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Londra / Cronache di vita da migranti

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La messa è finita. La folta comunità della chiesa di Brixton Road, al canto finale, si separa in due e lascia passare il nostro piccolo plotone: uomini e bambine in costumi tradizionali rosso fuoco, bandiere dello stesso colore, orchestrina e... il missionario benedicente. Per noi tutto comincia adesso. E sarà una battaglia campale fino a notte: si parte per la "visita dello Spirito Santo" alle famiglie.

Così, ogni domenica da Pasqua a Pentecoste per la nostra assemblea eucaristica di migranti si ripete questo gesto di invio in missione. Questa, però, non è altro se non l'immensa città di tutte le razze: Londra dei nostri giorni. Inedito impegno paolino e, al pari di quello, stressante e confortante!

Sorpresa, meraviglia e curiosità ci attendono presso tutti i vicini di casa. Forse, anche un po' di quello che non manca mai nel nostro sguardo: una punta di invidia. Gli inglesi si domandano, infatti, il perchè di questo arrivo musicale, inaspettato e quasi danzante: meravigliosa invasione mai vista! Incanto ed emozione, invece, nelle famiglie dei nostri emigranti. Lo si nota subito, entrando, quando baciano le bandiere su cui vi è la colomba dello Spirito, asciugandosi gli occhi con queste... La visita dello Spirito Santo in tempo pasquale colma l'attesa di un anno. E ripete all'estero una tradizione vissuta da secoli nella loro terra.

Le tre bambine, ognuna con un cesto di petali, intonano un'antica, dolce cantilena di preghiera: è per la famiglia che accoglie, per un malato, una ragazza da sposare, un bambino appena nato... Il missionario fa la sua calma benedizione tra una nuvola di petali a tutti i presenti, che in ogni casa tra parenti, vicini e invitati sono già un piccolo popolo. Uno del nostro drappello impugna alto il crocifisso, che tiene in mano tutta la giornata. La chitarra e la vecchia fisarmonica riprendono voce, mentre Filiberto, pizzicando il mandolino, si abbandona a un canto struggente: "Migrante sono... ". Sì, è la loro stessa vita che canta, mentre un nodo alla gola ti afferra di emozione e il messaggio tra pareti domestiche si fa nella sua verità ancora più autentico. Toccante.

La vita dispersa e tormentata di ogni migrante è presentata come su un piatto d'argento: la musica gonfia la commozione, la parole si fanno universali. Mai abbastanza si capirà la tessitura umana del cammino degli Abramo di oggi, dove speranza, illusioni, audacia, scoraggiamento e nostalgia si intrecciano insieme. In fondo, è lo Spirito di Dio che spinge questi uomini e queste donne a cercare una vita degna di essere vissuta! Oggi, finalmente, in queste famiglie lo comprendi.

In ogni casa che si visita è una boccata potente di ossigeno, di fede, del senso delle origini e del comune destino. "Sono nato per nascere!", esclamava Pablo Neruda. Sì, a una vita di dignità. Come per incanto, ognuno coglie in questi momenti il senso del suo stesso avventuroso cammino... fatto insieme a Dio. Ed è allora che si scopre la tavola: come per miracolo vi appare ogni specialità e raffinatezza. È l'inizio della festa! Ma per noi c'è appena il tempo di prendere al volo qualcosa e via, cantando... altre case di migranti ci aspettano in questa metropoli e le emozioni ricominciano.

Fattasi notte, infine, il nostro drappello di uomini e di bambini si trascina fino alla chiesa rimasta ormai dall'altra parte della città, per un ultimo momento di preghiera e di ricordo... Sì, in una galoppata simile tra appartamenti e condomini di una Londra smisurata solo i volti ora vi resteranno impressi. Volti di migranti. Con i loro occhi aperti sul mondo di domani, forse più solidale e più fraterno. Grazie anche a loro.

(Renato Zilio, missionario a Londra)