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Fine della scuola / “Tempo di antidepressivi per i genitori e per le famiglie”

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Tempo di antidepressivi per i genitori e per le famiglie. Sono in arrivo i primi risultati scolastici, in attesa degli esami e delle prove di maturità. Sono allertati anche i TAR: “Mio figlio l’hanno bocciato per un 5 in condotta! A casa fa così bene. Sono i professori che ce l’hanno su con lui!”, “A scuola non studia? L’hanno messa in un banco con una compagna che parla sempre! Gliel’ho detto cambiarle il posto! La prof non vuole”…

Le scuse dei genitori sono tante, quanto quelle dei figli! Si crea sempre alleanza quando c’è il nemico comune: il prof., troppo esigente, la professoressa “racchia” che non spiega bene, le interrogazioni generali che creano frustrazione negli allievi quando il risultato è negativo… Siamo noi adulti che dobbiamo sapere accogliere le frustrazioni, gestirle con intelligenza e aiutare i nostri ragazzi a capire il perché e il per come sono giunti a certi risultati.

Una mamma, una prof., si lamentava un giorno con me per l’insufficienza grave data a suo figlio nel tema di italiano, dicendo con sincerità. “Gliel’ho fatto io! Sono una prof: mi ha umiliata di fronte al mio ragazzo!”. Non aveva confessato che il tema lo aveva copiato dallo stesso libro, che avevo ricevuto anch’io in omaggio dall’editore. Un’altra, di professione “chiromante”, prima del compito in classe riforniva di polverina magica il proprio figlio, che me la spruzzava addosso, di nascosto, con risultati sempre deludenti. Un giorno mi ha telefonato, chiedendomi di che segno fossi. Sagittario, le ho risposto. Lei credeva che io fossi un Leone! La ricetta magica era confezionata su quella informazione sbagliata, datale dal figlio!

Voti in arrivo, che non scoppi una tragedia! Voti troppo bassi, troppo alti, discreti o insufficienti! Prendere atto della situazione, chiedere qualche chiarimento al prof. e poi fare studiare il pupo, che a qualsiasi età deve sentirsi responsabile di quello che ha o non ha fatto! I prof. devono essere attenti a minacciare o a dare bocciature! Ci vuole giustizia ma anche sentire preoccupazione per quello che può succedere nell’animo del ragazzo e dei genitori! La stessa ragionevolezza devono averla i genitori! A volte è proprio il bene del ragazzo che suggerisce un paletto fermo: “Quest’anno è andata così, l’anno prossimo… ”.

Se al genitore si richiede la serenità nell’accettare il risultato di fine anno, il prof. si domandi se ha davvero tentato di tutto per cavare fuori dall’allievo quello che era in grado di dare, in base alle sue capacità. I ragazzi, poi, non hanno bisogno di tante storie: sanno bene se hanno meritato o no la promozione. I furbi provocheranno i genitori a difenderli, gli onesti, magari andranno subito al lavoro, se hanno l’età per l’inserimento, altrimenti, come diceva il Trap, “prendono su” e porteranno a casa quello che hanno seminato. Senza ricorsi al TAR!

1 COMMENT


  1. Sono d’accordo con lei. Sono insegnante e trovo che spesso per giustificare i nostri risultati negativi o il nostro poco impegno diamo la colpa agli altri, soprattutto poi in campo scolastico… Brutto vedere (e parlo in prima persona) come il proprio figlio si disinteressi o non si impegni nella scuola che gli darà alcune delle basi per affrontare poi il futuro lavoro e la vita, e magari essere la sola a cercare di fargli capire che nelle cose importanti bisogna metterci il meglio di sè o trovarsi comunque che l’altra parte che con te deve aiutare ad educare il figlio prende invece le parti di questo dando torto in toto ad insegnanti e ad adulti che cercano di cooperare per l’educazione di tuo figlio.

    (Elisabetta Marmiroli)