Riceviamo e pubblichiamo.
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È opportuno riproporre ancora una volta i dati storici, già ampiamente noti e documentati, ma che ancora sembrano non essere stati assunti, da taluni, fra gli elementi costitutivi nella ricostruzione della strage di Cervarolo.
Rimettiamo, allora in ordine i fatti, tralasciando le opinioni:
1. La battaglia di Cerrè Sologno ha luogo mercoledì 15 marzo 1944. Essa si conclude con la vittoria della formazione partigiana reggiano-modenese, forte di circa 70 uomini, ma con il ferimento dei due comandanti Giuseppe Barbolini e Riccardo Cocconi “Miro”. Per il suo comportamento nello scontro a Didimo Ferrari verrà concessa la medaglia d’argento al valor militare.
2. La formazione partigiana, che è per oltre la metà formata da giovani appena giunti in montagna e disarmati, e che non dispone di basi logistiche e rifugi organizzati, si muove con grande difficoltà visto il manto nevoso, trasportando feriti e prigionieri verso Monteorsaro nel pomeriggio dello stesso 15 e vi giunge nella serata.
3. La formazione, il cui comando è stato assunto da Didimo Ferrari “Eros” (ma con l’assistenza di altri noti comandanti partigiani) si ferma a Monteorsaro giovedì 16, pernotta e riparte nella mattina del 17. All’alba a Monteorsaro sono fucilati 3 prigionieri tedeschi e 3 fascisti.
4. Da Monteorsaro i partigiani giungono a Cervarolo nella stessa giornata del 17 venerdì. Si accantonano in una casa del beneficio parrocchiale e ripartono, a gruppi, il 18 sabato verso il territorio modenese dove, a Rovolo, si sciolgono, occultando le armi, in attesa di una ripresa delle attività.
5. La 3° Compagnia della Divisione Hermann Goering (che compirà la strage) parte, su ordine del LXXV Corpo d’Armata, da Casalecchio di Reno, dove è dislocata, alle ore 13 di sabato 18 marzo, e giunge in serata a Villa Minozzo.
6. Nella stessa giornata del 18 altre unità della Div.Hermann Goering compiono, più a nord, le stragi di Monchio, Susano e Costringano (131 vittime).
7. Nel pomeriggio di domenica 19 a Gazzano, dove è giunto in mattinata, il comandante della 3a Compagnia cap.Hartwig predispone i piani di attacco su Civago-Cervarolo. I comandi tedeschi sono già al corrente che i partigiani non sono più in zona e che le “bande si sono disgregate”. Il cap.Hartwig viene avvicendato dal cap.Heimann che condurrà l’azione del 20 marzo. Si decide di colpire la popolazione di Cervarolo e Civago (non Monteorsaro), su informazione delle spie locali, per l’appoggio e il sostegno dato ai partigiani.
8. Il cap. Riemann che aveva condotto fino a quel punto, con reparti della Wehrmacht, l’azione di inseguimento ai partigiani in fuga, si rifiuta di partecipare all’azione del 20 e viene esonerato dall’azione.
9. Lunedì 20 marzo la 3° Compagnia della Div.HG, con l’appoggio di altre truppe tedesche, poliziotti della Feldgendarmerie e reparti della GNR reggiana, compie la strage di Cervarolo (24 morti).
10. Terminata l’azione, la 3° Compagnia della Div.HG torna a Gazzano e rientra a Casalecchio alle ore 22.
11. A commento finale dell’azione, il responsabile Von Loeben scriverà: “E’ auspicabile che il Comando della Milizia [GNR italiana] passi in mano tedesca, in quanto, come è stato ripetutamente accertato, sotto il comando italiano si mostra molto vile”.