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“Come natura crea?”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Passando per la Gatta-Pianello salta subito all’occhio la distesa di alberi dentro al letto del fiume, sia quelli in piedi che ormai formano dei veri e propri boschi, sia i tronchi secchi su gran parte dell’area in questione. Mi riesce difficile capire perché oggi sia consuetudine lasciare i fiumi in queste condizioni, con la motivazione di non danneggiare il percorso che la natura ha creato.

Tutto questo come se nei secoli scorsi fossero così ignoranti da non conoscere il giusto rapporto con la natura. Tenere pulito il letto dei fiumi è da sempre la cosa più logica per prevenire catastrofi come le inondazioni causate dai tronchi che la corrente porta contro i ponti, creando una sorta di diga, e ne conosciamo le possibili conseguenze.

La cosa che però infastidisce maggiormente è notare come il corso dell’acqua - dove nonostante il letto del fiume abbia una larghezza che varia dai 100 ai 200 metri - venga lasciato nella direzione ideale per erodere gli argini nei punti danneggiati dalla piena dell’inverno scorso.

Ora visto che arriva l’autunno e con sè porta solitamente forti piogge, voglio sperare che tutto questo come al solito non porti alla stessa conclusione, e cioè: che anche questa strada, o meglio pista, non dia fastidio ai soliti noti, a cominciare dal presidente del Parco e via via gli amministratori che hanno contribuito negli anni passati a far sì che la montagna reggiana si trovasse per questi motivi in condizioni arretrate rispetto alle province limitrofe.

Mi auguro che queste mie insinuazioni siano troppo maliziose, ma, a scanso di equivoci, vorrei ricordare a lor signori che l’idea della Gatta-Pianello partì dalla Lega a Ligonchio, come alternativa al Parco, e finchè avrò l’appoggio dei montanari non lascerò tregua a tutti gli amministratori che si opporranno. Ed aggiungo che sono imminenti i progetti per il secondo stralcio che arriverà a Giarola di Ligonchio, per continuare in futuro, fino al ponte del Barone.

La Statale 63 è giusto che sia adeguata ed ammodernata fino a Castelnovo ne' Monti, compresa la sistemazione urgente del tratto che arriva al Cerreto, ma per il futuro lotteremo per una diversa visuale sulla viabilità del nostro Appennino.

Infine, visto che il comune di Villa ha già pronti i progetti per la messa in sicurezza della Gatta-Pianello e l’inverno da noi arriva presto, chiediamo alla Provincia di attenersi agli accordi firmati in data 7 agosto 2002 dall’allora presidente Ruini ed il sindaco Magnani, che prevedevano interventi d’urgenza per la messa in sicurezza della strada, in caso di danneggiamenti, per garantirne di nuovo il passaggio in tempi brevi.

Chi transita per la Gatta-Pianello tutti i giorni per recarsi al lavoro sa benissimo che senza un'adeguata difesa spondale si vedrà già dalle prime piogge chiudere la sbarra di accesso, forse con la soddisfazione di qualcuno; ma stavolta non staremo a guardare.

(Romano Albertini, consigliere provinciale della Lega Nord)

9 COMMENTS

  1. Concordo
    Concordo ed appoggio in pieno quanto affermato da Albertini. Presenterò al presidente dell’Unione dei comuni del crinale una mozione affinchè sia rivisto il Piano strutturale al fine di poter realizzare il prolungamento della Gatta-Pianello sino al comune di Collagna, ora non previsto. Vedremo chi sarà a favore.
    Buon lavoro.

    (Fabio Leoncelli, consigliere di minoranza di Busana)

  2. Oltre la polemica
    Questa volta il consigliere Albertini ha centrato un tema di importanza assoluta per lo sviluppo della nostra montagna: la pista Gatta-Pianello. Tema annoso e già posto dall’oggi On. Alessandri quando era consigliere provinciale. È necessario però andare oltre una sterile polemica ed indirizzare le forze del centrodestra verso l’obiettivo di superare la pista Gatta-Pianello: superare significa parlare di Gatta–Giarola e parlare di strada. Con le tecniche odierne si può fare una strada ad impatto ambientale bassissimo, la cui costruzione migliorerebbe quindi l’accesso al Parco e la fruizione delle bellezze naturalistiche ed ambientali.
    È poco utile continuare a fare polemiche, comunicati stampa ed interpellanze (portare il problema è sempre importante, Albertini ha il mio sostegno, se questo gli può far piacere, la mia è solo una semplice costatazione) se prima non si risolve il problema alla radice, quello dietro al quale si sono sempre nascosti i fautori del “lasciamo le cose come stanno”. In particolare risolvere il dubbio se la strada sia possibile da un punto di vista normativo e se salendo alla Giarola possa effettivamente crescere il rischio idraulico.
    Il Popolo delle Libertà sostiene l’intervento, poi vado a memoria (sperando di non sbagliare): la Senatrice Pignedoli è interessata, l’Udc con Friggeri si è sempre esposta favorevolmente, il miglioramento della Gatta-Pianello è incluso nel programma dell’IdV, la Lega si dice padre e madre della strada Gatta–Giarola ed ha l’On. Alessandri presidente della commissione ambiente. Sul piano politico sembra esserci quindi la possibilità di una ampia condivisione che permette di andare oltre la Provincia, perché se ci sono dei vincoli di enti superiori è inutile continuare a interrogare ed interpellare palazzo Allende, e portare sul tavolo della Regione Emilia-Romagna il problema onde individuarne la soluzione. Per risolvere finalmente uno dei problemi della nostra montagna.

    (Massimiliano Coloretti, Popolo delle Libertà)

  3. A proposito della fondovalle
    Si reputa che gli amministratori ed i politici debbano risolvere i problemi che le popolazioni indicano e che la loro soluzione dia possibilità di poter continuare a vivere nell’ambiente ove le stesse vogliono vivere. E’ il caso dei montanari di oltre il crinale, che chiedono con insistenza la costruzione della fondovalle Pianello-Giarola affinchè con poco tempo possano recarsi sul posto di lavoro e tornare a casa terminato il turno.

    (Bruno Tozzi, capogruppo di minoranza Busana)

  4. Gatta-Giarola… follie di altri tempi
    Se non fosse perchè certamente verrò zittito, come per altro già altre volte è successo, con la solita sciocca litania che la montagna è dei montanari e non è il parco giochi dei week-end dei “pianzani” come me, varrebbe la pena discutere serenamente su questo argomento tanto logoro quanto importante.
    Pensare nel 2009 che lo sviluppo della montagna passi per strade e industrie è sintomo di una ristrettezza di vedute che io credo sia il primo motivo del fatto che la nostra montagna sia in difficoltà dal punto di vista demografico ed economico. Credere che una strada, che per altro attraverserebbe alcuni dei punti più belli e selvaggi del nostro Appennino, rovinandoli totalmente, fosse anche fatta con le tecniche più avanzate, è semplicemente insensato. E’ un argomento politico tipicamente populista che politici senza molta “vision” tirano fuori come facile macchina da voti. Pur comprendendo assolutamente le ragioni di quelle persone, che non credo siano migliaia, che devono spostarsi tra la montagna e il piano per ragioni di lavoro, mi viene da dire che i politici, fossero della miglior razza, dovrebbero pensare all’interesse generale della collettività e non a quei pochi pendolari che userebbero quotidianamente una strada come quella. Come si potrebbe costruire una strada a bassissimo impatto ambientale in una valle che non offre spazi se non l’alveo del fiume sinceramente mi sfugge. Quello che è accaduto alla Gatta-Pianello lo scorso inverno è assolutamente nell’ordine delle cose quando si fanno opere che vanno contro il buon senso e per altro molte volte previsto da chi si oppose a quel tracciato davvero disgraziato. Evidentemente le lezioni della natura, nonchè la saggezza dei nostri, anzi vostri pardon!, avi che costruirono la carraia esattamente dalla parte opposta e che è lì da secoli, resistendo anche alla piena del ’73, sembra non siano servite a nulla. Si continua con la stessa proposta populista, tanto scellerata quanto di facile presa, invece di pretendere ed insistere per una statale 63 definitivamente sistemata, connessioni internet superveloci in tutta la montagna che consentirebbero a molti il telelavoro, il potenziamento del turismo, in particolare di quello ambientale, vera carta da giocare della nostra montagna.
    Capisco perfettamente che il momento politico consenta di credere che di ambiente e tutela del paesaggio non se ne interessi più nessuno, ma nella realtà dei fatti non è così e per fortuna anche molta gente, soprattutto giovani, della montagna è sensibile a questi problemi.Ma spesso si dà per scontato che il mondo sia andato avanti e di certe scelleratezze non ci si debba più preoccupare. Ahimè, non è così, a quanto pare!

    (Roberto Tedeschi, Comitato difesa dei fiumi Emilia Romagna)


  5. Se posso darti del tu, vedi, Roberto, non voglio partire come dici dandoti del pianzano, ma fatico comunque a capire una persona che abita in pianura come possa convivere con la cementificazione continua, strade una a fianco all’altra, fiumi di cui non si vede più dov’è l’alveo. Verrebbe naturale dirti che l’importante è vivere comodi e preservare i luoghi di montagna per i fine settimana ma forse è troppo populista. Però devi capire che questa è la terra dove siamo nati e vorremmo solo poterla vivere in modo decente. Se ami la montagna abbi il coraggio di viverla anche abitandovi tutto l’anno, anche quando nevica, poi forse capirai perchè le strade di fondovalle sono così importanti. Poi, scusa, ogni fiume ha una strada a fianco quasi dappertutto, da secoli, ci sarà un perchè.

    (Romano Albertini)

    P.S. – Sui progetti hai ragione ma la colpa è di chi ha concesso una strada progettata per far sì che non duri. I montanari la preferivano al riparo da inondazioni.
    consigliere provinciale lega nord


  6. Le strade lungo i fiumi – e di fiumi ne frequento molti perchè sono un pescatore da sempre – le hanno sempre fatte dove era possibile farle. Dove non lo era non le hanno fatte; ed infatti lungo il Secchia in quel tratto mai ce ne sono state. Poi arriviamo noi che invece dobbiamo fare strade ovunque.
    Caro Albertini, ti dò del tu anche io. Credimi, io avrei un sogno nella mia vita: venire a darvi una mano a ripopolare la montagna, non facendo 20 figli perchè non ho più l’età, ma venendoci ad abitare se solo potessi spostare il mio lavoro. Lo so che la vita in montagna è dura, ma lo diventa di più se ogni giorno devi fare 50 km per fare qualsiasi cosa. E’ il vostro progetto di sviluppo (per vostro intendo di quelli che pensano che strade e fabbriche in montagna risolveranno tutto), che è secondo me piuttosto miope. Rischierebbe di trasformare la montagna in un dormitorio di gente che ci va solo per dormire e nei week-end. La politica dovrebbe aiutare a partorire nuove idee, non a raccogliere solo polemiche e malcontenti. Alcuni brillanti esempi da noi ci sono già, ma i più li guardano ancora come dei pazzi visionari. Spero servano per fare vedere che la possibilità di sviluppo c’è, basta cercarla!
    Mi rendo conto che i miei ragionamenti prevedono tempi lunghi, molto più lunghi che fare una strada, ma se la gente continua a vivere nelle più impervie vallate dell’Austria o della Svizzera, anche in luoghi lontani da strade importanti, il modo ci sarà. Ma pensare costa tempo e non porta voti. E allora arriviamo a Giarola poi a Collagna, poi traforiamo il Casarola, scendiamo a Fivizzano, finalmente ci colleghiamo alla Parma-La Spezia e arriviamo al mare. Poi trasformiamo tutto in autostrada e allora sì che arriva il progresso. Come in val Taro, che ha un autostrada, la ferrovia, una superstrada su viadotto da Ghiare praticamente fino a Bedonia, ma non mi sembra che in 40 anni che ci vado si sia ripopolata, anzi… Vedo sempre più case chiuse e giardini incolti. E la valle, che era bellissima, è persa per sempre. Possibile che l’esperienza non conti mai nulla?

    (Roberto Tedeschi)


  7. Roberto, condivido circa la valle del Taro come tu dici, ma sappiamo che quel progetto non tenne conto dei cittadini di quella zona – cosa sbagliatissima – ma solo lo sbocco al mare per le merci. In quanto ad un progetto che non si può fare lungo il Secchia permetti di dissentire visto che esiste fino dal 1900, e prevedeva il passaggio della ferrovia; ed allora non si guardava al colore politico ma alle soluzioni serie. Comunque
    ognuno giustamente esprime le proprie opinioni.
    Saluti.

    (Romano Albertini)


  8. In realtà la strada di fondovalle, costruita negli anni ’80, fu fortemente voluta dalla Comunità montana. Ok, nel 1900 si parlava di costruire una strada e una ferrovia lungo il Secchia, ma non lo fecero. E non certo perchè non ne avessero mezzi e tecnologie. Mi viene da dire che erano più saggi di molti del 21° secolo!

    (Roberto Tedeschi)


  9. La viabilità in montagna andrebbe vissuta giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, per capire cosa significa avere a portata di mano le comodità che i normali cittadini hanno e che invece agli abitanti del crinale sono negate. Partire da Vaglie per andare a trovare un familiare non autosufficiente all’ospedale di Castelnovo significa fare circa 30 km di curve all’andata e 30 al ritorno, contando anche che a Vaglie il servizio pubblico non esiste. Non dico altro perchè chi ha un po’ di cervello in zucca dovrebbe capire i disagi e soprattutto dovrebbe capire perchè la montagna si sta spopolando dei pochi giovani rimasti e delle poche attività commerciali e impreditoriali esistenti.
    Detto questo, mi auguro che in breve tempo anche la montagna reggiana abbia le possibilità di sviluppo al pari di altre realtà limitrofe.

    (Luca Zanicchi)