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Scompare Corrado Chiari, veterinario d’altri tempi

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CANOSSA (27 ottobre 2009) - Ci sono personaggi in Appennino che avrebbero la forza di imporsi. Ben oltre un semplice spot su una televisione, ma anche in un romanzo o in un racconto contemporaneo col gusto, però, di un tempo passato ma non troppo distante. Erano i primi anni Settanta e ti poteva capitare di incontrare un veterinario intento a raggiungere la miriade di allevamenti della montagna con un suo indomito maggiolone, incurante di neve e tornanti. Un’immagine ancora scolpita nella memoria di tanti montanari ex-bambini di allora. Si è spento, dopo una lunga malattia Corrado Chiari, noto veterinario della Val d’Enza e della montagna reggiana.

Era nato a Ciano di Canossa nel 1941, laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università degli Studi di Parma, agli inizi della carriera, dopo aver lavorato presso alcuni impianti di macellazione della Val d’Enza, era stato veterinario condotto nei comuni di Vetto e di Ramiseto, dove aveva a lungo vissuto.

In seguito era stato veterinario ufficiale della Usl di Castelnovo ne’ Monti fino al 1989, quando fu assegnato al Distretto Veterinario di Puianello della Ausl di Reggio Emilia, che ha diretto fino al 2005, anno del suo ritiro in pensione.

Personalità poliedrica ed eclettica, affiancava alla attività professionale una grande passione per la politica, la musica, l’elettronica, il giardinaggio, la fotografia e archeologia. In questo campo è da ricordare il suo contributo allo studio ed alla salvaguardia del sito archeologico di Luceria: a lui si deve infatti la fondazione della associazione culturale “Amici di Luceria”. L’attività politica lo aveva portato a ricoprire il ruolo di consigliere comunale a Ramiseto.

Colpito da infermità poco dopo il suo ritiro dalla attività professionale si è spento oggi all’ospedale di Montecchio, lasciando la moglie Nera, il figlio Gilberto, apprezzato dottore commercialista a Canossa, la nuora Federica e l’amatissima nipotina Camilla.

Lascia il suo ricordo ai colleghi che hanno condiviso con lui il lavoro, ma anche ai tanti amici che, parimenti, lo hanno stimato per le straordinarie doti umane e le capacità professionali.