Riportiamo un articolo del direttore della Caritas diocesana reggiana, Gianmarco Marzocchini, sul tema delle ordinanze anti-accattonaggio.
-----
Dopo oltre un mese dalle ultime elezioni, dopo il tourbillon di nomine a completare le giunte che dovranno governare e amministrare nei prossimi 5 anni e dopo esserci lasciati alle spalle i proclami e i bisticci della campagna elettorale, ecco che le macchine amministrative dei comuni sono tornate al lavoro quotidiano.
Nonostante l’avvicinarsi delle ferie e del riposo estivo, leggendo i giornali di questi giorni sembra che la priorità di alcuni comuni sia divenuta quella di fare ordinanze per la sicurezza dei cittadini e il decoro pubblico. Potevamo aspettarci queste mosse dalle amministrazioni dove hanno vinto centro-destra e Lega, perché coerente con quanto hanno promesso. Ma… sembra che, per una sorta di “par-condicio”, anche i comuni amministrati da maggioranze di centro-sinistra si siano allineati. Forse per dovere di “riconoscenza” all’aumento straordinario (quasi ovunque) dei voti ricevuti dalla Lega?
Non so cosa ci stia sotto, non mi voglio addentrare in questioni politiche, ma mi permetto di fare alcune riflessioni riguardo le ordinanze anti-accattonaggio emesse in questi giorni (dai comuni di Reggio Emilia, che ha già pronta anche quella anti-lucciole, di Guastalla e di Castelnovo ne’ Monti).
Come prima riflessione mi chiedo se davvero queste sono le priorità di un comune. In un momento storico dove la crisi economica sta manifestando le conseguenze più gravi, dove la questione “casa” sta diventando un problema per molte famiglie che non riescono più a pagare affitti e mutui, dove i servizi sociali sono sempre più in affanno e inadeguati a dare risposte all’aumento di richieste, mi chiedo se le questioni “di facciata” siano davvero le più urgenti.
Leggendo il testo di queste ordinanze, in effetti, non si può nascondere che ci sia anche una questione estetica, di decoro che si vuole salvaguardare. In particolare, quella del Comune di Guastalla, nelle giustificazioni dell’impianto dice che si intende “limitare il senso di degrado pubblico che tali manifestazioni comportano”. Una questione “di facciata”, appunto!
La frase coniata dagli americani “Not in my garden” (basta che non sia nel mio giardino) dice molto bene lo spirito che è sotteso a questi ripieghi amministrativi che non affrontano i veri problemi, non ricercano le cause delle manifestazioni ma semplicemente cercano di allontanare il problema. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, appunto!
Sarebbe necessario distinguere chi è costretto all’accattonaggio e rientra in giri di vero e proprio sfruttamento da chi vende qualcosa per arrangiarsi e mantenersi. Nel primo caso è giusto cercare di limitare il fenomeno ma sarebbe necessario perseguire gli sfruttatori e non gli sfruttati. Nel secondo caso ogni situazione sarebbe da analizzare attentamente e farsi carico di tante storie concrete di povertà subita e non certo voluta.
Queste ordinanze mettono tutti gli sfruttati sullo stesso piano e non c’è dubbio che si reggono sulla volontà di accontentare un po’ la cittadinanza e di tenerla buona dimostrando di poter controllare i “fastidiosi” mendicanti e illudendo le persone di avere risolto questo problema anche con proclami piuttosto impegnativi, come dice ancora il testo dell’ordinanza di Guastalla: “impedire ogni ipotesi di minaccia all'incolumità pubblica e di reato a danno dei cittadini”.
Sono convinto che i mendicanti “di professione” insieme a quelli che cercano davvero un minimo di sostegno alla loro povera vita da qualche spicciolo che cade nelle loro mani, si sposteranno in un comune “free”, cioè libero (per adesso), dove chiedere l’elemosina è ancora possibile.
Un’altra domanda alla quale non riesco a trovare risposta è: come faranno le persone colte in flagranza di accattonaggio a pagare la sanzione amministrativa che va dai 100 ai 500 euro? A chi sbarca il lunario con le briciole raccolte elemosinando, credo risulti difficile trovare cifre importanti per pagare la multa… ironia della sorte: dovranno fare gli straordinari e accattonare ancora di più!
Infine, una considerazione, che ritengo la più importante. La filosofia principale che muove queste risoluzioni (così come il Pacchetto sicurezza che diventerà legge del nostro Stato) implica la discriminazione di una parte di popolazione: una fascia della nostra società che non vogliamo, ci infastidisce per il semplice fatto che tutti i giorni è davanti ai nostri occhi a ricordarci che abbiamo troppo e che siamo egoisti.
Il decoro delle nostre piazze, dei nostri parcheggi e dei sagrati delle nostre chiese sarebbe proprio quello contrario a quanto queste ordinanze esprimono. I poveri, gli emarginati sono i nostri tesori, i nostri gioielli, quindi sono loro il nostro decoro. Se li scacciamo per metterci il cuore in pace, per non sentirci inquietati dalle domande che la loro condizione inevitabilmente pone al nostro comodo vivere avremo una pace egoista ed escludente, sicuramente una pace NON cristiana.
“I poveri li avrete sempre con voi”, ci ha ricordato Gesù nel Vangelo. Ce lo ha detto per ricordarci che, dopo la sua morte, sono loro ad incarnare in modo privilegiato la presenza del nostro Dio. Almeno noi cristiani facciamo un sobbalzo di fronte a questa cultura perbenista che ostenta le proprie ricchezze e futilità e che, nello stesso tempo, risulta essere vessatoria nei confronti dei poveri, degli emarginati, degli sfruttati, di coloro che (senza negare le tante fatiche che si fanno) ogni giorno ci chiedono a livello personale e comunitario di convertirci! Facciamo un sussulto e chiediamo conto ai nostri amministratori, a quanti abbiamo votato del perché di comportamenti che sembrano tesi più alla difesa dei nostri averi che alla ricerca del bene comune.
Le soluzioni a questo tipo di problemi si possono trovare insieme e può essere che il trovarle risulti estremamente difficile (e sicuramente non bastano le ordinanze comunali!) ma tutti possiamo fare un cammino di condivisione e di conversione, vivendo maggiormente la sobrietà, la solidarietà e la vicinanza a coloro che fanno più fatica, a coloro che sono COMUNQUE nostri fratelli da amare e non da… respingere, cacciare o multare!
(Gianmarco Marzocchini, direttore Caritas diocesana Reggio Emilia–Guastalla)
A Cesare quel che è di Cesare e a Dio…
Per quanto ne so, la Caritas reggiana fa davvero molto per le persone più in difficoltà, italiane e straniere! Credo però che chi amministra (anche da cattolico) la cosa pubblica debba tenere conto anche di altre sfaccettature del problema. Bellissima la frase secondo cui per un cristiano i poveri e i più bisognosi sono Essi stessi DECORO di Chiese, sagrati, ecc… Quando però venivano emesse ordinanza analoghe in certe città d’arte non mi pare che la Chiesa sia intervenuta per mantenere QUEI poveri mendicanti, sulle scalinate. Ritengo interessante anche l’ultima riga: BELLISSIMA da un lato ma PERICOLOSA se osservata sotto altra angolazione.
Provo a spiegarmi con un PARADOSSO. Tutte le carceri sono stipate di reclusi… Sono COMUNQUE nostri fratelli da amare, quindi? Spalanchiamo le porte? Era un PARADOSSO, lo ripeto!).
Intanto, mentre qui si dibatte l’argomento, c’è un vecchietto che, la sera (anche stasera) si “apposta” in via Roma (@Ca Castelnovo ne’ Monti, ndr#C), presso un distributore di sigarette. Nascosto nella penombra, verifica ogni tanto se quel fumatore che è appena passato abbia dimenticato qualche spicciolo nell’apposito vano… Subito mi ha preso l’idea di fingermi fumatore (a volte, come ripeto, una piccola idea può essere meglio di un gran teorema!). Essere fumatori così NON nuoce alla salute! Nè gravemente nè leggermente! Anzi! Da lì chiese e sagrati sono lontani. Motivo di più per starGli vicino…
(Umberto Gianferrari)