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Crisi agroalimentare / Il grido d’allarme dei caseifici

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Lo stato di crisi in cui versa l'agricoltura è ancora più sentito in Appennino, dove i costi di produzione sono maggiori. Un gruppo numeroso di caseifici si è ritrovato, al riguardo, nei giorni scorsi, con l'obiettivo di ottenere da enti e associazioni un incontro per avere risposte unitarie a una serie di problemi riscontrati. Proprio per il modo insolito di ottenere risposte (un pubblico incontro) e la forza numerica dei proponenti è un documento molto importante e, a suo modo, "dirompente". Ha già trovato il sostengo del Consorzio Conva, del Centro servizi dalla terra alla tavola Te-Ta e di Umberto Beltrami, presidente della Commissione agricoltura nel Consiglio provinciale di Reggio Emilia. Lo pubblichiamo di seguito.

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Il comparto del Parmigiano Reggiano è in crisi. Chiudono le aziende agricole, in misura maggiore in montagna dove i costi di produzione sono notoriamente superiori, ma non aumenta la remunerazione del prodotto anche di fronte a cali di produzione. Di fatto, l’attività imprenditoriale da sola, operata quotidianamente da agricoltori e caseifici, non è più in grado di agire su prezzo di produzione, politiche di intervento, rappresentatività.

Per questo, i caseifici dell’Appennino reggiano liberamente riuniti e firmatari della presente ritengono sia giunto il momento di affrontare un pubblico incontro per ottenere risposte a problemi non più prorogabili. Pena la scomparsa dell’agricoltura in montagna e il "rotolamento" a valle delle problematiche legate a questo ipotizzato (ma non remoto) fenomeno, dannoso per tutti. Analogamente, l’agricoltura in pianura rischia di scomparire a beneficio solo di grandi aziende padane o di multinazionali.

Auspicando maggiore dialogo tra le associazioni al fine di ottenere progetti comuni a beneficio degli agricoltori, i caseifici d’Appennino richiedono un pronunciamento unitario al fine:
• di definire strategie per l’innalzamento del prezzo del prodotto (Consorzio obbligatorio per la vendita, incentivi alla commercializzazione, diversificazione della marchiatura…);
• di prevedere contributi per l'abbattimento degli interessi passivi sia per le aziende agricole sia per le latterie, in un momento in cui assistiamo al congelamento di nuovi mutui per le imprese agricole e caseifici;
• di operare la modifica del Piano di sviluppo rurale onde:
a) privilegiare le aziende della montagna attualmente inserite in graduatoria con quelle di pianura nei bandi;
b) semplificare radicalmente le procedure per i progetti di filiera, pena il mancato impegno delle risorse disponibili in Regione;
• una chiara definizione delle modalità di governo di Consorzio di tutela e associazioni, a favore del contenimento dei costi e a un incentivo alla individuazione meritocratica delle professionalità;
• ripristinare l’indennità compensativa recentemente tagliata del 25%;
• ottenere un indennizzo per la perdita di valore delle quote latte, a favore di chi ha operato nella correttezza e, attualmente, vede svilito il valore delle stesse;
• definire modalità unitarie di intervento tra le diverse associazioni agricole per ottenere risposte più forti e incisive a favore del settore rurale;
• esprimere il proprio diniego a politiche di abbattimento degli animali che significherebbero, soprattutto in Appennino, un incentivo a dismettere l’attività agricola.

Si propone per la convocazione del pubblico incontro la data di lunedì 14 settembre a Castelnovo ne' Monti. Il presente documento è aperto per sottoscrizione ai caseifici di montagna, collina e pianura e ai consigli e ai sindaci dei comuni.

(Latterie sociali Fornacione, S. Giorgio, S. Pietro, Migliara, Cagnola, Casale, Selvapiana, Garfagnolo, del Parco, Cavola, Quara, Minozzo, S. Giovanni di Querciola, Tabiano, Collina di Massa, Maro, Rubbianino e azienda agricola Fiori Pier Paolo)

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4 COMMENTS

  1. Poveri contadini!!
    Ho partecipato alla riunione di lunedì con sincero spirito di unione su di un problema che ritenevo di primaria importanza. Triste poi constatare che non si trattava altro che della solita riunione preparata ad hoc per autocelebrarsi da parte di forze politiche note, strumentalizzando questa volta gli agricoltori. Ne è la prova il fatto che il mio intervento sia stato oscurato sistematicamente, come fossi un intruso e non un rappresentante in Consiglio provinciale invitato ufficialmente come gli altri, eletto tra l’altro in montagna. Nonostante questa crisi agricola cui tutti sanno trascinarsi da anni, ed anche buona parte di agricoltori ne attribuiscano le colpe maggiori al consorzio, come da me sostenuto, guarda caso, per maggior parte dei relatori, di cui era chiara l’appartenenza, la colpa è del governo ed in particolare del ministro Zaia, dimenticando che un anno e mezzo fa ci fosse Prodi e le cose non andavano certo meglio. Aspetto comunque fiducioso una sincera unità di intenti per questo grave problema e non la solita passerella a danno dei contadini della montagna.

    (Romano Albertini)

  2. Rieccolo
    Sig. Albertini, quando un imprenditore agricolo alla fine dell’anno fa il bilancio della propria attività e vede i conti in rosso sa cosa gli importa di chi è al governo…!!! Un anno e mezzo fa c’era Prodi, ora c’è Zaia. Lei come politico vicino al governo ci illumini su quanto sta succedendo nelle stanze dei bottoni per aiutare questo settore. La gente che lavora si aspetta sostanza e non propaganda.
    Cordiali saluti.

    (Lollo Mariani)


  3. Si rassegni, signor Lollo, anche se dò fastidio a molti cercherò di dare il mio contributo agli agricoltori. Ho voluto entrare in commissione agricoltura per questo e negli anni a venire se avrò fatto solo propaganda avrà ragione di disprezzarmi. Io l’impegno lo metterò comunque. Potrei illuminarla su quello che sta facendo Zaia in Europa, ma se non ha notato che non era mai successo che un ministro facesse le battaglie che ha fatto per difendere i prodotti italiani, miracoli a parte, inutile dirle altro.

    (Romano Albertini)

  4. Non vorrei essere stato frainteso
    Sig. Albertini, nessun fastidio e soprattutto nessun disprezzo, ci mancherebbe altro, chi si impegna per risolvere i problemi della nostra montagna è degno del massimo rispetto. Ribadisco il concetto: quelli che lavorano e sudano per riuscire a fatica a pagare la biada, non guardano al colore politico e ben venga l’aiuto da chicchessia; chiedono solo rispetto evitando strumentalizzazioni e sfruttamento della loro situazione precaria per fare propaganda. Ben venga quindi il suo aiuto e vedrà che, lavorando in silenzio e soprattutto portando risultati, sarà premiato dai consensi: il contadino è più scaltro di quanto qualcuno possa credere perchè al mattino, lui, si sveglia presto… poche parole e molti fatti.
    Zaia: battaglie?(anche se il termine non mi piace affatto)?… Certo ne ha fatte. Tante?… forse. Vinte?… mmmh. Le spese per mangimi, veterinario, medicinali, burocrazia, ecc. si pagano con i soldi e non con le battaglie (lasciamo stare i miracoli, quelli non sono di noi umani)!
    Cordiali saluti.

    (Lollo Mariani)