Home Cronaca “Internet veloce: l’ente pubblico non è stato di parola e ha speso...

“Internet veloce: l’ente pubblico non è stato di parola e ha speso ben 516.000 euro, ma per cosa?”

9
3

Continua a far discure il caso dell'internet veloce in Appennino. Se ne parla diffusamente da alcuni anni, dato che la nostra montagna, a differenza della città, non gode di una copertua capillare della banda larga. Un servizio basilare per chi usa il computer e internet per lavorare da quassù.

Se ne è parlato con annunci, progetti, azioni di un privato (Claudio Chierici che senza sostegno sta montando antenne per portare internet veloce con le onde radio), lamentele - come quelle del vicepresidente della Provincia Saccardi sugli articoli di protesta apparsi sui media(tra cui la nostra agenzia). Ora è la volta di una interpellanza di Bolognesi e Friggieri che ripercorre l'intera vicenda dell'iter sull'internet veloce in montagna, in merito all'agito dell'ente pubblico. Con alcune forti domande e segnalazioni di presunti/dimostrati ritardi.

Pubbblichiamo l'interpellanza per intero

* * *

"Al presidente della Comunità Montana,
Nilde Montemerli

Una pagina di RedAcon del 26 maggio appena trascorso ha per titolo “Internet veloce nella zona industriale di Cavola. Ora c’è, grazie a un privato”.

Nel richiamare la comprensibile soddisfazione degli imprenditori interessati, quel testo ci dice anche che, sempre grazie a detto privato, il segnale potrà coprire molto presto la zona di Pantano di Carpineti, e pare già servibile il circondario di Villaminozzo (oltre alla zona di S. Bartolomeo) unitamente ad altre località di montagna e di pianura.

Nel leggere queste notizie ci è venuto spontaneo riprendere in mano articoli di giornale risalenti ad inizio 2007, dove si parlava appunto dell’argomento in discorso.

In uno di tali articoli (si era a metà gennaio 2007) la S.V., in veste di Sindaco di Carpineti, affermava che nel giro di pochi mesi tutto il territorio comunale sarebbe stato coperto dall’ Adsl - banda larga, e riferiva altresì di un progetto “messo a punto assieme ad Agac - Tel e già esecutivo”. Allargando il discorso ad altri ambiti comunali della nostra montagna, la S.V. esprimeva poi l’intenzione di garantire il servizio Internet a banda larga, in tecnologia Wireless, a tutti i cittadini, anche quelli delle frazioni più decentrate, oltre che alle imprese.

In un periodo immediatamente successivo altri esponenti di maggioranza della Comunità Montana proposero che i Comuni girassero alla Comunità Montana parte del ricavato della vendita delle quote Enia (parte che veniva stimata in circa due milioni di euro) onde realizzare la infrastruttura telematica sull’intero nostro Appennino, e anche la S.V era poi ritornata sul tema per precisare che non si trattava soltanto di risorse economiche, cioè di costi, ma vi era anche una questione tecnica, individuare cioè le soluzioni tecniche più rispondenti.

A questo punto, e confidando di aver correttamente interpretato e sintetizzato quelle Sue parole, non possiamo esimerci - tenuto anche conto che da allora, cioè dall’inizio 2007, sono trascorsi più di due anni - dall’avanzare una considerazione, vuoi perché nel corso di questi anni, come minoranza consiliare, ci siamo ripetutamente occupati della materia (sulla quale convergono comprensibilmente tantissime aspettative) vuoi perché ce ne dà lo spunto anche il consuntivo dell’esercizio finanziario 2008, che codesta Giunta ha sottoposto al Consiglio comunitario nella seduta del 29 aprile 2009.

Nel capitolo che detto consuntivo dedica all’estendimento dell’ADSL, a pag. 14 della relazione-analisi dei programmi, traviamo infatti riportate queste cifre, insieme ai tempi di realizzo:
• la realizzazione della prima fase, dell’estendimento del servizio ai cittadini del territorio montano, comporta una spesa complessiva di 400.000 euro (suddivisi tra Regione - Provincia - Comunità Montana);
• per il completamento della seconda fase è stata prevista una disponibilità di ulteriori 130.000 euro, ad integrazione delle risorse di Enia pari a 386.000 euro, per complessivi 516.000 euro;
• entro il mese di maggio 2009 è previsto il completamento anche della seconda fase del progetto e potrà essere avviata, tramite il provider già individuato, la commercializzazione del servizio ai privati….

Chi mettesse a confronto questi dati con il contenuto della menzionata pagina di RedAcon potrebbe legittimamente domandato perché mai un privato ha perfezionato una tecnica che fornisce non da oggi il servizio richiesto, senza nessun costo per le casse pubbliche, mentre proprio il “pubblico” arriva apparentemente in ritardo nonostante le risorse economiche che ha impegnato in questo campo.

Un interrogativo del genere non può, a nostro avviso, rimanere senza risposta, e per questa ragione ci sembrerebbe opportuno che la Comunità Montana fornisse delucidazioni e specificazioni in merito, attraverso un apposito comunicato che faccia anche il punto della situazione, e comprenda pure una panoramica delle zone che sono coperte, dispongono cioè del servizio in causa ad opera del progetto pubblico, già esecutivo, cui si accennava appunto fin dall’inizio 2007 (come più sopra abbiamo ricordato)".

Firmato, i capigruppo consiliari: Paolo Bolognesi e Marino Friggeri

3 COMMENTS

  1. Altri elementi
    Carissimi firmatari dell’interpellanza, vi dò altri elementi da inserire nella Vs. richiesta. Nel bando si richiedeva, lo riporto a grandi linee, che IL PROVIDER, cioè quel soggetto PRIVATO che doveva provvedere all’installazione ed alla commercializzazione del servizio Digital Device, dovesse avere determinate caratteristiche, quali:
    – risorse UMANE;
    – provate capacità commerciali nel settore;
    – risiedere nei comuni della Comunità montana;
    – avere possibilmente una struttura, ritengo ufficio o negozio facilmente raggiungibile.
    Al bando avevano partecipato la mia azienda e un’altra Azienda del crinale, la quale si è aggiudicata la gara grazie ad un’associazione di impresa con un’azienda di Reggio Emilia.
    Penso AGGIUDICATA, in quanto ENIA non ha ancora comunicato l’esito della gara.
    Vorrei solo portare a conoscenza Vs che se un PRIVATO fa un’investimento cerca di FAR vendere il proprio prodotto da UNO SPECIALISTA e non da un generalista, in quanto ha bisogno di capitalizzare l’investimento.
    In questo caso l’ente PUBBLICO non ha usato questo metro, il FANTOMATICO vincitore non rispecchia appieno quanto richiesto dal bando, ma… a voi scoprire il resto. La verità che SPEEDWIRELESS va, gli altri no. Chierici con la cifra che avete speso vi avrebbe portato la banda larga anche in cantina!!! E voi? Ancora lì a parlare.
    Io aspetto e forse mi verrà anche la voglia di interpellare un legale; non per voler ancora la Vs. rete ma per capire se le cose si sono svolte regolarmente. Come disse un TIZIO: e IO PAGOOOOOOO!!!
    Ah, dimenticavo, così per ridere, la mia azienda lavora nella telefonia fissa e mobile dal 1992, con risultati molto positivi sia in qualità che quantità, ma non è idonea per commercializzare un prodotto che doveva rimanere in montagna e far lavorare la montagna!!! Ma era solo una battuta.

    (Roberto Malvolti, titolare di “Mondo Musica”)

  2. La domanda è una sola: dove sono finiti i 516.000 euro?
    La minoranza, come suo solito, è stata prolissa oltre il dovuto.

    La domanda è semplice semplice è: dove sono finiti i 516.000 euro investiti dalla Provincia visto che l’internet veloce in tutto l’Appennino ancora non c’è?

    Aggiungiamone un’altra: è possibile avere un rendiconto dettagliato di questi 516.000 euro? Diversamente c’è chi potrebbe pensare che si sia trattato un polpettone dato ad Enìa per altri fini, ma naturalmente rigettiamo questa ipotesi malvagia.

    (Fulminant La Penna)