Dopo il successo d’esordio sul tema della traduzione, i "Martedì letterari" alla Casa cantoniera di Casina ritornano il 7 luglio, alle ore 21, con il libro più recente, "Album di famiglia", di uno scrittore di fama nazionale, Nando Dalla Chiesa. A introdurlo e intervistarlo Annamaria Tagliavini, direttrice della biblioteca delle donne di Bologna, saggista e scrittrice ella stessa.
Prima di essere Nando è stato Dalla Chiesa. Come tutti, certo, lui un po’ di più. Il figlio di Carlo Alberto, del generale Dalla Chiesa, il vincitore delle Brigate Rosse, ucciso a Palermo. Poi la laurea in sociologia economica alla Bocconi e la docenza nella stessa materia a Scienze politiche all’università di Milano, la collaborazione, anche come editorialista, con più di un quotidiano, l’"Unità$" di Padellaro e Colombo in primis, l’impegno politico con la fondazione di circoli e movimenti, da "Società civile" a "La Rete" con Leoluca Orlando e Diego Novelli, da "Omicron", rivista sulla criminalità organizzata al nord, al comitato di parlamentari “La legge è uguale per tutti”. Dopo tre mandati come deputato, uno come senatore, la responsabilità di sottosegretario all’università e alla ricerca dal 2006 al 2008 si presenta sul suo blog come “uno che ama impegnarsi, specialmente se sono in gioco la libertà e la giustizia. Ma anche la decenza mentale e morale. Insomma, mi piace la democrazia e ho cercato di darmi da fare per lei in tanti modi, anche se non ho ancora capito se lei me ne sia grata”. In campo culturale lo contraddistinguono un paio di incarichi per la promozione culturale del territorio a Mantova e a Genova e soprattutto una ventina di libri di buon successo, legati all’impegno civile o alla passione per il calcio, come "Un delitto imperfetto", "Storie eretiche di cittadini perbene", "I trasformisti", "In nome del popolo italiano", "Italia Germania 4 a 3", "La farfalla granata", "Capitano mio capitano. La leggenda di Armando Picchi", "Le ribelli. Storia di donne che hanno sfidato la mafia per amore".
Ora Nando dalla Chiesa può riguardare l’"Album di famiglia" per ritrovare l’amore, la solidarietà, la condivisione dei valori, il sentimento della giustizia che legano quattro generazioni, da suo nonno ai suoi figli. Un inno alla famiglia che inizia da quel delitto imperfetto, cruciale nella sua vita, da quella fede e quell’orologio consegnati rossi di sangue che la moglie si incaricherà di lavare. E da un oggetto, un luogo una frase, una foto cominciano tutti i 35 racconti che compongono il romanzo in cui privato e politica si sposano come mai prima, perché, come si legge nella prefazione, “pur nei grandi cambiamenti e al di là dei conflitti tra padri e figli, alla fine è la famiglia che, trasmettendo i suoi valori, dà senso e continuità alla nostra storia. Che ci fa scegliere, anche, come camminare con gli altri, come stare in quella che talvolta con troppa deferenza chiamiamo la Storia”.