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La truffa delle formaggiere di Parmigiano Reggiano

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Ci scrivono due lettori

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Caro Direttore,

abbiamo stima e apprezzamento per molti esercenti della ristorazione reggiana (ed emiliana in generale) che, con coraggio e professionalità, stanno qualificando i propri menù finalmente via via maggiormente legati alle tradizioni del nostro territorio. Esprimere una vocazione turistica reggiana significa proprio partire da questo.
Eppure, dobbiamo esternare la nostra indignazione in qualità di cittadini, consumatori e produttori. Per ragioni di lavoro sovente consumiamo i pasti presso ristoranti del nostro territorio - per ultimo una cena in un locale della periferia di Reggio poche sere fa -: siamo rimasti costernati dal fatto che sulle tavole vengano messe in bella mostra le belle (e molto diffuse) formaggiere del Parmigiano Reggiano, ma il cui contenuto è quasi sempre tutto fuorché il “Re dei Formaggi”. Per accorgersene basta poco.

Non è un solo problema di qualità sensoriale, e certo il Parmigiano Reggiano può avere sbocco sul mercato se lo si consuma in porzione e non in grattugiato: ma è evidente che si tratti di una vera e propria truffa. Di fatto un artifizio col quale si inducono in errore i consumatori per ottenerne un ingiusto profitto, a danno del nostro tipico prodotto.

In questo modo i consumatori sono tratti in inganno dal pensare che nella formaggiera-gadget vi sia questo eccellente prodotto caseario. Un’ulteriore aggravante di questo comportamento è che si mette a rischio la salute quei consumatori che presentano allergie verso certi latticini ottenuti con additivi, perché è necessario ricordare che, invece, il Parmigiano Reggiano non ha additivo alcuno (mentre altri formaggi ne fanno ampio utilizzo, lisozima in primis).

Il problema si ripropone anche nel caso di formaggiere normali, non sponsorizzate, ed il cliente/consumatore ordina quale formaggio grattugiato il Parmigiano Reggiano: è un problema ancora più vasto in tutta Italia. Perché, invece, come nel caso del pesce congelato o fresco anche sui menù dei ristoranti non è possibile indicare il tipo di formaggio grattugiato proposto?

La soluzione? Vorremmo, con questa nostra lettera che riteniamo sia condivisibile da tutti i caseifici, spronare sia il Consorzio per la Tutela del Parmigiano Reggiano che i Carabinieri del Nas affinché siano messe in atto tutti gli strumenti necessari a garanzia della salute e del rispetto dei consumatori ad esempio chiedendo alle autorità competenti che permettano anche al Dipartimento Controllo Qualità PR, di cui il Consorzio di avvale, di verificare che cessino tali frodi.

Cordialmente

Luca Orlandini (Reggio Emilia) e William Pifferi, titolare del Caseificio Matricola 300