Il lupo è di nuovo tra noi. Chi ha avuto il piacere di incontri occasionali con questo splendido animale sa quanto esso sia (a ragione) timoroso dell'uomo che lo sterminò del tutto nella prima del secolo scorso, orgoglioso delle sue catture, come un trofeo.
Ora, nell'Appennino parmense, c'è chi pensa si possa fare altrettanto. E tra un boccone avvelenato e l'altro pare che il nucleo che là era emigrato sia già stato annientato.
L'ultimo episodio lo scorso giorno di Pasqua, raccontato dalle cronache parmensi. Un giovane maschio ucciso da un boccone avvelenato nei pressi di Pugnetolo di Corniglio.
Segni dell'avvelenamento un'agonia atroce, che ha costretto la povera bestiola a digrignare i denti nel dolore, dilaniando così la lingua, e anche a colpire terra col capo, in preda agli spasmi. Pare anche che la morte non sia stata affatto immediata.
Un caso simile si era ripetuto, poco prima, sempre nel Parmense a Fragno.
Cari lettori, in fatto di animali, condividerete con noi che, alle volte, su questa Terra si ha davvero l'impressione di essere in troppi. Uomini, per così dire.
(g.a.)
Allora è vero!!!
Lavoro sulle montagne di Parma (momte Caio-Schia) da tre anni. Quest’anno non ho ancora visto un rapace volare, mentre gli anni prima non facevo altro che stare a testa in su per vedere poiane, falchi, aquile (quelle che nidificano a Casarola di Monchio delle Corti)… Addirittura una volta ho visto l’astore (andate a vedere cosa è: meraviglioso). Qualcuno fa lo str…o Ma str…o davvero!!!!
(Borz.)
Diciamola tutta
Credo che avvelenare i lupi sia un atto estremamente burbero; tuttavia bisogna anche considerare due fattori che portano l’uomo a compiere certi gesti. In primis, il fatto che il lupo pur bello che sia è un animale, che come tutti diventa aggressivo se infastidito. Secondo, il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ha liberato numerosi esemplari nelle nostre zone, curando poi al minimo di legge il controllo del branco; in questo modo l’aumento dei capi e i mancati controlli sugli spostamenti di queste bestie hanno favorito la cacciagione di animali anche presso i paesi abitati… Non sono noti a tutti infatti i numerosi casi di pecore/capre/vitelli anche recentissimi uccisi nell’Appenino reggiano dai lupi (Collagna, Valbona, etc… ). Per cui concludo dicendo che in alcune zone del nostro Appennino, anche se ci sono paesi con una bassa densità di abitanti, il lupo resta un animale non idoneo a vivere qui, in quanto gli allevamenti agricoli che ivi si sviluppano sono troppo esposti a rischi incalcolabili, tra cui appunto gli attacchi dei branchi di lupi, che possono oltre tutto, recare danno anche alle persone. Prima di liberare di tutto pensiamoci bene e valutiamo i rischi!
(Marco Cherubini)
Lupi e caprioli…
Se ci sono troppi caprioli non riusciamo a ucciderli, se ci sono i lupi che dovrebbero mangiare i caprioli uccidiamo i lupi; e poi ci lamentiamo dei caprioli! Penso che l’uomo con la sua intelligenza in verita sia l’animale più stupido!!
(Commento firmato)
Passano i decenni, passano le generazioni, ma l’ignoranza non passa mai! Chi ancora sostiene che la presenza di lupi in Appennino possa essere pericolosa per l’uomo e dannosa per gli animali allevati significa che evidentemente non ha idea di cosa significhi la presenza di lupi sul nostro Appennino. Lupi veri, intendo, non cani rinselvatichiti. Girando per la nostra montagna sembra che ormai incontrare un branco di lupi sia più facile che vedere una lepre. In ogni paese senti raccontare di quel branco di 5, 10, 15 animali che gira sul monte di fronte piuttosto che nel bosco di sotto. Poi vai a vedere i dati dei censimenti e scopri che si parla forse di 15-20 animali divisi in gruppi familiari di 4-5 capi su tutto il crinale appenninico tosco-emiliano. Che i lupi si spostino tantissimo è vero, ma che quei pochi animali si facciano vedere così tanto come si dice sinceramente non mi pare possibile, conoscendo un minimo il comportamento di questo animale. Che le nevicate molto intense dell’inverno passato li possano aver fatti scendere più a valle, che la grande quantità di ungulati li possa fare arrivare anche in zone più vicine ai centri abitati potrà anche essere vero, ma che sia il caso di seminare terrore per la presenza del lupo in Appennino sinceramente mi sembra una grande dimostrazione di ignoranza. Per quel che poi riguarda gli avvelenamenti, io sarei dell’idea di sospendere gli indennizzi per gli eventuali danni arrecati dai lupi nelle zone in cui si sono trovate esche avvelenate. E mi aspetto che i criminali che le hanno messe vengano catturati e pesantemente condannati.
(Roberto Tedeschi)
Ancora una volta la storia torna a ripetersi. Tutto ciò che all’uomo arreca disturbo viene distrutto e cancellato. In questi ultimi anni è stato un susseguirsi costante di notizie su branchi famelici che sbranavano intere greggi di animali definiti “da reddito” con i conseguenti ritrovamenti di esemplari avvelenati da allevatori, che si dichiarano esasperati da questo predatore che sta tornando ad occupare i territori da cui in passato è stato cacciato. Personalmente pongo la questione su un altro piano… Visto e considerato che le greggi attaccate sono animali da reddito, per quale assurdo motivo i signori allevatori non si muniscono di recinzioni elettrificate antilupo e di cani da pastore? Ogni attività ha dei costi inevitabili e credo che questi investimenti siano dovuti a chiunque voglia fare l’allevatore. Concludo dicendo che la natura si è sempre regolata da sola, non ha bisogno che l’uomo ci metta le mani, anche perché ogni qualvolta l’ha fatto ha saputo solo fare dei danni.
(Candido Luca)