Dopo la presentazione di una mozione sullo stato di crisi dell’agricoltura promossa dalla sen. Pignedoli che ha provocato una discussione in aula al Senato, dopo aver promosso audizioni in commissione agricoltura sullo stato delle filiere del Parmigiano Reggiano, dei suini e del settore bovino, sullo stato di indebitamento delle aziende, ora la Pignedoli presenta, come prima firmataria, un disegno di legge intitolato “Misure per l’emergenza e il rilancio competitivo del settore agroalimentare”. Riceviamo e pubblichiamo.
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E’ una vergogna che di fronte ad una crisi di queste dimensioni il governo presenti provvedimenti anticrisi in cui l’agricoltura di fatto non compare, che nel DPEF porti auspici, promesse e non concretezze, neppure su risorse di cui c’è assoluto urgente bisogno. Uno per tutti il mancato finanziamento del Fondo di Solidarietà per le emergenze climatiche. Abbiamo ribadito come PD più volte che questa, per l’agricoltura, è una fase inedita nella sua gravità, non è qualcosa di ciclico o solo congiunturale. Si sono sommate debolezze strutturali preesistenti, la crisi delle materie prime del 2008 con relative speculazioni e i riflessi della crisi finanziaria. C’è bisogno di un intervento complessivo, con carattere strutturale che mentre affronta l’emergenza sa proporre misure di rilancio del settore.
E così è strutturato il disegno di legge depositato nel mese di agosto dal capogruppo PD della commissione agricoltura al Senato. Propone un’azione articolata che prevede interventi immediati per la “tenuta” del settore, perché le aziende, spesso le più innovative, quelle che hanno investito e rischiato di più, non debbano arrendersi e chiudere i battenti.
Le misure dell’emergenza riguardano il lavoro, ammortizzatori sociali, stabilizzazione degli sgravi contributivi per le aree svantaggiate, e soprattutto l’urgenza delle urgenze…il tema dell’accesso al credito, il credito d’imposta, spunti che erano anche emersi dall’incontro reggiano promosso dalla senatrice sul grosso problema dell’indebitamento, la forte carenza di liquidità delle aziende e il problema delle garanzie richieste dagli istituti bancari.
Così tra le misure previste emerge l’istituzione di un Fondo per Confidi con dotazione annua di 50 milioni di euro a cui le Regioni possono accedere per il cofinanziamento per fornire garanzie alle imprese per contribuzioni a investimenti e operazioni di consolidamento del debito.
Il disegno di legge prevede poi, non solo il salvataggio e l’emergenza ma la prospettiva. Il futuro significa affrontare con determinazione le debolezze del sistema agricolo italiano: il ricambio generazionale, la concentrazione dell’offerta produttiva, l’internazionalizzazione.
Su questo ultimo punto, che diventa oltremodo importante in un momento di calo dei consumi alimentari interni al nostro paese, sono previste misure incentivanti per specifici progetti commerciali, promozione per l’export, organizzazione di più imprese per la collocazione commerciale in altri paesi.
Le risorse previste dal disegno di legge viene valutato in 1.567 milioni di euro per ogni anno 2010 –2011 - 2012 con coperture finanziarie provenienti dal Fondo per interventi strutturali di politica economica, dalla legge n. 112 del 2008 e dall’imposta sui tabacchi.
Una proposta legislativa che non fa l’elenco dei “desiderata” con una logica assistenziale ma indica priorità strategiche e mira a far crescere il carattere imprenditoriale del settore puntando su innovazione, dinamicità e superamento delle frammentazioni.
Ci batteremo perché questo progetto di legge venga discusso in Parlamento presto, perché questo governo dia segnali di inversione di tendenza sul settore agricolo.
Il nostro è forse l’unico paese europeo in cui il settore agroalimentare, in tempo di crisi, si è visto tagliare risorse per oltre 600 milioni di euro, un governo che non ha fatto una proposta anticrisi agricola organica ma solo singoli spot ed eventi mediatici, misure demagogiche come i terreni demaniali gratuiti ai giovani senza parlare del provvedimento quote latte che rimarrà tra le scelte governative più inique e ingiuste degli ultimi anni.
Nel frattempo il disegno di legge verrà inviato ad istituzioni e rappresentanze economiche perché possano intervenire con proposte emendative.
(Leana Pignedoli, senatrice Pd)
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