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Il Merulo a Linz

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Primi di novembre. Una circolare appesa all'albo chiede ai professori interessati di individuare 10 studenti per formare l'organico per andare in Austria.
Destinazione Linz, "10. Europaisches Jugend-Musikfestival".

Gli strumenti richiesti sono due chitarre, due trombe, un clarinetto in sib, un clarinetto basso, un flauto, una fisarmonica, un violoncello e un pianoforte.
Le parti vengono assegnate e gli studenti sono subito proiettati verso il viaggio. Suoneranno: Serena Barbieri (flauto), Enrico Albertini e Gianluca Togninelli (clarinetto), Susanna Marescalchi ed Elena Muratori (trombe), Marco Baroncini e Andrea Cei (chitarra), Emanuele Milani (violoncello), Ilenia Volpe (fisarmonica), Alessandro Boni (pianoforte).

Già dalla prima prova si capisce che ci sarà molto da lavorare. L'organico è molto ridotto e il repertorio complesso. 4 brani arrangiati dal prof. Stefano Bonilauri che spaziano nel tempo: dalla sinfonia in re maggiore del settecentesco Cherubini, a due ballabili del contemporaneo Bussotti, passando per alcuni ballabili di Verdi ed un corale di Schoenberg.

Dopo diverse prove, sotto la paziente e attenta direzione del prof. Giovanni Mareggini, giovedì 21 maggio l'avventura comincia e si parte per Ried, dove la nostra scuola alloggia, ad un'oretta di distanza da Linz.
Ogni scuola era collocata in diversi punti dell'Austria, che in questi giorni si era ritrovata invasa da musicisti da tutta Europa, ma tutti avevamo luogo d'incontro comune: Linz.

L'arrivo a Ried è abbastanza traumatico.
Dopo circa 10 ore di viaggio l'albergo assegnatoci non è dei più soddisfacenti, specialmente per noi italiani; inoltre entro poco più di un'ora dobbiamo essere a Linz per registrarci.

Neanche il tempo per una doccia e si riparte.
Arriviamo nel punto d'incontro a Linz, ceniamo, sotto un tendone adibito a mensa per qualche centinaio di persone e poi partecipiamo alla festa di apertura del Festival.
Dopo lo spettacolo dei fuochi d'artificio proiettati sul "bel Danubio blu" torniamo in albergo a Ried.
Il giorno seguente abbiamo giornata libera e concerto alle 20:30 che viene anticipato, causa maltempo. Il concerto si avvicina e l'agitazione sale. Ci sediamo su quel palcoscenico e iniziamo a suonare. A quel punto i pensieri riguardanti viaggio, albergo e cibo svaniscono e lasciano posto all'adrenalina. La mano inizia a tremare e lì, mentre stai suonando, ti concentri, ti sforzi di pensare solo a fare musica e quindi a divertirti. Ora l'adrenalina ti spinge, il suono ti avvolge, ti fai trasportare dalla musica e dalle emozioni, divertendoti e sperando di divertire. Passando per qualche "scrocco", qualche attacco sbagliato e qualche imprecazione del direttore il concerto finisce. Le palpitazioni del cuore sono a 1000. Il pubblico applaude: siamo piaciuti.

Il sabato suoniamo al conservatorio di Linz. Appena entriamo siamo sorpresi: è un istituto molto bello e all'avanguardia. Ci assegnano una stanza per le prove, scusandosi perchè non è una bella stanza, ma quando entriamo il pensiero vola subito al nostro istituto: effettivamente in Austria investono molto di più per la musica che in Italia. Facciamo il concerto, come se fosse il primo ma siamo più rilassati e l’esecuzione ne beneficia. Finita l'esibizione dobbiamo andare tutti al punto d'incontro. Arrivati là ci smistano per strumenti e ci danno un foglio, una partitura molto semplice realizzabile contemporaneamente da molte persone. Dopo qualche minuto di attesa partiamo tutti in sfilata; più di 8000 ragazzi che si muovono insieme verso la piazza, diversi per cultura, lingua, religione, colore di pelle, accomunati tutti dall'amore per la musica. Durante la sfilata si suonano motivetti conosciuti; un po' tutti suonacchiano qualcosa e si guardano intorno. Arrivati in piazza l'orchestra giovanile di Linz ci accoglie con l'"Inno alla Gioia". Suoniamo tutti insieme con l'orchestra e poi ad un certo punto, tutti gli strumenti iniziano a volteggiare insieme per aria, andando a destra e sinistra; anche il direttore d'orchestra si gira e ci dirige; tutti insieme, allo stesso ritmo. Quasi un inno alla musica.

Decine di lingue diverse che trovano un unico modo per urlare al mondo: “suoniamo, facciamo musica, investiamo sulla musica che ci fa piangere divertire, provare emozioni, conoscere gente”. E la vita cosa sarebbe senza pianti, divertimento, emozioni, amici e quindi musica?

Nella speranza che il messaggio lanciato non sia vano, cogliamo l'occasione per invitarvi stasera, mercoledi 3 giugno in teatro, alle ore 21, dove eseguiremo nuovamente il programma svolto a Linz, dopo il gruppo di musica d’insieme dei allievi più giovani e un'esibizione dei ragazzi della Fa. Ce.

(Susanna Marescalchi e Elena Muratori)

1 COMMENT


  1. Ieri vi ho ascoltato a teatro. Bravissimi voi, ma anche i ragazzi del Fa.Ce. e i sempre magnifici bimbi delle voci bianche. Un grazie particolare per “la fughetta editoriale”; c’è del genio in tutto ciò.

    (Sergio Simonazzi)