Home Cronaca Motociclista scandianese (con patente sospesa) aveva taroccato la moto con targa e...

Motociclista scandianese (con patente sospesa) aveva taroccato la moto con targa e documenti di un’altra

19
6

Circolava tranquillamente lungo la statale 63, nei pressi del valico del Cerreto, incurante che il motociclo sul quale viaggiava non era ancora stato immatricolato. Vale a dire: il mezzo non poteva assolutamente andare su strada.

Tuttavia, l’intraprendente motociclista - un 38enne residente a Scandiano - ha pensato di ovviare a questo imprevisto installando sulla moto la targa di un motociclo gemello, cioè dello stesso tipo, marca e colore. Il centauro è però finito nella rete dei controlli che la Polizia stradale castelnovese effettua periodicamente sulle strade di montagna per contrastare l’alta incidentalità che vede per protagonisti proprio i conducenti dei mezzi a due ruote e quella che voleva essere una piacevole escursione si è trasformata per l’incauto motociclista in una lezione che non dimenticherà tanto facilmente.

All’atto del controllo, infatti, gli agenti si sono insospettiti di alcuni particolari che non corrispondevano ai dati inseriti sulla carta di circolazione ed hanno dato il via ad una serie di accertamenti che sono durati qualche giorno. Alla fine tanti sforzi sono stati premiati e il motociclo è risultato non immatricolato, privo di copertura assicurativa e con la targa e la carta di circolazione appartenenti ad un altro mezzo.

Il conducente, che è stato invitato presso gli uffici della Polstrada di viale Bagnoli, si è visto contestare una sfilza di violazioni al codice della strada che nel totale comporteranno oltre mille euro di contravvenzione, il sequestro ed il fermo amministrativo della moto e il ritiro della targa utilizzata in maniera illegittima.

Come se non bastasse, la disavventura ha fatto registrare anche la classica ciliegina sulla torta: il conducente non ha potuto esibire la patente di guida, che a suo dire era stata lasciata a casa. La versione, ovviamente, non ha convinto gli uomini comandati dall’ispettore Roberto Rocchi ed è bastato poco per scoprire come il motociclista avesse in realtà il documento di guida sospeso per essere stato colto in stato di ebbrezza qualche mese fa. Così è scattata l’ennesima contravvenzione che ora comporterà nientemeno che la revoca della patente.

Speriamo che almeno adesso il centauro scandianese comprenda come sia forse meglio attendere qualche giorno l’arrivo della targa e della carta di circolazione della moto piuttosto che osare tanto e soprattutto non sfidare la sorte e mettersi alla guida di un veicolo quando la propria patente è sospesa. In caso di sinistro, infatti, nessuna compagnia assicurativa avrebbe coperto gli eventuali danni provocati dal motociclista, soprattutto in caso di sinistro grave o con conseguenze mortali.

6 COMMENTS

  1. Bravi
    Complimenti agli agenti della Stradale per l’ottimo intervento compiuto. Questo è ciò che vuol dire prevenzione. Purtroppo, forse anche a causa della crisi, i veicoli che circolano senza assicurazione sono sempre di più e questo è un grande pericolo per tutti.

    (A.F.)

  2. Bravi
    Ho assistito personalmente alla scena e vi posso assicurare che sembrava un film. Complimenti al Comandante Rocchi ed alla sua squadra, per la professionalità e la pazienza dimostrata. Dovrebbe far riflettere tutti il fatto che sulla strada degli IDIOTI così non dovrebbero viaggiare e che questi comportamenti vanno a discapito di tutti.
    Grazie da un motociclista convinto.

    (Roberto Malvolti)

  3. Mi permetto
    Colgo l’occasione che mi è data da questo articolo per lanciare una provocazione, sia al Capitano Amoroso che all’Ispettore Rocchi. Parto da un punto fermo per evitare malintesi o false interpretazioni. Evviva i controlli! Questa affermazione per far capire che un motociclista non ha paura dei controlli, fatti in modo corretto, fatti per verificare lo stato dei mezzi con cui viaggia; a noi non piacciono i velox dietro i bidoni della spazzatura o i controlli fatti per FAR CASSA, ma il resto va bene!
    I controlli li TEME colui che ha scambiato la “MULATTIERA SS 63” per una pista, oppure la SP 513 R. Ed ecco la provocazione: “MULATTIERA”.
    Sì, non mi viene altro nome, in quanto ieri ho percorso la SS dell’ABETONE, non molto distante da noi; manto perfetto, non una buca, argini puliti, le cunette pure, un vero spettacolo una strada di montagna TIPO Trentino.
    Ebbene, mi rivolgo a voi tutori dell’ordine per avere una mano, visto che state investendo molto sulla SICUREZZA ATTIVA (controlli, sensibilizzazione, ecc. ecc.) vi chiedo di investire anche sulla sicurezza passiva; fate sentire la vostra voce a chi di dovere (ANAS) per far sì che la nostra strada torni ad essere chiamata TALE, fate voi quello che i nostri politici non sono stati in grado di fare. Perchè vi posso assicurare che oggi è più pericoloso viaggiare sulla SS 63 ai 40 Kmh che percorrere la SS dell’Abetone ai 90 Kmh.
    Vi posso assicurare che i montanari ve ne sarranno grati. Altrimenti non ci rimane che un’eclatante manifestazione.
    Grazie.

    (Roberto Malvolti)

  4. Dovere non provocazione
    Fra i compiti della Polizia Stradale rientra anche quello della vigilanza – in senso stretto – dello stato delle strade e la conseguente segnalazione all’Ente proprietario di tutto ciò che risulta anomalo o pericoloso per la circolazione stradale. Ad inizio stagione estiva il nostro Comando ha provveduto a svolgere un sopralluogo non solo sulla SS 63 ma anche lungo la SP 513R e sulla SP 486, segnalando quanto riscontrato. Fra le altre cose, un operatore del Comando castelnovese ha il compito di svolgere questo servizio periodicamente ed anche sulle strade considerate di minore importanza. Nel contempo, tuttavia, debbo segnalare che i costanti rapporti con i tecnici dell’Anas ci hanno talvolta consentito di far fronte ad alcune emergenze che rischiavano di compromettere seriamente l’incolumità pubblica.
    Non si tratta, dunque, di una provocazione, ma di un preciso dovere che sentiamo dover svolgere alla pari di tutti gli altri compiti istituzionali.

    (Ispettore Superiore Roberto Rocchi, Comandante Distaccamento Polizia stradale Castelnovo ne’ Monti)


  5. Sono gli pseudo-motociclisti come questo scandianese a rovinare l’immagine dei tanti appassionati delle due ruote che ogni domenica solcano le strade della nostra provincia. Chi ama veramente la moto circola in condizioni di sicurezza e mai arriverebbe a costruire meccanismi come quello scoperto dalla Polizia stradale. Questo ha un influsso fortemente negativo su tutto il sistema e sulla stessa considerazione che i cittadini hanno verso i motociclisti. Per questo motivo mi auguro che quell’individuo possa davvero rischiare la patente una volta per sempre e cambiare passione!

    Dario Ruffini (motociclista da 20 anni)


  6. Innanzitutto un plauso a tutte le forze dell’ordine che tra mille difficoltà e sacrifici svolgono il proprio dovere o, per usare una terribile espressione, “assolvono ai compiti d’istituto”, davvero con encomiabile abnegazione e dedizione. L’utente della strada “beccato” al Cerreto – definirlo motociclista è un’offesa a tutti i motociclisti – rappresenta la classica mela marcia che rischia di infettare tutta la raccolta. In un paese serio costui non rischierebbe la patente, ma passerebbe un bel periodo di “calma e riflessione” nelle patrie galere. Ma siccome siamo in un paese dove purtroppo è permesso tutto ed il contrario di tutto tra qualche mese ce lo ritroveremo, temo, a scorrazzare di nuovo sulle pubbliche strade. Con buona pace di chi si sta adoperando per una piena legittimità dell’educazione stradale e della stragrande maggioranza dei motociclisti che nulla ha a che spartire con simili delinquenti, nell’accezzione latina dl termine.
    La moto non è un oggetto “facile”; si combatte sempre contro le inalienabili leggi della fisica. Quando poi si “staccano” i collegamenti con il cervello il mix diviene davvero devastante. A questo si aggiunga che una certa categoria di moto, le cosiddette sportive, hanno raggiunto un tale livello di prestazioni e di tecnologia, per certi versi allucinante, da renderle quasi “assurde” per un uso stradale “normale”. E coloro i quali hanno testa e capacità per razionalizzarne l’uso sono davvero pochi. E qui entrano in gioco anche complesse dinamiche e considerazioni di ordine etico e commerciale. Che è ben altro discorso.
    Ad ogni buon conto ben vengano tutti i controlli delle forze dell’ordine. Anzi, come FMI (Federazione motociclistica italiana) le appoggiamo e auspichiamo. Il vero MOTOCICLISTA non le deve temere. Gli agenti o i carabinieri che ci intimano lo stop sono nostri “amici”. Chi li considera diversamente si pone automaticamente contro la stragrande maggioranza di quella meravigliosa “tribù” che è quella dei motociclisti.

    (Paolo Comastri, delegato provinciale Fmi, Federazione motociclistica italiana)