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Parco, prevenzione per scoraggiare i bracconieri

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In occasione dell’inizio della stagione venatoria, il Corpo Forestale dello Stato ha intensificato i servizi di vigilanza nel Parco nazionale Appennino tosco-emiliano, che mirano a scoraggiare e reprimere azioni di bracconaggio sulla fauna selvatica protetta.

Quanclhe giorno fa (lo scorso 26 settembre), il personale forestale della stazione di Corfino (Villa Collemandina, in provincia di Lucca) ha sorpreso quattro persone in località Comporniega, in Comune di Fivizzano, intente ad esercitare attività di caccia abusiva all’interno del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

Dopo aver posto sotto sequestro le armi e le munizioni detenute, la Forestale ha segnalto i quattro cacciatori all’Autorità giudiziaria, contestando l'attività venatoria illegale svolta all’interno dell'area protetta e l'introduzione abusiva di armi. Occorre infatti ricordare che nei parchi nazionali è vietata in generale l'introduzione di armi da caccia. Eventuali deroghe, comunque da autorizzare caso per caso a cura dell'Ente Parco, sono previste solo per le armi trasportate scariche ed in custodia.

Per la violazione riscontrata sono previste sanzioni penali rispettivamente dell'arresto fino a sei mesi e dell'ammenda da euro 465 a euro 1550 (L. 157/92) e dell'arresto fino a sei mesi o dell'ammenda da euro 103 a 12.911 (L. 6 dicembre 1991 n. 394). Ma la sanzione peggiore che rischiano i quattro cacciatori è forse quella di vedersi revocato per sempre il porto d’armi dalla competente Questura.