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“Non ero ben gradito”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Essendo stato invitato al dibattito svoltosi lunedì a Castelnovo ne' Monti sulla crisi del Parmigiano Reggiano ho fatto in modo di partecipare nonostante per me significasse - a differenza di buona parte dei relatori presenti - perdere ore di lavoro. Ma visto che sono membro della commissione agricoltura in Provincia ed essendo stato un mio preciso desiderio parteciparvi, ho presenziato con piacere e spirito costruttivo. Per questo voglio raccontare la mia esperienza.

Nonostante io sia l’unico consigliere provinciale eletto in montagna, ho dovuto subito constatare che non ero ben gradito, visto che era già deciso che parlassero solo i politici di comodo. Non essendo io stato incluso nella scaletta mi è stato concesso di parlare a titolo di cortesia, dovendo compilare un modulo a differenza degli altri relatori. Alle mie rimostranze è stato risposto che il mio intervento era teso alla sola difesa del ministro Zaia e fuori tema, non degno di menzioni. Fortunatamente erano presenti un centinaio di persone ed hanno certamente potuto sentire il mio intervento da chiudersi in tre minuti, mentre politici come la senatrice Pignedoli hanno potuto sfoggiare la loro conferenza politica senza guardare l’orologio.

Ho messo in evidenza la responsabilità del Consorzio, vista la dismisura che intercorre tra le svendite dei centri commerciali Coop dove il Parmigiano Reggiano viene messo a banco ad un prezzo inferiore del costo di produzione, ed i 52 euro al chilogrammo dei centri commerciali del Belgio ed altri stati dell’Unione Europea, ma la risposta da parte del presidente del Consorzio è stata molto stizzita; cioè che non fanno loro i prezzi del mercato. Ma tengo a ribadire che il controllo compete loro. Compresa la possibilità di denuncia agli enti preposti. Il ministro Zaia per primo ha dimostrato di non essere estraneo ad iniziative del genere per proteggere i prodotti agricoli italiani.

Ho poi notato con piacere che l’intervento dell’assessore provinciale all’agricoltura Roberta Rivi è stato al di fuori dal coro generale assieme a pochi altri, cercando di fare proposte costruttive e condivisibili. Questo mio pensiero dimostra che la Lega quando sente le cose giuste non ha problemi ad appoggiarle. Diverse a mio avviso le insinuazioni della senatrice Pignedoli, che ha riportato cifre promesse dal governo, fasulle e senza fondamento, tant’è che al medesimo governo non esiste nessun documento che sostenga la sua tesi. A questo proposito non mi è stata concesso di smentire la tesi in questione: questa è la democrazia di sinistra ad uso comune, di cui ho esperienza fin dalle riunioni sul Parco. Cioè: tu dici la
tua, loro dicono che racconti balle, ma tu non puoi replicare.

Polemiche a parte, a mio avviso servono progetti per accorciare la filiera quali magazzini di stagionatura nel comparto montano. Perciò propongo una soluzione, cioè l'ex ceramica di Cavola, struttura di oltre 12 mila metri quadri coperti acquistabili per una cifra secondo molti equa, in una zona adeguata per l’indotto caseario montano, risolvendo anche il problema di trovarsi in futuro un grosso stabile in condizioni di degrado. Il mio sospetto, però, è che anche questa struttura abbia già una destinazione d'uso, stabilita dai soliti noti accentratori del capoluogo montano. Ma questa volta incontreranno un ostacolo nel loro cammino, da parte di qualche rozzo leghista montanaro.

(Romano Albertini, consigliere provinciale di Reggio Emilia, Lega Nord)

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