C’è forte preoccupazione nella mozione finale approvata dall’Assemblea di Confcooperative sulla situazione economica reggiana e sulla tensione che ancora caratterizza i rapporti tra associazioni imprenditoriali, istituzioni ed enti di interesse pubblico.
Nel documento, approvato all’unanimità, i cooperatori di Confcooperative si dicono preoccupati soprattutto dei riflessi particolarmente pesanti della crisi “sulla tenuta della rete imprenditoriale e sull’occupazione, sull’aumento delle situazioni di povertà e di insicurezza”, rivolgendo al proposito un appello ai componenti i diversi tavoli anticrisi operanti nella nostra provincia affinchè siano elaborate “proposte praticabili, area per area e settore per settore, per sostenere le imprese, gli imprenditori e i lavoratori in maggiore difficoltà in una prospettiva che guardi all’emergenza ma anche e soprattutto alle possibilità di ripresa e ai cambiamenti che la crisi può suggerire su aree di attività, innovazione e cultura d’impresa”.
Una situazione e azioni che, secondo Confcooperative, impongono un cambio di marcia: l’assemblea ha infatti sottolineato che “è particolarmente grave, in uno scenario che mortifica le attese dei giovani e genera un diffuso disagio, il moltiplicarsi di situazioni di tensione e di aperto conflitto che connotano le relazioni tra associazioni imprenditoriali, la vita delle istituzioni e il confronto tra le forze politiche”.
Ed è proprio di fronte a questo clima che l’assemblea di Confcooperative “valuta come inaccettabile, ed elemento di grave pregiudizio rispetto agli interessi del territorio, delle imprese e delle persone, il prevalere – anche tra le associazioni d’impresa - di logiche di schieramento e di appartenenza nella lettura di fatti, eventi, valutazioni, opinioni e progetti che richiederebbero, al contrario, analisi più approfondite e non viziate da pregiudizi; al proposito sottolinea con particolare preoccupazione la crescita di logiche conflittuali in enti che, al contrario, hanno finalità che corrispondono a bisogni diffusi e comuni del territorio (Camera di Commercio, Fondazione Manodori, Istituzioni pubbliche)”.
Nella mozione si auspica dunque “la ripresa di un dialogo tra i diversi soggetti in campo (politici, istituzionali, sociali, associativi) che non sia orientata al reciproco discredito ma alla collaborazione e ad una competizione – laddove essa rappresenti elemento di ricchezza – basata sulla trasparenza e coerenza di comportamenti e non su meri obiettivi di prevaricazione e primato”.
Al proposito Confcooperative invita “le istituzioni, le forze politiche, le associazioni d’impresa e tutte le forze sociali a compiere ogni sforzo per ripristinare un clima nel quale siano privilegiati i contenuti del dialogo e delle proposte per rispondere alla crisi che investe il territorio, per innalzare le tutele a favore dei cittadini, per garantire corretta concorrenza tra le imprese”. Le imprese di Confcooperative, insieme all’associazione, si impegnano dal canto loro “a far sì che in questa direzione la cooperazione offra un contributo ed un esempio in linea con la sua tradizione ed il suo spirito mutualistico”; nel riaffermare infine, “la piena autonomia di Confcooperative in valutazioni e proposte che hanno ad unico riferimento la tutela e la promozione degli interessi delle imprese, dei cooperatori, di un territorio e di comunità all’interno delle quali la cooperazione intende rafforzare la sua competitività, la sua efficienza e la sua funzione sociale”, la centrale cooperativa conferma il proprio impegno “ad investire in quell’economia reale che è fatta di beni e servizi, di investimenti finalizzati alla produzione stabile di ricchezza e di lavoro, lontana da forme speculative e da spinte ad una finanziarizzazione che hanno fortemente indebolito anche il sistema imprenditoriale reggiano”.