La montagna reggiana e i tre referendum 2009. Scarsina l'affluenza al voto registrata alle ore 12 di oggi. Pubblichiamo in calce il nostro prospetto con tutti i dati, tratti dall'efficiente servizio elettorale web della Provincia di Reggio Emilia e rielaborati dalla nostra redazione con riferimento ai tredici comuni che compongono la Comunità montana.
Nello specifico, il referendum n. 1 (Elezione Camera dei deputati - Abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste) ha visto un'affluenza media del 3,60%, il referendum n. 2 (Elezione del Senato della Repubblica - Abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste) ugualmente del 3,60% e il referendum n. 3 (Elezione Camera dei Deputati - Abrogazione della possibilità per uno stesso candidato di presentare la propria candidatura in più di una circoscrizione) del 3,65%.
Carpineti è il comune più assiduo, sfiorando il 5% di affluenza. Gli fa da contraltare Collagna, dove gli elettori che hanno ritenuto di recarsi alle urne erano solo, a mezzogiorno di oggi, l'1,78%.
AGGIORNAMENTO ORE 19
Alle ore 19 in Appennino reggiano l'affluenza era la seguente:
- referendum n. 1: 10,18%
- referendum n. 2: 10,18%
- referendum n. 3: 10,28%.
La punta massima si è registrata a Ligonchio dove, nel terzo quesito, si è raggiunto il 13,41%. Sempre a Collagna le minori propensioni a recarsi alle urne: solo il 6,17%.
AGGIORNAMENTO ORE 22
E' Casina, alla fine della prima giornata di voto per i tre referendum, ad aggiudicarsi la palma di comune più presente alle urne, col 17,14%. Collagna segna sempre, invece, il dato minimo: 11,15%.
Per i tre quesiti le percentuali medie nei tredici comuni erano le seguenti:
- referendum n. 1: 13,90%
- referendum n. 2: 13,89%
- referendum n. 3: 14,06%.
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La tabella con tutti i dati di affluenza
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Per il quadro provinciale completo vai al sito elezioni.provincia.re.it
Si continuano a sprecare soldi pubblici.
(Commento firmato)
Referendum: strumento di democrazia
Credo che il REFERENDUM sia un utile strumento democratico, col quale un ipotetico “MICROFONO” viene tolto al PALAZZO e dato alla Gente. Quindi NON considero uno spreco ciò che si “investe” in democrazia. Semmai si potrebbe intervenire aumentando la soglia di firme che un comitato promotore deve raccogliere per poi avere il via libera per sottoporre il quesito a tutta una nazione. Riducendo il QUORUM? Nel caso specifico, da profano, non mi spiego come mai il PORCELLUM non sia stato sottoposto a quesito referendario nel punto cruciale che riguarda l’abolizione della preferenza.
(Umberto Gianferrari)
Anche per me è uno spreco di soldi
Perchè lo si poteva fare la settimana scorsa assieme alle elezioni, ma il governo ha deciso che era meglio così, intanto non pagano loro.
(Commento firmato)
P.S. – Non credo che se ci fosse stato ancora il Prodi, avrebbe fatto diverse… Giusto per non essere giudicato di parte…
Questo ha una sola risposta
Questa è l’ennesima dimostrazione e “campanello d’allarme” che dimostra come l’italiano sia disaffezionato alla VITA politica. Il referendum è l’unico mezzo a disposizione del cittadino per abrogare una “legge” fatta dai POLITICI ed in parte da inquisiti, condannati e altro che risiedono in Parlamento. Una democrazia COMPIUTA e LIBERA dovrebbe far raggiungere sempre il quorum, ma come sempre mi dimentico che siamo la nazione dei reality, del grande calcio, delle veline dei papi, delle feste a luci rosse e di tutto ed il contrario di tutto. Altra occasione persa
Che dispiacere.
(Roberto Malvolti)
Il referendum è uno strumento di democrazia
Premesso che le leggi e i regolamenti li dovrebbero fare i nostri strapagati e troppo numerosi parlamentari, che dovrebbero essere da noi delegati con lo scopo di rappresentarci per poi renderci conto dell’operato alle successive votazioni. Dico “dovrebbero” perché proprio grazie a questa legge in vigore (argomento del referendum) non ce li possiamo nemmeno scegliere ed abbiamo già fatto due elezioni politiche senza che venga minimamente modificata, nonostante il referendum in attesa che si poteva così annullare (risparmiando soldi) e nonostante le definizioni date da loro stessi!
Per Umberto: io penso che il referendum, essendo soltanto abrogativo, non può togliere quello che non c’è (le preferenze), ma, anche se si potesse, forse la partecipazione della gente non sarebbe aumentata più di tanto.
Ora, vista l’indifferenza che aumenta fra la gente verso la nostra classe politica (a ragione) espressa con la sempre più bassa partecipazione ad ogni votazione e vista la ancora più bassa affluenza partecipativa ad ogni referendum indetto, nonostante l’ottimo strumento democratico con il quale noi cittadini possiamo dire la nostra, forse, penso, chiedo, se non sarebbe il caso di pensare di abbassare il quorum. Azzardando, forse al 30%? In questo modo obbligherebbe più partecipazione da parte di chi è contrario al quesito e si renderebbe ancora valido questo strumento democratico. Non dico di renderlo propositivo, perché forse sarebbe troppo, troppa democrazia!! Sono convinto che ci negheranno anche questa piccola possibilità!
(Elio Bellocchi)
Il problema…
Il problema è (come ha detto un saggio): come si fa a scegliere tra un “porcellum” e un “porcellum al quadrato”?
(Commento firmato)
Se al referendum fosse stato chiesto se la popolazione voleva la riduzione dello stipendio dei politici scommetto che a votare ci sarebbe stato il cento per cento.
(Massimo Coli)
Per Elio: continuo a non capire…
Prima era possibile la preferenza. Poi, un brutto giorno, si è intervenuti con una legge che ci ha scippati di questa più completa manifestazione di volontà; è QUESTA che vorrei abrogare, ripristinando la situazione precedente. Chi siede in Parlamento deve rispondere ai propri elettori, NON solo alla propria segreteria di partito! Riguardo all’ELECTION DAY, invece, mi ero già espresso a favore.
(Umberto Gianferrari)
Fatemi capire
Io non riesco a capire come mai, quando un risultato non ci va a genio, bisogna subito parlare di banalità tipo “disaffezione alla vita politica”, di italiani più o meno rimbambiti dalla televisione, Italia paese da terzo mondo e chi più ne ha più ne metta. A mio parere è un gran brutto vizio…
Alle europee ha votato il 66,5% ed è uno dei dati più alti in tutta Europa. Alle ultime politiche la percentuale, se non erro, era oltre l’80% (percentuale “bulgara” se la paragoniamo a molti altri paesi europei). Dove sta, allora, tutta questa “disaffezione”? Perchè non si dice che forse la gente preferisce votare quando veramente può incidere e quando c’è chiarezza su quello per cui si sta votando?
Volete rileggervi il testo del quesito n° 1 del referendum appena passato? Accomodatevi: @Lhttp://www.corriere.it/politica/speciali/2009/elezioni/notizie/testo_referendum_1_34c0fdfa-45f6-11de-8c01-00144f02aabc.shtml@=www.corriere.it#L.
Se poi qualcuno vuole tradurlo in parole povere farebbe un grande piacere.
Il referendum è uno strumento che alcuni hanno contribuito a svilire avendoci fatto troppo spesso ricorso. Io triplicherei il numero di firme da raccogliere per poterlo poi proporre. Poi ci sono altre ragioni per cui i referendum hanno percentuali così basse: perchè, di fatto, il risultato dei referendum (vedi finanziamento i partiti) è facilmente aggirabile con qualche legge. Poi, nel caso dell’ultimo referendum, cosa ci si può aspettare se persino coloro che avevano raccolto le firme (Idv) per il sì alla fine invitavano a votare “no”? Dov’è la coerenza…? E coloro che ora rimpiangono le preferenze… Ma vi ricordate che qualche decennio fa si diceva peste e corna delle preferenze, causa del voto di scambio e delle peggiori nefandezze della prima Repubblica? Che strano, ora tutti sembrano rimpiangere il vecchio sistema proporzionale rispetto al nuovo maggioritario che, proprio con un referendum, gli italiani vollero introdurre. La realtà è che gli italiani non avevano capito una mazza allora così come non hanno capito una mazza sul recente quesito referendario. Il sistema elettorale italiano è talmente complesso che neppure gli addetti ai lavori lo capiscono fino in fondo, figuriamoci la casalinga di Voghera… Bisogna fare quesiti semplici che possano essere sentiti da tutti, l’aborto, il testamento biologico, ecc. Poi, per carità, se vogliamo continuare a dirci che gli italiani sono degli imbecilli, facciamo pure, eh… Sembra che lo sport italiano preferito sia quello di piangersi addosso, di ritenersi ancora peggiori di come anche all’estero ci dipingono.
Salute.
(R.S.)
Che dire, R.S.?
Che dire (R.S.), anche se non ci conosciamo e non ho capito nemmeno bene se ti riferivi al mio intervento. Se con le percentuali ci vogliamo paragonare agli altri paesi e se fosse per me renderei valido perfino questo referendum che non è arrivato al 25%!! Certo che non è possibile perché abbiamo il quorum!! Quelli del “no” non sono andati a votare? Beh, chi è assente e non ha dato il proprio contributo, per me ha sempre torto!
Mi piacerebbe sapere però se succede anche negli altri paesi che si invita palesemente a non andare a votare da parte degli eletti o addirittura partiti! Ed anche se ha qualche influenza o importanza il conteggio del numero dei voti dei sì e dei no, anche con una così misera percentuale di votanti.
Se poi la stragrande maggioranza della gente democraticamente ha fatto questa scelta, bene, sta bene anche a me! Inviterei però i nostri parlamentari a stare un po’ più attenti e pensarci bene prima di invitare alla astensione per agevolare i propri tornaconti!! Per quanto riguarda i complicati quesiti del referendum, bastava seguire qualche dibattito dei promotori nel ristretto (ristrettissimo) tempo di una settimana…(ahimè, la nostra informazione!) ma forse era preferibile guardare una partita di calcio. Rimango però del mio parere che deve essere il nostro Parlamento ad adeguare, migliorare e semplificare le leggi, sempre a vantaggio di noi cittadini (!) elettori, specialmente quando incombe un referendum che si poteva evitare. Sono ben pagati da noi per fare questo, il tempo ce l’hanno avuto ed abbiamo visto anche un esempio sorprendente: l’interessamento e la velocità supersonica per il caso Englaro…
Purtroppo, però, ogni giorno aumenta la distanza fra i nostri eletti e i bisogni della gente.
Alle ultime votazioni politiche convengo che è stata altissima la percentuale rispetto alle altre nazioni europee, ma non possiamo dimenticare che molto tempo fa noi avevamo un senso del dovere e tradizioni ben più alte ancora. Inoltre si è cominciato a fare propaganda elettorale molto sonora (per non dire calcistica) già dalle precedenti penultime elezioni. Chi non ricorda i brogli elettorali, ricontare le schede, le mani in tasca agli italiani, l’ICI, l’indulto (che vergogna!), il tesoretto, ecc., ecc., quante inutili polemiche!
Per quanto riguarda le nefandezze della prima repubblica sulle preferenze, ma possibile che non si riesca a trovare qualche regola nuova e farla rispettare anche ai nostri politici, così, tanto per dare il buon esempio???
(Elio Bellocchi)