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Stazione di Febbio, l’attività continua anche d’estate

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Dopo i risultati positivi della stagione invernale, la stazione sciistica di Febbio proseguirà la propria attività anche nel corso dell'imminente stagione estiva, sempre con la gestione da parte della Cise (Cooperativa italiana per i servizi educativi) di Giordano Rodolfi, che ha affittato il ramo di azienda relativo agli impianti dalla Alto crinale Srl. Nello scorso mese di dicembre, infatti, grazie all'impegno della Provincia che aveva seguito da vicino la trattiva e degli altri enti pubblici interessati - Comunità montana, comuni di Villa Minozzo, Collagna, Castelnovo ne' Monti e Unione dei comuni - la stazione aveva infatti potuto riaprire i propri impianti, con la gestione di Rodolfi e dei maestri di sci sassolesi Alessandro ed Henry Meglioli, che hanno gestito la stazione con grande entusiasmo e competenza.

"I dati positivi della stagione invernale - spiega il vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi - ci hanno portato a confermare la stessa linea anche per l'imminente periodo estivo". Il vicepresidente Saccardi ricorda inoltre come "in materia di turismo legato alle stazioni sciistiche, l'azione della Provincia sia stata in questi anni particolarmente rilevante ed indirizzata da un lato alla privatizzazione delle proprietà e delle gestioni e, dall'altro lato, al sostegno degli investimenti per il rilancio delle stazioni".

Anche il prosieguo dell'attività della stazione di Febbio si colloca in questo quadro: "Naturalmente, l'attività di Febbio dovrà essere sempre di più supportata da risorse private degli operatori locali - conclude il vicepresidente Saccardi - e l'inzio della prossima stagione invernale 2009-2010 rappresenterà pertanto l'occasione per un ulteriore riflessione sul futuro
della stazione".

9 COMMENTS

  1. A che gioco giochiamo?
    A che gioco giochiamo? Non è uno scioglilingua o una filastrocca, ma una precisa domanda su Febbio.
    Sì, perchè mi risulta che in data 22 maggio u.s. siano stati convocati i soci di Alto Crinale da chi era incaricato di seguirne la contabilità. Mi risulta che il debito complessivo a tale data superi abbondantemente il milione di euro; anzi sia molto prossimo al milione e mezzo di euro. Mi risulta inoltre che i dipendenti abbiano promosso un’azione legale e abbiano pignorato a titolo cautelativo i tappeti mobili. Mi risulta che la Pianelli possa esclusivamente essere usata per la risalita con gli sci ai piedi. Mi risulta altresì che la 2000 sia ferma in attesa di revisione decennale. E, dulcis in fundo, mi risulta che il liquidatore (sì, perche di società in liquidazione stiamo parlando), si sia dimesso.
    Alla luce di tutto questo mi suona un po’ come una presa in giro quando leggo di aperture estive e futuri impegni invernali.

    (mb)

  2. Se questo significa sviluppo della montagna reggiana…
    Il Consiglio della Comunità montana ha discusso una mozione presentata dalle opposizioni sulla vicenda della società alto crinale. L’impegno che la presidenza si è assunta è stato quello di convocare i lavoratori interessati e le organizzazioni che li assistono e di farsi carico della soluzione delle problematiche poste. L’incontro si e tenuto presso la sede dell’ente. Oggi apprendo che la Provincia ha deciso di riutilizzare gli impianti assegnando ad una cooperativa di Reggio Emilia la gestione. Ma la presidenza della Provincia sa che gli impianti non possono più essere dati in affitto? E’ vergognoso assistere a questo modo assurdo ed improvvisato di gestire lo sviluppo in montagna.
    Chiedo che vengano pagate immediatamente tutte le spettanze agli ex lavoratori della società Alto crinale e solo dopo sarà possibile decidere se gli impianti potranno o no essere riattivati per la stagione estiva. Si muova la Provincia, si impegni la Comunità montana, si sentano obbligati gli enti pubblici soci della società Alto crinale in liquidazione!!!
    Certe vicende sono assurde e provocano in ognuno di noi un senso di disgusto verso la politica e le istituzioni che nella nostra provincia la rappresentano.
    Anche per questa ragione e per il bene della montagna dobbiamo chiedere agli elettori di mandare a casa chi per 35 anni ha governato la provincia.

    (Marino Friggeri, capogruppo Udc Comunità montana)

  3. Il Febbio senza fondo
    Il gioco si fa pericoloso. Capisco che la Provincia abbia sempre una certa enfasi ad annunciare le cose. Ma la Provincia si accorge che il problema Febbio sta degenerando in un buco pauroso di debiti. Si parla di un milione, mi comincio a chiedere se veramente ci possano essere in giro persone tanto benemerenti da poter pensare di aquisire la società nello stato attuale delle cose, con la politica alle costole, bilanci che diventano ogni giorno sempre più debitori e via discorrendo.
    La Cise pare che pure lei ci abbia rimesso la camicia, ma continua. Alcuni pare abbiano avuto stipendi da dirigenti Fiat, ma continuano, gli impianti inagibili, solo uno in condizioni (forse di funzionare). Ma come pensano in provincia, in Cise, in Febbio, di riuscire a gestire una simile condizione?
    Io personalmente inviterei Bertolaso, dopo Napoli, dopo l’Aquila; forse riesce a sistemare Febbio (non me ne vogliano per l’ironia, io rispetto il suo operato come rispetto i terremotati e i napoletani). Mi chiedo quando la Provincia e tutte le realtà che girano intorno a questi impianti potranno sedersi allo stesso tavolo senza riuscire a farsi la guerra ed accrescere i debiti di Febbio (al momento in 10 anni sono stati spesi in totale per comprensorio comunale ed impianti l’equivalente di un terzo del bilancio dello Stato).
    Riusciamo a condurre una politica degna di rispetto e portare Febbio ai livelli di Corno alle Scale (località simile come comprensorio)?

    (Marino Borghi)

  4. Magari fosse cosi…
    Gentile sig. Borghi, magari i numeri che lei ha detto corrispondessero allo stato dell’arte. Forse l’ha sparata un po’ grossa (un terzo del bilancio dello Stato): ma si rende conto di quanti miliardi di vecchie lire sono???? Evitiamo quindi inutili sensazionalismi e per favore con molto realismo cerchiamo di stare con i piedi per terra.
    Personamente mi auguro e auguro al territorio del comune di Villa che il Comune, la Provincia, la Regione la Comunità montana e gli imprenditori privati interessati possano celermente sedersi attorno ad un tavolo e davvero, seriamente, e con impegno programmare uno sviluppo concreto e sostenibile per il turismo sia invernale che estivo per Febbio e tutto il crinale, consapevole che chiudere la stazione significa chiudere l’economia di un territorio.

    (mb)

  5. Bilancio statale
    Caro mb, evidentemente per te la cifra spesa nel comprensorio negli ultimi 10 anni è veramente irrisoria: tre miliardi e rotti per la Star erano solo il conto del lattaio; probabilmente la gestione comunale è stata talmente oculata da avere ammucchiato debiti che hanno portato il Comune di Villa al commissariamento e ad avere le casse vuote. Per gli impianti di Febbio, la gestione Alto crinale è stata condotta in modo imprenditoriale, ma, data la scarsità di fondi pubblici, si sono accollati debiti bancari a dismisura, portando al collasso la gestione, difficoltosa anche in fase di liquidazione societaria. Mi pare altrettanto difficile parlare di economia montana; gli impianti di Febbio occupavano personale (davano lavoro), gli alberghi no (vuoti) (chiusi); i locali che traevano beneficio dal funzionamento impianti lamentano scarsi guadagni (tutti a gestione familiare) (non residenti).
    Con queste credenziali mi pare piuttosto impossibile parlare di economia montana. La politica, poi, colpa di questo, di quello, mandiamo a casa questo e quello, la Provincia che continua ad affittare ad un prezzo irrisorio gli impianti (basta che vadano) (lavoratori del posto impiegati 1 forse 3), dirigenti con stipendi tipo Fiat. Traendo le somme: o si comincia a ragionare come si deve o l’economia montana diventerà come l’economia del mezzogiorno (questi sono fortunati: hanno la cassa del mezzogiorno); in alternativa lasciare che gli imprenditori facciano il loro corso, accettando anche malgrado le loro richieste, e la politica tenerla in Comune, per la gestione strettamente comunale.

    (Marino Borghi)

  6. Non confondiamo la lana con la seta
    Caro Marino Borghi, non confondiamo la lana con la seta, che c’azzecca (come direbbe Di Pietro) il commissariamento del Comune con il fallimento di Alto Crinale??? Il Comune è stato commissariato solo per vicende politiche, nulla c’entra Alto Crinale. La gestione di Alto Crinale è stata così oculata che già al primo bilancio si è dovuti ricorrere, per chiudere il passivo, a impegnare tutte le somme messe a disposizione dai soci, circa 150.000,00 euro. Il secondo anno, non essendoci più disponibilità finanziaria, si è ricorsi alla messa in liquidazione della società.
    Il bilancio, presentato il 22 maggio u.s. da chi attualmente controlla i conti di Alto Crinale per conto del liquidatore, per sommi capi recitava:
    – ESPOSIZIONI VERSO BANCHE € 600.000,00 CIRCA;
    – DEBITI VERSO FORNITORI € 600.000,00 CIRCA (quelli che hanno prestato la loro opera nel momento in cui Alto Crinale ha rilevato gli impianti);
    – DEBITI VERSO Inps € 70.000,00 CIRCA;
    – DEBITI VERSO DIPENDENTI € 70.000,00 CIRCA;
    – DEBITI VARI PER GESTIONE ORDINARIA e 185.00,00 CIRCA;
    – TOTALE CIRCA € 1.500.000,00 DI PERDITA DI ESERCIZIO.
    Non mi sembra un grande successo di chi ha amministrato per due anni Alto Crinale. Comunque aspettiamo ancora pochi giorni, poi, quando saranno portati i libri in tribunale, tutti potranno accedere ai dati del fallimento e farsi una proria idea su quanto accaduto.

    (mb)

  7. Lana, seta ed altri filati
    Caro mb, evidentemente non mi sono spiegato, io non mi presto a nessun gioco di parte, non divulgo cifre in anteprima (anche se ne sono a conoscenza). Il fatto di divulgare notizie che per il giorno attuale sono ancora non pubbliche ma private mi porta a pensare che questa discussione, come al solito, verte verso il solito discorso puramente politico atto a fare propaganda. Da parte mia chiudo questa discussione ricordando che i dati che tu scrivi non sono esatti; esposizioni verso banche e debiti verso fornitori sono la medesima cosa, non portare le acque al tuo mulino. I gestori di Alto crinale hanno fatto del loro meglio; dato che parli solo di loro ed esponi i loro conti parla ed esponi anche i conti: Star, Cerreto Laghi, Atm, e dopo poniti in discussione e chiediti se loro hanno fatto meglio o sono finiti come Alto Crinale. Per le casse di Villa non mi espongo, il problema è comunale e discusso in Comune.
    Avrei invece una curiosità: come mai io firmo con nome e cogmome, tu invece usi iniziali che possono far pensare che mi rispondo da solo? Inserisci anche tu nome e cognome, le iniziali mi inducono a pensare di rispondere ad un annucio di giornale prestazionale…

    (Marino Borghi)

  8. Su Febbio e dintorni
    Febbio, i suoi dintorni, la sua stazione sciistica sono luoghi meravigliosi, ma non veramente amati, nè dai politici nè dagli amministratori nè dagli operatori locali. E’ un contesto territoriale, sociale e culturale difficile da capire e gestire. E’ una località ove l’altalenante sviluppo turistico iniziato con la realizzazione degli impianti di risalita ha forse portato lavoro e reddito ma non coesione, soprattutto tra residenti e chi ci viene perchè ha costruito lì la sua seconda casa.
    Mancano: soldi – ovviamente – ma anche alcuni criteri e/o valori che costituiscono le basi affinchè ogni progetto prosperi e si consolidi.
    Manca – forse non in tutti ma comunque in molti protagonisti di quel contesto – la dedizione allo sviluppo di Febbio inteso come “IMPRESA”, “AZIENDA” DI APPARTENENZA DELLA COMUNITA’ DI FEBBIO, DELLA VAL D’ASTA E DEL COMUNE DI VILLA MINOZZO.
    Manca anche l’umiltà di ammettere limiti ed errori imprenditoriali e gestionali.
    E’ mancata – quale definitiva penalizzazione – troppo spesso LA NEVE.
    Ma nonostante tutto varrebbe la pena continuare a crederci…

    (Caterina Cagni)