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“Un errore l’ordinanza sull’accattonaggio”

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Giuliano Maioli, ex assessore della giunta Marconi 1 (della legislatura appena conclusa), scrive una lettera aperta al sindaco di Castelnovo ne' Monti sulla questione dell'accattonaggio, distanziando la propria posizione dal provvedimento preso ora dal Marconi 2 appena insediato. L'argomento è senza dubbio delicato e "difficile", che tocca corde profonde in ciascuno di noi - a maggior ragione in chi si dichiara cristiano - come dimostra anche il dibattito che si sta sviluppando su questa testata, con gli interventi già pervenuti e che continuano a pervenire da parte di diversi lettori. Pubblichiamo integralmente l'intervento.

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Caro Gian Luca,

so per esperienza quanto sia difficile amministrare, spesso i problemi sono complessi e gli strumenti a disposizione poco raffinati (penso che questo sia uno dei casi), ritengo però che tu abbia commesso un errore emanando l'ordinanza sull'“accattonaggio”.

Sono perfettamente d'accordo nel colpire le organizzazioni malavitose che sfruttano i poveri e ricattano chi non si può difendere e sono anche convinto che i “furbi” che carpiscono la buona fede e molestano i cittadini vadano neutralizzati, ma questo non può accadere a scapito di chi chiede l'elemosina (di questo si tratta) per sbarcare il lunario.

Credo che lo sforzo per tenere distinte le situazioni vada fatto da tutti, ma in particolare dalla coalizione che ha impostato il suo programma di governo sulla base di valori come la solidarietà, la giustizia, la lotta al razzismo in tutte le sue forme.

Ricordo (ed ho presente la tua sensibilità a questi temi) che abbiamo discusso di questi problemi nella giunta precedente, ma non rammento alcun riferimento ad ordinanze, le cui bozze, probabilmente, erano state elaborate ed impostate solo a livello tecnico.

Mi auguro un ripensamento che permetta di intervenire distinguendo le varie situazioni, ci sono forze politiche che volutamente non lo fanno per cinica convenienza elettorale, la differenza tra noi e loro sta proprio lì, nel dimostrare ai nostri concittadini che siamo in grado di affrontare problemi complessi senza utilizzare soluzioni semplicistiche.

Anche chiedere l'elemosina può essere un gesto dignitoso se contrapposto a furberie o peggio ruberie; non molti anni fa parecchi montanari lo hanno fatto per sopravvivere e mi piace ricordarli come persone perbene.

(Giuliano Maioli)

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4 COMMENTS

  1. Concordo
    Grande Giuliano, questa è l’ennesima dimostrazione della coerenza tua personale. Troppo spesso viviamo situazioni dove l’ambiguo permette a noi stessi di scegliere la STORIELLA A LIETO FINE. Ora, grazie al PALETTO che hai messo, molti saranno “spero” costretti a riflettere. E’ ora che ritiriamo fuori dal cassetto quei VALORI della nostra civiltà. Valori che ultimamente si sentono solo a parole. O siamo diventati una sola cosa destra/sinistra? Grazie di cuore.

    (Roberto Malvolti)

  2. Proposte
    Volevo chiedere a Maioli Giuliano se per caso ci sta dicendo che il nostro sindaco è un bugiardo quando dice che questa ordinanza era già stata decisa dalla precedente amministrazione e come a suo avviso dovrebbe essere risolto il problema della malavita che molto spesso è dietro al sipario di chi chiede l’elemosina senza purtroppo colpire anche chi (ammesso che ci sia) lo fa solo per bisogno. Si potrebbero citare molti esempi, ma il primo che mi viene in mente è quello di una ragazza rumena che lo scorso inverno incurante del freddo chiedeva l’elemosina davanti alla Coop con una bambina di pochi mesi in braccio: so per certo che è stata avvicinata da alcuni volontari che le hanno offerto un tetto e del cibo… a questo punto alla chetichella se ne è andata…
    Il problema è molto complesso, ma sicuramente dare soldi non fa che incentivare queste situazioni. Paradossalmente allora vanno bene anche le prostitute… piuttosto che rubare… Cosa doveva fare allora il nostro sindaco? Nulla, forse? O c’era qualche altra soluzione?
    Cordiali saluti.

    (Commento firmato)

  3. Da quale paese vieni?
    Ero assai titubante se intervenire su questo tema negli articoli e nei commenti già pubblicati precedentemente, perché è molto facile scivolare sulle incomprensioni.
    Io ho un negozio, la porta è sempre aperta a tutti, clienti, perditempo, ecc., e a differenza di una abitazione privata non c’è nemmeno bisogno di suonare il campanello o chiedere permesso, perciò è molto facile entrare anche soltanto per chiedere l’elemosina. Non passa giorno che non ne entri almeno uno, ma in verità, debbo constatare che sono sempre più numerosi. Per me non esiste “destra” o “sinistra”, questo non mi importa proprio niente, ma esistono altri valori ben più importanti! Per conto mio ogni persona che entra va rispettata comunque e dovunque come tale a prescindere dalla nazionalità, colore, altezza o modo di vestire o di parlare, povertà o ricchezza, con o senza permessi; sono persone e questo dovrebbe bastare.
    Mescolati ci sono poi anche quelli che delinquono o vivono di altri espedienti e non di offerte; in modo particolare chi ha avuto problemi nel proprio paese fugge per evitare guai seri e difficilmente si accontenta di un poco di elemosina, ma spesso si imbarcano in organizzazioni malavitose con poco lavoro ma tanto denaro, sempre non tanto pulito. Per questi, ma principalmente per quelli di nazionalità italiana che ne sono gli organizzatori e sfruttatori, la mano della giustizia purtroppo non è mai abbastanza pesante (anzi).
    Quando entrano, salvo qualche eccezione, non sono quasi mai insistenti. Di solito a quelli nuovi, mai visti in precedenza, faccio questa domanda: da quale paese vieni? Mi rispondono tutti con un largo sorriso che sfiora i 20 cm: Ghana, Nigeria, ecc. ecc. Seconda domanda: chi hai lasciato al tuo paese? Altro sorriso sempre di 20 cm: genitori, fratelli, ecc. ecc. Altra successiva domanda di prassi: ma cosa sei venuto a fare qui in Italia? A questa domanda rispondono un po’ più impacciati, forse non sanno neanche bene cosa cercavano. Fortuna, lavoro, benessere?
    Forse si sono accorti che la vita è dura anche da noi, anche nel nostro benessere.
    Certamente non danno fastidio più di tanto e quasi sempre offro loro qualche cosa, ma non mi sembra questo il sistema giusto per aiutarli, perchè non possiamo essere noi a fare elemosina a tutti quelli che la chiedono, ma soprattutto a dei giovani in piena forza e salute in uno stato che si dice sociale ed attento e vicino ai bisogni della gente!!
    Recita la Costituzione: ”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” (e non sullo sfruttamento… o sull’elemosina o sul denaro) dove ognuno ha il “diritto” ad avere un lavoro giustamente retribuito, ma anche il “dovere” di lavorare per guadagnarsi da vivere onestamente.
    Purtroppo in questa situazione il lavoro, quello giusto e aspirato, specialmente il posto sicuro, è diventato un miraggio anche per noi italiani, in questi ultimi tempi di licenziamenti e cassa integrazioni a volontà.
    La butto lì; ma invece di fare centri di accoglienza-prigioni o di elargizioni spot di sopravvivenza (sempre pagati da noi), non si potrebbero organizzare con qualche aiuto e un po’ meno burocrazia dei centri tipo delle comunità autosufficienti come già esistono, ma dove il pane viene guadagnato con il lavoro? Abbiamo molti caseggiati abbandonati, terreno incolto… boschi da pulire.

    (Elio Bellocchi)

  4. Condivido!
    Condivido l’opinione espressa dal Sig. Bellocchi. Dopo tanti commenti letti su questo argomento dettati dall’intolleranza, eccone uno dettato dal buon senso (ormai sempre più raro). In conclusione una dolente nota: non so com’è, ma i sindaci al secondo mandato consecutivo cambiano spesso “pelle”; l’ordinanza emessa ne è una dimostrazione… Davvero, davvero mi sarebbe piaciuto che fosse stata esposta in fase elettorale, le cose sarebbero andate diversamente.

    (Roberto Bedini)