oltre che l’aumento di quote assegnate all’Italia; ma cosi come è impostata la norma, in modo ancora una volta iniquo, non siamo d'accordo, si agevolano i grandi splafonatori, rimasti tali dopo che è rimasto scoperto circa il 40 per cento della loro produzione, che con la presente misura vengono abilmente reinseriti nella compensazione, pagando solo il cinque o il dieci per cento del prelievo mensile. Una sorta di secondo tempo del provvedimento delle quote latte approvato da questa maggioranza e considerato, dalla commissione agricoltura Pd al senato, scandaloso e fortemente iniquo.

Appare inoltre tecnicamente difficile che si riesca a verificare mensilmente se un produttore abbia superato la propria quota di produzione e quindi mi chiedo anche come si recupererà il prelievo di chi non ha versato. Un provvedimento con il quale si perpetua, ancora una volta, la logica per cui viene premiato chi ha splafonato e non chi è sempre stato in regola e che, tra l'altro, oggi non può superare il limite fisiologico del 6%; il 6 per cento può essere considerato la produzione di un capo di bestiame.

(Leana Pignedoli)

1 COMMENT


  1. La Sen. Pignedoli è l’ennesima dimostrazione di incompetenza politica e, mi permetto, di incompetenza nel fare opposizione. L’agevolazione del versamento mensile del 5% vale per tutti i produttori fuori quota con piccole e grandi quantità, ma questa deve ritenersi una norma transitoria in corso di periodo (in contrasto col regolamento comunitario), soggetta al termine della campagna ai conteggi finali di restituzione del prelievo versato in eccesso. Questo articolo di legge è espressione della buona politica in quanto non ha senso far versare mensilmente il 100% dell’esubero fino alla concorrenza della produzione individuale del 2007/08, quando vi è la certezza di una certa restituzione al termine della campagna data l’esiguità produttiva rispetto alla quota nazionale. Lo scandalo messo in campo dalla maggioranza di governo e che l’opposizione non vede o fa finta di non vedere è un altro. Per l’annata lattiera 2009/10 si stima una produzione nazionale non superiore ai 105 milioni di quintali a fronte di una quota nazionale di quasi 111 milioni di quintali. Dunque nessun problema di multe. Invece con la legge 33/2009, osteggiata dall’opposizione in ogni parte meno in questa che citerò, all’articolo 8 bis comma 1 rif. 4 quater, si prevede che anche nel caso che la quota nazionale non sia superata il produttore paga la multa in ogni modo se supera del 6% la propria quota individuale o il riferimento della propria produzione 2007/08. Nel silenzio più assordante si compie l’ennesimo scempio alla nostra agricoltura. Prima gli allevatori italiani per 20 anni hanno pagato multe in quanto lo Stato italiano aveva poche quote in funzione di precise responsabilità politiche. Oggi quando di quote nazionali ne abbiamo da vendere, a qualsiasi maniera dobbiamo pagare sempre multe se superiamo individualmente il citato riferimento.

    (Paolo Golfrè Andreasi)