COMANO (Massa Carrara, 9 luglio 2009) - Due borghi gioiello dell’Appennino toscano entrano nei confini del Parco nazionale per volontà degli ultimi residenti e del Comune di Comano. Torsana 900 mslm e Camporaghena, 860 mslm, due luoghi da sogno. Solo a Camporaghena negli Anni Venti, i registri parrocchiali contavano 600 anime, e migliaia erano gli ovini e alcune centinaia i bovini. Oggi a Camporaghena i residenti sono 21 e 3 soli a Torsana: un comitato “I Groppi”, presieduto da Florio Vanni, si è speso raccogliendo firme per questa importante tappa.
“Chi è restato ha scelto di entrare nel Parco – spiega Cesare Leri, nuovo sindaco di Comano, uno che da 16 anni ha scelto di tornare nel suo comune d’origine, dal quale i suoi genitori emigrarono 47 anni fa e nato proprio nel borgo di Camporaghena -. E questa scelta è stata ponderata, voluta e che ora ci vede soddisfatti. Il nostro Consiglio, questa sera, delibera la domanda di adesione di 200 ettari del nostro territorio al Parco”.
“Questa superficie – prosegue il sindaco – comprende tre eccellenze storiche, artistiche e naturalistiche: i due borghi antichi e i prati di Camporaghena, ovvero gli antichi pascoli e coltivi dei pastori, oggi in parte tornati a selva”.
Sindaco perché entrare in un Parco nel Duemila?
“Perché questa è un’opportunità. E per la nostra lista è stata anche una scommessa giocata durante le elezioni, vinta, e della quale ora manteniamo parola. Sul Parco puntiamo”.
Perché?
“Perché è occasione di sviluppo, soprattutto per due borghi storici che, anche se contano pochi abitanti, d’estate si ripopolano con chi riapre le case, ovvero emigrati, figli di emigrati, turisti. Centottanta persone che qui tornano, dormono, consumano. Una volta da qui partivano i pastori per la Maremma, oppure per i commerci col vicino emiliano, sia reggiano che parmense. Ora torna chi era partito. E’ così che questi luoghi hanno ancora valore d’unione”.
Il Parco nazionale come accoglie questa richiesta?
“Con un invito. Ai residenti del Parco – risponde Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – invito a fare micro turismo e a scoprire questi due luoghi incantevoli, borghi tipici e rappresentativi dell’identità storico e monumentale del nostro ente. Oggi scriviamo una pagina importante, anzi aggiungerei una cosa”.
Dica.
“Il Parco si amplia ed è indubbio segno di grande vitalità, anche perché le richieste continuano. Ora, perché l’atto sia definitivo, attendiamo la ratifica del decreto ministeriale”.
Eppure ogni tanto scontate difficoltà…
“Sì, di chi vede nei parchi la fine dei sogni dello sviluppo coltivato 30 anni fa, se mai questa possibilità c’è stata, o la fine dell’autonomia della società agrosilvopastorale. Ma il Parco non è questo”.
Sarebbe?
“Il Parco non ripristina il passato. Al contrario è il futuro. Sta crescendo una generazione che vede nel Parco lo strumento per accompagnare un cambiamento che è in atto. Il Parco è un luogo da raccontare, ma anche per ritornare, fare turismo e, perché no, viverci. Comunque chi è partito lo ha nel cuore e ne è ambasciatore. Tutto questo lo spiega bene il progetto Parco nel mondo. E, non ultimo, il Parco è strumento che tutela le eccellenze naturalistiche ma crea anche opportunità di sviluppo. Di fatto siamo il primo monumento dinamico dell’Appennino”.
Ed eccoli qui i nuovi 200 ettari il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Una crescita di sicura qualità, fatta di architettura, storia, tradizione. Torsana e Camporaghena raccolgono nelle loro mura i tratti tipici degli antichi agglomerati di queste montagne d’Appennino, dove artigianato, agricoltura, attività tradizionali convivevano nella quotidianità sedimentandosi in storia. Una zona di notevole rilievo che comprende anche un’area di interesse naturalistico, gli antichi prati di Camporaghena, per secoli utilizzati come pascolo e coltivi per ovini e bovini. Oggi, non più adibiti alla loro funzione originale, sono di notevole interesse naturalistico.
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LA SODDISFAZIONE DEL COMITATO
“Per noi è un importante punto di partenza”
Il valdostano… Vanni, presidente del Comitato “I Groppi di Camporaghena”
CAMPORAGHENA DI COMANO (9 luglio 2009) – Se sali a Camporaghena, 22 persone a 860 metri sopra il livello del mare, trovi un valdostano. E’ Florio Vanni, che qui ha incontrato l’amore e, quindi, moglie. E’ il presidente del Comitato “I Groppi” che ha di fatto coronato un primo obiettivo: l’ingresso di Torsana e Camporaghena nel Parco nazionale.
“Per noi questo è un punto di partenza e non un traguardo – spiega Florio – perché ora crediamo che, assieme al Comune e al Parco, sia possibile realizzare una nuova prospettiva di sviluppo sostenibile per questi splendidi luoghi, da amare e da vivere”.
La vostra storia da dove parte?
“Ci siamo legalmente costituiti due mesi fa. Il tutto partì, però, il 10 agosto del 2008, quando il progetto ‘Parco nel mondo’ chiamò qui a raccolta gli emigrati. Ci fu chiaro che c’era un legame da mantenere. Da lì partimmo con una sottoscrizione per richiedere di entrare proprio nel Parco”.
Cosa vi siete proposti?
“Di riuscire a coagulare gli interessi e le speranze dei residenti sparsi che per motivi affettivi tornano o hanno intenzione di tornare per trascorrere qui periodi più o meno lunghi, ma anche di altre persone che qui giungono in modo ex novo, per recuperare le case e magari restare. Ma prima di tutto riconosciamo un grande merito a chi ha avuto il coraggio di rimanere e a chi ha deciso di ritornare”.