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Latterie montane in assemblea

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Amministratori di latterie montane in assemblea, giovedì 6 agosto, per iniziativa della Confcooperative provinciale.
Un confronto – programmato alle 21,00 nella sede comprensoriale di Castelnovo ne' Monti della centrale cooperativa (via Micheli, 3/M) – che verterà su alcuni tra i più scottanti argomenti per i produttori di un’area in cui il mondo rurale è di fatto legato ad una monocoltura: la produzione di latte destinato alla trasformazione in Parmigiano Reggiano.

Proprio per questo i lavori partiranno da un’analisi dell’attuale situazione di mercato del “re dei formaggi”, andando poi ad approfondire i programmi di lavoro del Consorzio del parmigiano-Reggiano e i contenuti della riforma della Politica Agricola Comunitaria in relazione, in particolare, al premio indirizzato a chi produce latte di qualità (e tra questi proprio gli allevatori legati al nostro formaggio tipico).

Sullo sfondo, però, diversi altri problemi ed opportunità: dalle strategie di aggregazione finalizzate alla concentrazione dell’offerta (“primaria risposta – spiega Confcooperative – per svincolare i produttori dallo strapotere della grande distribuzione”), alle risorse pubbliche disponibili per i progetti di integrazione, al costo del lavoro in agricoltura, alle agevolazioni che su questo piano la cooperazione rivendica in modo stabile.

“L’area montana – sottolinea Confcooperative – ha caratteristiche del tutto peculiari rispetto ad altre zone: alla produzione di latte non vi sono di fatto alternative praticabili, ed è a questo vincolo – che coincide anche con una elevata specializzazione – che occorre guardare per impostare politiche serie che garantiscano la tenuta delle aziende agricole e delle cooperative del nostro Appennino, che non solo garantiscono consistente parte del reddito prodotto in montagna, ma rappresentano un presidio fondamentale in termini sociali, relazionali, di cura e di promozione del territorio”.

“Proprio per questo – prosegue Confcooperative – occorre dare assoluta stabilità e continuità, ad esempio, al regime agevolato sui contributi agricoli unificati per le aziende collocate al di sopra dei 500 metri di altitudine, evitando i rischi legati ad un sistema di proroghe (due anche nel 2009) che non offre alcuna certezza ai produttori”.

“Già alle prese con costi di produzione non coperti dalle quotazioni di mercato e più alti che altrove – osserva la Confcooperative – i produttori non possono né resistere né programmare investimenti sapendo che da un momento all’altro (prima era il 31 dicembre 2008, poi il marzo scorso, poi il termine è stato spostato al 31 dicembre prossimo) può scattare un aumento del costo del lavoro che, a seconda dei settori, va dal 17 al 25%. Agli amministratori locali e alle forze politiche – conclude Confcooperative – sollecitiamo dunque nuovamente un impegno serio e corale affinché le agevolazioni siano rese stabili in funzione di condizioni di oggettivo svantaggio delle aree montane e dei produttori che in esse operano”.