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Intervista esclusiva / “Occorre maggiore chiarezza d’idee”. Firmato: Germano Bizzarri

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Leggendo, nell’elenco delle persone che davano il proprio sostegno al prof. Ignazio Marino quale possibile nuovo segretario del Partito democratico, anche il nome di Germano Bizzarri (sindaco di Castelnovo ne’ Monti dal 1976 al 1990, fratello dell'attuale consigliere Luigi), abbiamo pensato di intervistarlo. Bizzarri, che gentilmente ci ha risposto, sarà appunto domani sera al foyer del teatro Bismantova.

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Sta rientrando in politica, Bizzarri? Non è passato inosservato il suo sostegno a Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Pd…

No, non cerco nè posti nè incarichi, solo la passione e la piena condivisione dei contenuti della mozione mi hanno spinto all’impegno concreto per sostenere il professor Ignazio Marino a segretario nazionale del Pd. Grandi erano le aspettative createsi alla fondazione del Pd; altrettanto grande la frustrazione in cui si è precipitati in seguito. Milioni di elettori ad un anno di distanza non hanno riconfermato la fiducia a questo partito. I gruppi dirigenti hanno detto che è colpa del “vento di destra che ha investito l’Italia”. Un gruppo dirigente, come lo intendo io, avrebbe dovuto dare ben altre spiegazioni a quanto accaduto, individuarne le ragioni e trarne ben altre conclusioni. Ora importante è che il Pd definisca con chiarezza la sua identità dicendo con molta nettezza dei sì e dei no. Quello di avere idee chiare che parlino alla coscienza delle persone e che soprattutto si formino attraverso le idee della gente con una sola corrente: quella dei circoli, senza il terribile male delle correnti che si combattono tra di loro. Dobbiamo, per esempio, dire se vogliamo l’energia rinnovabile, il nucleare. Noi diciamo un no molto chiaro al nucleare. Dobbiamo dire con chiarezza cosa vogliamo per il lavoro. Noi diciamo con molta chiarezza che vogliamo un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato con un salario minimo garantito, che gli imprenditori non possono avere la flessibilità e anche i salari più bassi. Se vogliono la flessibilità devono pagare di più. Su questo vorremmo delle risposte anche dalle altre mozioni, perché questo è il senso del congresso. Non uno scontro di correnti. Noi non vogliamo correnti, ma un confronto costruttivo su delle idee. Noi vogliamo un partito che renda l’Italia capace di proteggere le persone. Per cambiare l’Italia dobbiamo mettere persone e territori al centro della politica, per costruire un’etica condivisa dei comportamenti e fondare economie dell’integrazione che rendano giusto il nostro sistema. Si deve trasformare la pubblica amministrazione che deve essere efficace, moderna e trasparente. Ci rifiutiamo di pensare che si debbano cacciare con le navi militari delle persone senza sapere se a bordo di quel barcone c’è una donna incinta o un bambino ferito. Non è questa la nostra tradizione, non è questa la nostra cultura… Quando c’è stato il primo respingimento in mare, diverse settimane fa, tre grandi leader del Pd hanno dato tre visioni diverse: uno ha detto che era d’accordo con Maroni, uno che era assolutamente contrario ed un altro ha preso una via di mezzo. Questo non è il Pd che vogliamo.

Molti la ricordano sindaco di Castelnovo ne’ Monti, per quasi un quindicennio, fino al 1990. Una lunga esperienza al timone del capoluogo montano. Che ricordi ha? E come confronterebbe la situazione di allora con quella di oggi?

Sono ricordi bellissimi, ho avuto la fortuna di essere eletto sindaco a 28 anni e di fare una lunga esperienza che ha segnato per sempre la mia vita. Rispetto ad allora la situazione è molto cambiata: i sindaci oggi hanno molti più poteri, ma credo che siano molto più soli di fronte alle loro comunità, sottoposte ogni giorno al rischio della frantumazione sotto la spinta di un individualismo-egoismo senza freni. Trent’anni fa non c’era nulla, c’era bisogno di tutto, strade da asfaltare e costruire fognature, depuratori, raccolta e smaltimento rifiuti, asili nido, materne, scuole, trasporti pubblici, biblioteca e luoghi di incontro e socializzazione, campi sportivi, palestre, strumenti urbanistici, case popolari, piani per l’edilizia economica… Sembra un altro mondo, invece era proprio così. Ora tutto questo è stato realizzato; oggi il grande compito degli amministratori è quello di “costruire”, trovare con pazienza il filo che unisce una comunità e ne determina la qualità della vita e quindi il piacere di riconoscersi e vivere in modo identitario in un determinato territorio. Io ritengo che sia più facile da realizzare qui che non in una città.

Ha seguito, in questi anni, il dibattito politico in sede locale? Che idea s’è fatto? Un giudizio in breve sulla situazione attuale del comune di Castelnovo ne’ Monti.

Terminata l’esperienza di sindaco la mia vita lavorativa è stata lontano dalla politica attiva. Il lavoro mi ha portato lontano da Castelnovo, in giro per l’Italia. Il giudizio che mi chiede non può essere quello di persona molto informata dei fatti, perciò mi astengo dal darlo. Una cosa voglio dire: i comuni dovrebbero essere una “casa di vetro” per il cittadino che vuole essere informato, dovrebbe essere facile avere tutti gli elementi per farsi un giudizio non da “tifoso” ma il più obiettivo possibile.

Come giudica le opposizioni attuali e come le confronterebbe con quelle con cui si è trovato a fare i conti a suo tempo?

La DC era un grande partito popolare con uno straordinario legame con la gente, non aveva a capo “un proprietario”, ma un gruppo dirigente di grande valore; a Castelnovo anche nel ruolo di opposizione era sempre possibile cogliere il portato della rappresentanza popolare. Altri tempi! Venendo ai giorni nostri, come dar torto al presidente della Camera Fini quando li definisce autisti che guidano con lo specchietto retrovisore…

Per più versi sembrano passati decenni e non appena vent’anni scarsi da quando ha lasciato: quali, in generale, secondo lei, i tratti maggiori di cambiamento?

A Castelnovo le condizioni di vita si sono consolidate su livelli alti per la stragrande maggioranza delle famiglie, i servizi pubblici in molti casi raggiungono punte di eccellenza. A mio avviso il grande problema è la SS 63, è scandalosa la condizione in cui si trova l’unica importante arteria che garantisce la mobilità delle persone e delle merci per quasi tutto il territorio montano! Dopo i parziali interventi migliorativi degli anni ‘80-‘90, non si è fatto più nulla, solo degrado da terzo mondo! 20 anni di sole chiacchiere e comunicati stampa: questo è lo spettacolo che hanno dato gli “eletti”, tutti, senza eccezione alcuna. Gli operai della INSE a Milano sono saliti su una piattaforma ed hanno minacciato di non scendere se la loro fabbrica non veniva riaperta. Ce l’hanno fatta. Questo è un esempio da imitare da chi si è assunto la responsabilità della rappresentanza politica. Assieme agli onori conquistati, si assuma l’onere di trovare una soluzione a questo drammatico problema. Le faccio una proposta: basta con la propaganda, ma un’azione clamorosa che porti il problema fuori dalla dimensione locale.

Le proteste di vario tipo sono sempre pronte: colpa degli amministratori oppure c’è maggiore insofferenza della cittadinanza di fronte alle difficoltà o a quello che non ritiene essere in linea col proprio interesse?

Dappertutto, non solo a Castelnovo, c’è un’accentuarsi della conflittualità tra interessi divergenti. Credo che tutto ciò sia dovuto alla grande incertezza nella quale tutti viviamo in relazione al futuro. I cambiamenti sono talmente repentini che spesso generano paura, le sicurezze di cui ognuno di noi ha bisogno per vivere sereno sono quotidianamente messe in discussione. La paura si sconfigge non isolandosi ma intensificando una ricca vita di relazione; ne sono un esempio la capillare rete associativa che contraddistingue la comunità castelnovese. Chi governa localmente dovrebbe creare le migliori condizioni per soddisfare la domanda di partecipazione ed essere più attenti al benessere “immateriale” dei cittadini. Se un cittadino diventa protagonista nella propria comunità è un cittadino in grado di migliorare la propria qualità della vita insieme agli altri.

A Castelnovo ne’ Monti le sedute consiliari sono perlopiù deserte (detto altrimenti: il controllo diretto degli elettori sugli eletti in questo senso sembra evanescente). Succedeva lo stesso quando era primo cittadino lei? Se è così non diventa allora davvero critico il ruolo della stampa libera nell’informare di ciò che accade nelle famose “segrete stanze”?

I consigli comunali non sono mai stati luoghi di grande partecipazione, fatte salve le occasioni in cui erano in discussione importanti argomenti di grande interesse. I consigli di frazione, nei tempi in cui si costituirono, erano una forma di partecipazione nuova. Ritengo che ora siano anacronistici e largamente superati. La partecipazione, ai tempi di internet e della informatizzazione, ha ben altre modalità. La parola magica oggi è: informazione, ovvero conoscere per poter decidere; non debbono esistere “segrete stanze” quando si tratta delle delibere che gli amministratori vanno a prendere. Un cittadino informato è un cittadino in grado di decidere con cognizione di causa e soprattutto è in grado di esercitare il controllo sugli eletti. La stampa diventa strumento di un’informazione più corretta e meno velinara e magari anch’essa meno di parte! Mi si dirà: è un’utopia! Nossignori, la Svezia attua da anni una politica di trasparenza da noi impensabile. La posta che ogni giorno riceve il sindaco è messa in rete prima che arrivi sul suo tavolo! Gli atti amministrativi e tutto il loro percorso, attraverso il quale si formano, sono disponibili in rete ed accessibili a tutti. In questo modo ogni cittadino o giornalista che vuol sapere come e perché è stata presa una certa decisione, viene a conoscenza delle ragioni che hanno portato a quella scelta. Questa è la Svezia, paese che oggi presiede alle istituzioni europee. Da noi succede l’esatto contrario, si conosce si l’atto finale, ma non tutto il percorso che ha compiuto. La mancanza di questo pezzo, che è la parte più importante e che determina la conoscenza vera, rende incompiuta l’informazione. Ai cittadini restano allora solo le congetture e la possibilità di partecipare alla vita civica come il tifoso al bar.

Quindi: l’informazione. Oggi si va molto per comunicati stampa. Le voci critiche sono spesso malviste. Come vede il ruolo del giornalista in un mondo, quello odierno, che dispone di tecnologie molto diverse rispetto a solo pochi anni fa?

Le voci critiche, sotto ogni cielo, sono sempre state malviste. Le nuove tecnologie sono uno straordinario aiuto ma il vero giornalismo rimane a parer mio quello d’inchiesta, cioè quello dove il giornalista si fa venire i buchi nelle suole delle scarpe per andare a cercare e approfondire la notizia sul campo. Lo diceva Indro Montanelli parlando ad un convegno, tenuto nei primi anni '80, a Gazzano di Villa Minozzo in ricordo di Arrigo Benedetti.

3 COMMENTS

  1. Gente di sinistra
    Qualcuno per questo mi rimprovera, ma io non riesco a classificarli tutti schedandoli semplicemente come COMUNISTI! Credo che ciascuno sia anche molto diverso da ciascun altro di essi. Ho avuto modo di parlare con l’ex sindaco Bizzarri ed è stato piacevolissimo. E a proposito di giornalisti, avete visto i servizi di approfondimento di Gabriele Franzini di Telereggio? Li trovo davvero fantastici anche se da molti quella testata televisiva è vista come una sorta di locale TELEKABUL…

    (Umberto Gianferrari)

  2. Lucidità
    E’ diventato difficile trovare persone che ragionano con la lucidità di Bizzarri. Molta lucidità e pochi preconcetti, attenzione alle dinamiche essenziali della società, poche frasi fatte, poco politichese, poco sindacalese, nessun neorazzismo… Rarissimo trovare queste caratteristiche nei nostri rappresentanti. Forse perché lui è ancora fuori dalla “politica”?

    (Commento firmato)

  3. Lui è ancora fuori dalla Politica?
    Uno che è stato sindaco dal 1976 al 1990 secondo me non è MAI stato fuori dalla Politica, neppure da ragazzo! Per comprendere quanta e quale sia la passione Politica (il “P” maiuscolo NON è casuale!) di Bizzarri bastano 3 secondi e 7 centesimi… Forse la “verginità” politica del nostro ex sindaco è altra; si può essere dei politici senza essere dei politicanti? A quanto pare qualcuno pare riuscirvi…

    (Umberto Gianferrari)