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Siamo invasi dai caprioli: 51.000 esemplari sul territorio. Portano le zecche, danneggiano le auto e l’agricoltura: ecco i numeri della petizione

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Il consistente numero di firme, oltre 3000, raccolto in pochi giorni con la petizione di Coldiretti, contro i danni provocati dagli ungulati e subiti dall’agricoltura, testimonia che il problema è effettivo. L’alta densità degli ungulati nelle zone montane e collinari procura ogni giorno danni alle aziende agricole ma anche alle proprietà private, alla salute pubblica ed alla sicurezza stradale.

«I caprioli sono in continuo aumento – commenta il direttore della Coldiretti di Reggio Emilia Giovanni Pasquali – e questo è un grave problema per la nostra agricoltura di montagna, che continua a subire danni e a vederseli risarciti solo in parte; ma non è certo questo il più grave dei problemi. Infatti il sovraffollamento degli ungulati aumenta esponenzialmente i rischi legati alle punture da zecca, di cui gli animali selvatici fungono da serbatoio, e alle conseguenti malattie da esse trasmesse. Tra le serie problematiche riconducibili all’incremento di fauna selvatica non si può tralasciare l’incolumità pubblica. I pericoli per la sicurezza delle strade, infatti, sono concreti poiché i numerosi animali sono costretti a continui attraversamenti nel loro errare quotidiano in cerca di cibo con il rischio continuo di gravi incidenti. Non da ultimo vanno considerati anche i danni ambientali risultanti dal forte degrado boschivo, numerose sono già le specie di arbusti, fiori e piante del sottobosco a rischio di scomparsa; è a rischio la biodiversità dei nostri boschi».

"Una recente relazione - si legge nella nota della Coldiretti - del Corpo forestale dello Stato, comando stazione di Carpineti, stima per il 2008 sulla nostra provincia una popolazione di ben 51 mila esemplari di caprioli". Se confermato, si tratterebbe di un numero di gran lunga superiore, ad esempio al numero di bovini presenti in tutta la Comunità Montana!

«La presenza di ungulati, in particolare modo di cervi, caprioli e cinghiali, - conclude Pasquali - è esplosa ed è diventata insostenibile per il nostro territorio. È per questo che chiediamo che si raggiunga una densità complessiva di capi ungulati per kmq compatibile con l’attività agro-silvo-pastorale e che non vengano presi in considerazione le argomentazioni di chi calcola la densità sull’intera estensione del territorio provinciale. Magari ribadisco una ovvietà ma la densità è da calcolare unicamente considerando la superficie complessiva dell’habitat di riferimento degli ungulati. Naturalmente i caprioli nelle zone pianeggianti, comprese ad esempio tra il fiume Po e l’asse della via Emilia, non se ne sono mai visiti».

La Coldiretti di Reggio Emilia informa che continuerà con la sua petizione per reclamare il dovuto rispetto alle persone, al territorio, all’agricoltura e alla proprietà privata e chiede che siano aumentati i capi cacciabili per ogni cacciatore, che si instauri un piano cattura straordinario per gli ungulati in soprannumero, che si raggiunga una densità complessiva di capi ungulati per kmq compatibile con l’attività agro-silvo-pastorale».

5 COMMENTS

  1. Danni provocati dai caprioli
    Si parla sempre dei danni provocati dai caprioli, vorrei sapere quali sono effettivamente questi danni, se si escludono, purtroppo, i casi in cui sono coinvolti in incidenti stradali (ed anche in questo caso probabilmente se tutti rispettassero i limiti di velocità ne accadrebbero di meno). Innanzitutto l’espansione del capriolo è stato un fenomeno naturale che dovrebbe semmai renderci orgogliosi poichè probabilmente è un indicatore indiretto di una accettabile qualità ambientale del territorio. In secondo luogo si parla sempre dei caprioli come portatori di zecche: le zecche ci sono sempre state; per chi non lo sapesse le zecche usano come ospiti intermedi un gran numero di animali, dallo scricciolo al toporagno al riccio e così via. Se un’osservazione si può fare è semmai che, essendo il capriolo un animale naturalmente immune dalla malattia di Lyme, là dove i caprioli sono ben rappresentati diventa più facile per noi essere punti da una zecca che abbia avuto come ospite intermedio un capriolo, e che dunque non abbia la Borrellia (come è stato dimostrato da lavori italiani ed americani).
    Si parla poi dei danni alla silvicoltura. Non mi risulta che il capriolo si arrampichi sugli alberi. Se si intende invece che mangia i polloni dopo il taglio del bosco credo che addirittura questo non faccia altro che contribuire ad un più rapido e forte sviluppo degli alberi da cui i polloni nascono (un bosco di alto fusto ha più valore come dimostrano i contributi per la trasformazione proprio in questi giorni stanziati). Quanto alle specie rare di arbusti e piante erbacee danneggiate dai caprioli vorrei proprio sapere a quali la nota si riferisce; io giro per l’Appennino alla ricerca di flora spontanea più o meno rara e non ho mai visto danni documentabili da parte di caprioli.
    Altro discorso ovviamente è per il cinghiale, animale lanciato dai cacciatori per cominciare a far caccia grossa, in una varietà (cinghiale centroeuropeo) totalmente estranea al nostro territorio, enormemente prolifica e veramente dannosa (i cinghiali scavano, rivoltano pietre, fino in cima ai nostri crinali rivoltano prati di montagna che probabilmente a quelle quote ci metteranno decine di anni a ricostituirsi, e qui si vedono davvero i danni alla flora spontanea protetta). Dei cinghiali però si parla di meno, forse perchè molti agricoltori saranno anche cacciatori e perchè ci sono dietro enormi interessi (non si spiegherebbe diversamente perchè ogni anno ci sono guerre tra cacciatori solo per le zone assegnate alle squadre, fino ad arrivare ad avvelenare i cani degli avversari). Il cinghiale autoctono della Maremma (ormai geneticamente inquinato dai lanci effettuati) non superava mai gli 80 chili, non faceva mai più di 4 cuccioli per covata, mai più di una covata all’anno, non tutti gli anni (in base alla disponibilità di cibo il cinghiale può inibire la gravidanza); infatti nella stessa Toscana era sempre e solo confinato alla Maremma e questo dimostra una invasività pressochè nulla.

    (Benedetto Bigazzi)

  2. Malattia di Lyme e caprioli
    Sig. Bigazzi io purtroppo conosco personalmente la malattia di Lyme, sono in contatto con il responsabile italiano e mi sono anche recata nella clinica universitaria di Innsbruck (Austria). I caprioli, il cui numero è aumentato in maniera esponenziale negli ultimi tempi, svolgono una funzione di serbatoio delle zecche (anche se non provoca manifestazioni morbose su di essi) ben più rilevante di altri animali. In Austria già da molti anni si stanno adottando politiche di riduzione dei caprioli. Lei sostiene che le zecche ci sono sempre state: io ho vissuto in campagna per 29 anni e non ne avevo mai sentito parlare e non avevo mai visto un capriolo; mentre oggi non passa giorno che andando nell’orto si facciano degli incontri ravvicinati… Io non voglio effettuare il mio intervento per creare polemiche ma perchè penso che ci siano delle priorità; la salute pubblica al primo posto. I caprioli sono animali selvatici e non possiamo vederli attorno alle nostre case (faccio presente che negli anni 40 nelle nostre zone non esistevano nemmeno).

    (Patrizia Bianchi)

  3. La storia infinita
    Chiedo scusa se ancora una volta intervengo sul problema zecche, ma la situazione sta ormai diventando insostenibile. Nonostante le numerose segnalazioni di casi di Borellia sempre più allarmanti, anche da parte di chi, purtroppo, è stato toccato da tale morbo, nulla si è fatto.
    Quotidianamente, su bimbi e adulti le zecche sono di casa e, fortunatamente, la stragrande maggioranza di esse non trasmette la malattia di Lyme. Credo che come me molti siano stanchi delle solite prese di posizione a favore non so di chi: i caprioli forse? Conosco molto bene la montagna, sin da bimbo, e parlo di 40 anni fa. Vivevo in un ambiente contadino, ogni giorno in mezzo ai campi, nell’erba, nei boschi, nei prati, ma di zecche non ne ho mai viste. La cosa più interessante è che non ho mai visto nemmeno caprioli ed altri ungulati, e infinite testimonianze di anziani tutt’ora mi confermano ciò. Le zecche sono arrivate ed aumentate esponenzialmente con i caprioli, non trovo altra causa. Dal momento che ho deciso di vivere con la mia famiglia nei luoghi dove sono nato, e così come tutti gli altri montanari e non, desidero che almeno i nostri figli possano vivere in serenità e sicurezza in un ambiente che sino a non molti anni fa era stupendo da tanti punti di vista; ritengo doveroso continuare a cercare una soluzione al problema. Quando la sicurezza e la salute sono a rischio tutto crolla, dall’ambiente alla presenza dell’uomo.
    Nonostante le numerosissime segnalazioni di casi di borellia o di semplice puntura di zecca chi di dovere non HA FATTO E NON STA FACENDO NULLA per tentare di affrontare questa emergenza.
    Chiaramente se cito i politici è perchè sono in campagna elettorale; se sto sul vago è perchè sono polemico. Non importa, credo si debba continuare a battere sul ferro caldo e i numerosi contatti con persone che condividono la mia preoccupazione sono uno stimolo a farlo. E’ però, forse arrivato il momento di calcare la mano, visto che il momento è favorevole per la vicinanza delle elezioni. Chiedo all’USL competente di intervenire. Sarebbe alquanto interessante rendere pubblici i dati di quante persone si sono rivolte al pronto soccorso per togliere zecche, vedere se i casi sono aumentati, almeno negli ultimi tre anni, e conoscere il numero di quanti hanno contratto la borellia. Sicuramente entriamo in un campo coperto da dati sensibili e privacy: il mio caso famigliare comunque è a disposizione di chiunque e credo anche quello di altri.
    Dopo anni di segnalazioni e dopo aver constatato che gli amministratori locali, dai comuni alla provincia, NON HANNO FATTO NULLA IN PROPOSITO, lancio un ulteriore appello a quanti si sono candidati come amministratori della cosa pubblica, affinché unitariamente si cerchi una soluzione al problema. Non per polemica e nemmeno per critica sterile; ribadisco che promuovere tante iniziative e “giornate sul lupo” e stanziare contributi così considerevoli quando nulla si fa per tutelare la salute degli abitanti della montagna è perlomeno scandaloso.
    Personalmente sarò a sostegno di chiunque, partiti, iniziative private, civiche o altro, si impegnerà e tenterà di risolvere ciò che sino ad oggi è stato trascurato da TUTTI.

    (Fabio Leoncelli)


  4. Io non so dove abita il sig. Bigazzi. Parlando del comprensorio di Busana, Ramiseto, Collagna e Ligonchio ed essendo un abitante (da 44 anni) di questi bellissimi posti (nel mio caso Busana), ho notato personalmente i danni dei caprioli e cervi. Oltre le zecche (che quando ero piccolo non c’erano), i danni più gravi li hanno avuti le piante. Sono disposto ad accompagnare tutti gli scettici a visitare i castagneti vicino a Talada, per vedere piante pelate all’altezza di 2 metri con la successiva morte; oppure a vedere dove si è eseguito un taglio legnatico da un paio di anni per vedere le piante nuove mangiate (lì non cresceranno più). Parlare di piccoli animali che portano le zecche mi sembra una scusa per proteggere quelli grossi. Sicuramente se uno scoiattolo avesse 5 zecche, un capriolo che ha una mole più elevata ne contiene (se così si può dire) una maggiore quantità. O sbaglio?

    (Massimo Coli)

  5. Alberi, zecche e incidenti
    Signor Bigazzi (quello del primo commento)… spero che anche lei non pensi che le piante nascano alla notte, così con un puf, e al mattino ci siano piante alte 10 metri già belle e robuste, perchè altrimenti mi sa che deve fare un ripasso di scienza della natura… Io ho 24 anni, abito in campagna, fuori da tutto, e sto benissimo, ma da qualche anno a questa parte i caprioli sono veramente un problema. Prima cosa gli alberi nei boschi crescono come tutte le cose da piccoli e se lo sa impiegano molti ma molti anni a diventare degli arbusti alti e forti. Proprio nella crescita quando sono piccoli i caprioli ne mangiano foglie, corteccia e a volte anche la pianta intera, con la conseguente sua morte. Come fanno a crescere nuovi alberi se questi vengono rovinati?? Ha ragione il sognor Coli, se lei guarda dove vengono tagliati i boschi non c’è più crescita perchè i caprioli tengono tutto pulito… Io nel mio piccolo lo vedo a casa mia, a 5 metri da casa ho 5 piante di mele piantate 2 anni fa, già alte e abbastanza belle. Per 2 anni i caprioli ne hanno mangiato la corteccia e le foglie rovinando la pianta con la conseguente morte… e conseguente spesa per comprarne altre… Per vedere i danni basta esserci in mezzo e dover spendere per riparare a questi danni… E’ troppo facile parlare del problema abitando in un centro di un paese o in una città, perchè il problema non si vede.
    Poi per le piante in via di estinzione. Io non sono uno specialista, ma nel mio piccolo vedo che anni fa nei boschi vicino a casa crescevano bellissimi gigli colorati (spontaneamente), ora non se ne vede più uno o comunque sono casi rari… questo non è un danno?
    Argomento zecche: da quando sono nato non ho mai visto tante zecche come da 2 o 3 anni a questa parte, è un’invasione. Davanti a casa ho un bel praticello verde e non posso sdraiarmi in terra tranquillamente senza la paura di prendere qualche zecca?? O ancor peggio qualche malattia? Non so lei ma i parenti di quelle persone che sono morte per una puntura di zecca… non credo siano tanto d’accordo che i caprioli non c’entrano niente. Si va nei boschi a funghi, ti guardi le braghe e vedi una miriade di puntini neri, guardi meglio e vedi che sono tutte zecche, nei boschi non ci girano per la maggior parte caprioli… I toporagni??? Lo scricciolo?? Non sapevo che anche topi e uccelli prendessero le zecche…
    Argomento incidenti. Il peggiore, secondo me, perchè non è un discorso a parte ma è quel discorso per cui ogni anno migliaia di persone sborsano soldi per incidenti con caprioli. Già… perchè non ne sborsiamo abbastanza per le tasse… Io ho comprato una macchina nuova, dopo 4 mesi, dico 4 mesi, ero in un dritto dove il limite era dei 90 e non facevo neanche i 70km/h… Mi ha attraversato la strada un capriolo, ho inchiodato ma non è servito a niente, la macchina NUOVA ora è da mettere a posto!!! Conseguenza del capriolo 600 euro di danni?? E questi danni non me li pagano visto che la botta è stata sull’alteriore… Mentre pagano solo quelle sulle fiancate (sì, solo nel caso che un capriolo non rispetti il semaforo allo stop… ). Lo sa che vado a lavorare? E sperperare soldi per cose inutili o comunque che non vengono da colpe mie non mi piace proprio?? Ed è inutile che dà la colpa ai limiti di velocità non rispettati perchè se è così allora provi a chiedere al tipo in bicicletta vicino a Carpineti che è stato investito da un capriolo mentre andava in bici tranquillamente e si è rotto una spalla; oppure a quello sullo scooter che si è fatto 40 giorni con una mandibola rotta e ha dovuto mangiare con la cannuccia… Io sinceramente ogni giorno quando esco in macchina ho paura, ho paura che salti fuori da ogni angolo un capriolo o un cinghiale che mi rovini la macchina e soprattutto me stesso. Quando esco in bicicletta o moto ci sono già abbastanza cose a cui stare attenti per la strada; non lasciamo che se ne aggiungano altre che possiamo evitare, basterebbe abbatterne o spostarne qualche migliaio e staremmo tutti meglio.

    (g.p.)