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L’intervista botta-e-risposta / “Campare facendo il contadino”

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E' appena passato l'appuntamento con la Fiera casinese del Parmigiano Reggiano, a cui ha preso parte. Parliamo di Marcello Chiesi, 35enne agricoltore di Casina, che è il più giovane presidente di latteria sociale della provincia. E' responsabile della latteria sociale di Cortogno e ci ha rilasciato la presente intervista.

Come mai hai scelto di fare il contadino?
Per passione e soprattutto per essere figlio d’arte, sono cresciuto in una famiglia che da generazioni lavora la terra da generazioni e ho scelto di fare lo stesso lavoro e mi sento realizzato.

Sei sposato?
Lo sono non ho figli e mia moglie fa un altro lavoro.

Con questa professione riesci a mantenere la tua famiglia?
Una volta una grande famiglia campava con una piccola stalla, ora una piccola con una grande stalla come ho io fa più fatica.

Hai detto che hai una grande azienda, in che senso?
Un azienda la mia con 80 mucche da latte e 40 fra manze e vitelli lo è, infatti produciamo 6.300 quintali di latte e lavoriamo 220 biolche di terra.

In quanti siete a gestirla?
Io, mio padre, mia madre e una dipendente locale molto brava.

Come mai ti hanno scelto come presidente della latteria sociale di Cortogno?
Purtroppo sei anni fa si ammalò in modo grave Franco Incerti, il presidente. Io ero cassiere e i soci mi hanno dato fiducia e mi hanno eletto e ora cerco di ripagarli con la passione e l’impegno. Una latteria, la nostra, che produce 5.700 forme l'anno lavorando 34.000 quintali di latte.

Il tuo paese, Cortogno, una piccola frazione di Casina, ha espresso importanti personalità del mondo agricolo reggiano. Franco Incerti, per molti anni presidente della Coldiretti, e Silvano Domenichini, funzionario della stessa associazione, che ruolo hanno avuto nella scelta della tua professione?
Certamente sono stati esempi da seguire hanno sempre avuto idee innovative nell’agricoltura e anche molto esperti. Incerti, poi, quando è stato presidente della latteria e della stalla sociale mi ha insegnato tante cose.

Vogliamo sfatare un mito che descrive il contadino uno che piange miseria e si lamenta sempre?
E' un detto popolare che ci descrive così e forse era vero; ora il lamento è d’obbligo e poi il contadino ha sempre lavorato tanto e in proporzione alle ore lavorate il compenso non era conseguente.

Sono stato in Alto Adige in vacanza in una località a 1700 mt e ho conosciuto un giovane agricoltore sposato con tre figli piccoli la cui moglie lavora con lui in azienda e gestisce anche nella loro abitazione camere per turisti. Ora sta facendo un grosso investimento, sta costruendo una nuova stalla: si vede che oltre a piacergli la professione è anche redditizia. Da noi in montagna questo è possibile?

In quella regione autonoma hanno da molti anni impostato una politica agricola specifica di quel territorio che noi abbiamo auspicato da sempre ma che non è mai stata applicata. In quella regione per esempio gli agricoltori ricevono contributi anche per il solo fatto che lavorando la terra si evitano disastri idrogeologici, da noi questo non accade. Da noi, poi, in questo momento di crisi globale ci sono aziende in difficoltà perché negli anni scorsi hanno fatto investimenti e ora con gli alti tassi applicati dalle banche e con l’aumento delle materie prime - vedi mangimi ed energia elettrica e attrezzature - le difficoltà sono aumentate, mentre il prezzo del Parmigiano Reggiano tende a diminuire e anche per la grande concorrenza del padano, un formaggio a grana dura che necessita però di una minore stagionatura. E poi il problema del nostro settore è quello di non riuscire ad avere un potere contrattuale con le grosse catene di distribuzione.

Allora che prospettive ci sono nel tuo settore?
Come dicevo prima, nell’attuale crisi economica non riesco a vedere a breve nessun cambiamento tale da assicurare una giusta gestione redditizia di un'azienda, anche perché la politica da molti anni non è stata in grado di supportare un nuovo modello di agricoltura e questo è il mio rammarico.

2 COMMENTS

  1. Complimenti e… grazie!
    Complimenti vivissimi a Marcello Chiesi, forza e speranza giovane dell’agricoltura italiana ma soprattutto della “nostra” montagna. Grazie per il tuo ruolo di presidente attento e competente e per l’impegno generoso che dimostri concretamente nella produzione, tutela e promozione del “Re dei Formaggi”, da secoli tesoro delle nostre terre.

    (Ubaldo Montruccoli)

  2. Complimenti
    Conosco personalmente Marcello, persona che stimo ed ammiro. Fare i complimenti è spesso facie, ma farli ad una persona come Lui è un privilegio.
    Premesso ciò, vorrei che fosse approfondito il tema redditività del Parmigiano Reggiano, IL RE DEI FORMAGGI, stagionato mesi e mesi che alla fine costa meno dello stracchino!!!
    Spesso mi chiedo come sia possibile che un prodotto di così alta fascia, naturale, genuino, sano, completo, dia meno reddito ai contadini di un prodotto fatto con latte… come lo stracchino e che lo stesso costi di più di un prodotto stagionato per oltre 24 mesi?
    Ricordo spesso mio zio (essendo io di famiglie contadine) che nel lontano 1982 mi raccontava che il latte era stato pagato 1020 lire al litro! Ora viene pagato poco più di 35 centesimi, cioè circa 700 lire. 25 anni dopo con la nafta che costa 3 volte, la farina 4/5, il contadino percepisce il 30/40% in meno di 27 anni prima!
    Mi chiedo come sia possibile e mi chiedo di chi sia la colpa:
    – del mercato?
    – dei contadini?
    – dei grossi commercianti?
    oppure della grande distribuzione che sfrutta il prodotto come CIVETTA?
    In tutto questo chi ci rimette? Solo ed esclusivamente chi produce, strozzato dai costi sempre in aumento. Ed alla fine chi non resisterà chiuderà esalando l’ultimo proclama… Evviva lo stracchino.
    Grazie.

    (Roberto Malvolti)