CASTELNOVO MONTI - (5 giugno 2009) – Sono state immortalate anche le aree di pregio e le più importanti trasformazioni della montagna reggiana nel nuovo Museo di Storia del Territorio e del Paesaggio dell’Appennino Tosco Emiliano che sarà inaugurato sabato 6 giugno alle ore 11.00 presso la Riserva Naturale dell’Orecchiella (S. Romano Garfagnana) sul versante toscano dell’Appennino.
“Un museo che parla anche della nostra storia - sottolinea Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano – e di come l’intelligenza dell’uomo può migliorare l’ambiente. Come è documentata la realizzazione della copertura forestale della Sparavalle, il monte Forco di Castelnovo Monti e del rio Collagna, un tempo del tutto privi di vegetazione. Ma questa cosa non la sa nessuno”. Un “museo del paesaggio” curato e realizzato dallo stesso Corpo Forestale dello Stato, da decenni impegnato anche sul suolo appenninico.
Un percorso museale che sottolinea l’orgoglio del territorio e delle genti, dello stretto legame tra l’ambiente e la vita sia commerciale che comunitaria del mondo appenninico.
Diviso in sei settori che spaziano dall’analisi del degrado e della povertà di inizio Novecento, all’introduzione delle prime leggi nazionali di difesa e recupero della montagna, dai rimboschimenti passando per i castagneti da frutto e le sfaccettature economiche di questa importante risorsa naturale. In uno dei settori vi è poi ricostruita una vera e propria carbonaia la cui storia è strettamente collegata alle vicende di boscaioli e carbonai, di boschi ma anche del riscaldamento cittadino che avveniva grazie al carbone prodotto in Appennino.
“In questo museo– rimarca Fabio Cappelli, già comandate dei Forestali del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e direttore della Riserva dell’Orecchiella – si sottolinea come le eccellenze naturali, le unicità di prodotti conosciuti in tutto il mondo, siano frutto di un percorso storico, economico e socio-culturale avvenuto anche grazie a che nei secoli scorsi ha vissuto in montagna”.
“Riconquistare gli insegnamenti di armonia e bellezza che la natura sa elargire - spiega Fausto Giovanelli, - puntare sul valore dell’ambiente, partire dall’osservazione e dalla tutela per disegnare un futuro progetto umano che abbia quale scenario il nostro Appennino, questa la meta a cui dobbiamo aspirare”.