Milarepa fu il più grande mago, poeta e santo del Tibet. Io ho forte passione per quella cultura. Volevo dire nello spot “una cultura che sta scomparendo”, ma poi girando per i negozi non faccio altro che vedere la faccia del Dalai Lama e allora mi sono detto: “potrebbe offendere qualcuno”.
Comunque Milarepa è anche politico, si tratta di lanciare un messaggio facendo conoscere un popolo e non bombardando con slogan. Non posso negarlo. Una occasione, diceva una mia amica, per conoscere, non andrebbe mai sprecata. Lei lo diceva a proposito della Cina. Glielo lascio dire, è una affermazione senza dubbio giusta.. Che stia scomparendo veramente la cultura tibetana è un dubbio. Sicuramente assistiamo a una diffusione grossa di alcuni gruppi di Lama in occidente. D’altra parte il popolo tibetano è composto da pochi milioni di persone. La cultura è molto minacciata nelle zone d’origine. Non solo. Sempre più coloni si stanno spostando in quelle terre. Fare conoscere il tutto attraverso un pezzo di cultura secondo me è molto bello, nel rispetto di quella logica centrista che vuole l’uomo portato a recepire il bene, quando viene comunicato nella maniera giusta. Cosa succede in Tibet e perché proprio ora? Io credo che la colpa sia del XX secolo. Prima il Tibet era una terra praticamente chiusa. Ora, mediato da diversi fattori, la regione si è resa accessibile e un largo numero di coloni si prepara a invadere il territorio per cinesizzarla come nello Xinjang, nella Mongolia Interna, e nel territorio Manciù. Parliamo del libro che è meglio.
Nel mio viaggio all’interno del buddismo quello che mi ha colpito del Madhyamaka, tra cui il buddismo tibetano, a differenza dello zen è il suo apparato filosofico, un apparato che si avvicina molto alle scoperte della fisica, ma che può essere letto anche alla luce di una filosofia occidentale del novecento. Il libro, quello vero, perché ne esistono due e questa è una riduzione, è denso, inzuppato di questa filosofia, non si riesce a leggerlo senza conoscerla. Ho sottolineato il capitolo in cui Milarepa parla con la sorella per riuscire a decrittarlo. E’ bellissimo. Trasuda di una parità tra i sessi spaventosa, aliena anche alla cultura buddista. Un inno all’amore platonico. Forse sono un po’ tonto, ma veramente è molto difficile afferrare tutto il senso delle parole e non solo io, ma anche un altro lettore famoso, tale Renè Daumal, affermiamo che “ad ogni lettura il libro rivela facce diverse”.
La riduzione è scritta da un grande maestro della penna, Eric Emmanuel Schmitt. L’ho trovata in biblioteca per caso e l’ho divorata in una mattinata. Leggerla per la radio è stato più difficile. Il libro si snoda su due storie. La vita di un francese di nome Simon, che abita nella capitale e la storia di Svastika, zio di Milarepa, di cui, questo francese sarebbe la reincarnazione. Diviso in sette pezzi la lettura del libro richiede un orecchio attento, ma la storia è accessibile già alla seconda puntata, quando il racconto si sposta in Tibet e non più sulle rive della Senna.
Ragazzi, speriamo che vi piaccia.
Si comincia da lunedì 12 (replica martedì 13) alle 20,30 con appuntamento bisettimanale. Per la seconda puntata dovrete aspettare giovedì 15 (replica venerdì 16) sempre alle 20,30.
Aggiornerò un altro articolo con le puntate in mp3, pronte da scaricare.
MILAREPA
LUN 20,30 -- MAR 20,30 (r)
GIO 20,30 -- VEN 20,30 (r)