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“Alcool e droga sono forse gli ostacoli più gravi sulle vie del crescere”

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Alcool e droga sono forse gli ostacoli più gravi sulle vie del crescere. Si è spesso impotenti di fronte a ragazzini e ragazzine che non vogliono sentire ragionamenti: non li mettono neppure in discussione, non danno peso all’adulto che considerano un ”rompi”, uno che vive fuori dal tempo, dai nuovi modelli di vita. Non è raro poi trovare l’adulto al quale non interessa più di tanto se il ragazzo si fa una canna o beve della birra, avendo alle spalle, lui per primo, povertà di interessi, voglia di divertirsi, rifiuto di educare, di dare delle norme, che lui non osserva.

“Io bevo per darmi una carica. Ho paura delle ragazze ma basta un quartino (non certo di vino!) o una vodka e mi sento un drago!” (S., anni 15); “Fuori non bevo, ma a casa, sì. Ho cominciato con un aperitivo, poi sono andato sul forte! Non da solo, non c’è divertimento, con i miei amici (A., anni 14); “A casa bevo solo acqua minerale ma quando esco con le mie compagne ci diamo sotto. No, non andiamo al bar, le feste ce le organizziamo in tavernetta! Il mio ragazzo ha detto che sta male vedere una ragazza ubriaca. Lui ha la mamma che beve, io no!” (R. anni 15); “Ci hanno fermate i vigili. Eravamo sul motorino in tre. Non era per quello! Avevamo buttato a terra una ragazzina per prenderle il cellulare! Ci ha detto che puzzavamo di alcool” (S., anni 15).

Alcuni adulti dicono di lasciarli al loro destino: “Quando avranno toccato il fondo, chiederanno aiuto!” ma il rischio per la loro salute è grave e non è detto che sia così facile, per loro, chiedere aiuto e, per l’adulto, tirarli fuori dall’alcool o da altre sostanze.

Altri, se la prendono con l’alcool, “droga di stato”, che si trova troppo facilmente al bar, in casa, nelle varie festicciole di compleanno. Lo Stato la smetta di fare i soldi sulla pelle della gente, intervenga “proibendo”. Lo sta già facendo con le nuove norme sulla strada, ritirando patenti, inasprendo le multe e le pene. Adesso, che si sono messe a bere anche le ragazze, non può rimanere inerte, passivo.

Altri, infine, propongono una terza via: educare con amore, creando un’intensa rete di relazioni familiari, amicali, di gruppo; favorendo interessi, che vincano la noia, aprano allo stupore di vivere: nella natura, nell’incontro con i poveri, nel servizio ai piccoli, nella bellezza dell’arte, del’immagine, del teatro, della musica… Potrebbe essere un primo passo per uscirne fuori! E’ un ritornare all’educare, che merita di essere esaminato da chi si sente responsabile del futuro dei giovani.