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Il mistero della miniera d’argento

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CASALINO DI LIGONCHIO (4 settembre 2009) - Nei giorni scorsi il Comitato Scientifico Regionale del Cai, in collaborazione con la Sezione reggiana, ha organizzato un sopralluogo alle miniere di Casalino di Ligonchio.

L’iniziativa era infatti finalizzata ad acquisire una prima serie di informazioni generali sul sito, nella prospettiva di ulteriori più approfondite indagini. Al sopralluogo hanno partecipato venti soci del Cai, tra cui il responsabile del Comitato Scientifico Regionale Giuliano Cervi e lo stesso presidente della sezione reggiana del Cai, Gianni Riccò Panciroli. Per tutti è stata una esperienza molto interessante, anche per l’ambiente in cui le antiche miniere si trovano, proprio in prossimità del ciglio degli Orridi dell’Ozola, un luogo selvaggio e difficilmente raggiungibile. Infatti nessun sentiero raggiunge la località dive si trovano la miniere. Nella ricerca il gruppo del Cai è stato aiutato da una “guida” originaria di Casalino, che ha pescato nei ricordi dell’infanzia per ritrovare il passaggio attraverso i boschi.

La miniera costituisce un enigma: non si sa da chi è stata coltivata e quando. Da documenti ducali del XVII secolo pare che fosse allora già in attività. Probabilmente vi si estraeva argento, racchiuso in buona percentuale entro la galena, ma anche questo aspetto non è assodato. Le uniche attendibili notizie, pero’ solo mineralogiche, sono state date dal prof Bertolani del Comitato Scientifico Cai, nel 1948.

Nel corso dell’esplorazione sono stati individuati i manufatti presenti (tra i quali quello interessante in foto), è stata raccolta una documentazione geomineralogica e sono state effettuate fotografie e rilievi gps. Sono già previste ulteriori esplorazioni di queste singolari miniere.