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Anche don Pierluigi Ghirelli viene trasferito

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Non solo don Giordano Goccini a Castelnovo. Non solo don Carlo Castellini a Vetto. Ma anche don Pierluigi Ghirelli, parroco di Cervarezza, sacerdote già missionario in Sudamerica molto attivo nelle parrocchie di cui è stato titolare, nelle quali – come complemento dell’attività strettamente pastorale – ha promosso la redazione di giornalini sempre molto interessanti, con puntate e prese di posizione su argomenti di più vasto respiro sulla vita del montanaro e del vivere in montagna in quanto tali. E' stato destinato all'unità pastorale di Montecavolo-Salvarano.

Il settimanale cattolico reggiano La Libertà di questa settimana annuncia inoltre un allargamento delle funzioni di don Giovanni Rivi, parroco di Busana. A lui viene affidata anche la cura delle parrocchie di Cervarezza (quella che lascia don Pierluigi), Frassinedolo e Talada.

3 COMMENTS

  1. Un “pezzo da novanta”
    Come ricordato in un altro post su questa pagina, don Pier Luigi Ghirelli è davvero un “pezzo da novanta”, un parroco capace di segnare sicuramente in positivo le parrocchie in cui si trova ad operare. Con un’umiltà che a volte crea imbarazzo in chi lo conosce e sa quali e quanti siano i suoi talenti, le sue qualità. Umiltà e piena adesione al vangelo, alla pagina del discorso della montagna, che è poi il “navigatore”, il Gps che dovrebbe dirigere il cammino di ogni cristiano.
    A Felina (prima che a Cervarezza, Talada e Frassinedolo) è rimasto dieci anni. Ebbene: ancora le famiglie lo chiamano per i funerali, per i matrimoni, ancora è invitato nelle case, ancora viene in parrocchia a tenere corsi biblici o a partecipare, come è successo sabato scorso, ad un corso per catechisti. Un “pezzo da novanta” per la sua conoscenza biblica, per la capacità di trasmettere la Parola nelle omelie e negli incontri, per le sue doti di confessore, per la sua attività di “giornalista” e di scrittore con i bollettini parrocchiali (e vicariali) e con libri come “Un popolo dai piedi scalzi” (sul Madagascar), per l’animazione missionaria, per lo stimolo forte e continuo dato alla partecipazione dei laici; ma anche per le sue metodiche e mastodontiche ricerche storiche (il libro su Leguigno, la ricerca genealogica sulle famiglie di Felina e del crinale) e per la capacità di adattamento pure al lavoro manuale, sempre nel solco della modestia, della semplicità, dello spirito di servizio. La sua schiettezza, l’onestà e l’assoluta coerenza con le promesse sacerdotali lo hanno sempre reso impermeabile a qualsiasi tipo di strumentalizzazione di qualsiasi parte politica, che non è poco, di questi tempi. Ha educato, ha seminato e la montagna, in realtà, non lo perde. Certo: un po’ di sana invidia per i parrocchiani di Montecavolo c’è!
    Auguri, padre Pedro, per la tua nuova missione in altra terra!

    (Commento firmato)