Home Cronaca Se ne sta su Marte. E ciò nonostante è precario pure lì

Se ne sta su Marte. E ciò nonostante è precario pure lì

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Un lavoratore precario fantascientifico che non ha niente da invidiare ai nostri, purtroppo reali, giovani detentori di contratti co.co.co.pro. Marte come sfondo, così come potrebbe essere Ligonchio.

Parliamo del soggetto di "Operai precari dal futuro" il nuovo romanzo di Silvano Scaruffi, ambientato sul quarto pianeta del sistema solare,pubblicato da Baobab, Assessorato alla cultura di Reggio Emilia (in distribuzione gratuita nelle biblioteche della provincia) e presentato domenica scorsa a Reggio Emilia.

E' la seconda volta che, con i suoi scritti, l'eclettico montanaro si cimenta con temi di grande attualità, pur conditi di un evidente tono fantascientifico.
La prima volta, con "the quiz", Silvano aveva raccontato dell'acquisita popolarità mediatica di un giovane disoccupato, grazie ad una improvvisa scalata trionfale al milionario montepremi di un quiz, con una trama che,seppur scritta anni prima, ricalcava non solo la sceneggiatura, postprodotta, del famossisimo "The millionaire", in sala nei mesi scorsi, ma anche il fenomeno odierno delle trasmissioni televisive italiane "regala-sogni", che inebetiscono milioni di persone comuni nella speranza di poter cambiare la propria vita, grazie a un colpo di fortuna.

Questa volta Silvano ci racconta di dubbi, sentimenti, e quanto altro passi nella mente di un lavoratore precario su Marte. Ce lo presenta a Reggio Emilia, nell'attraente scenario del giardino esterno di Palazzo Gerra, durante la settimana europea della fotografia.

Le fila della narrazione vengono sapientemente tirate da Giuseppe Caliceti,curatore del progetto Baobab/Spazio giovani scritture il quale, con un tono tra il serio e il faceto, si complimenta con Silvano per esser un amante della lettura e scrittura e per essere un abitante della montagna in continuo fervore artistico, sullo sfondo di una Reggio Emilia trionfale, che durante questi eventi ha portato il marchio sano della cultura con la C maiuscola.

Arte in generale, fotografia in particolare traspiravano dai locali adibiti, da quelli improvvisati, dai sanpietrini che lastricano il selciato delle principali location: una città che in questi giorni ha dato il meglio di sè, anche grazie a uno dei nostri montanari d'eccellenza. Perchè si tratta proprio di questo, dell'eccellenza di chi fa buon viso a cattivo gioco, di chi continua a scommettere con la propria vita, dando il meglio di se stesso, nel proprio lavoro e in tutto ciò in cui crede, indipendentemente da come verrà giudicato il risultato finale. A sentire lui, Silvano, si tratta di poca eccellenza, tanto approfondimento scientifico, per porre le basi concrete dei suoi romanzi, e infine una grande, immensa passione per la scrittura,in quel contesto, seppur rude, ma altamente ispirante che è la diga di Ligonchio.

Durante la presentazione si è parlato di montagna, di montanari scrittori e di fermento artistico nell'Appennino reggiano, assieme a Laura Magnani, presidente dell'associazione Ladri di Idee, lettrice di alcuni brani del romanzo, e a Massimo Zanicchi, amico e co-autore, assieme a Scaruffi, di "Write Club".

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