E’ stato soprattutto Enrico Bini, montanaro fresco presidente della Camera di commercio reggiana, col tono pacato che gli è consueto, a dare spunti alla platea nell’incontro che si è svolto ieri sera al teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti (vedi). Al tavolo dei relatori il presidente e il vice dell’associazione culturale “Impresa montagna”, che ha organizzato, Alberto Simonazzi e Enrico Bussi. Insieme a loro Adelfo Magnavacchi e Federico Tamburini.
* * *
Tempo di crisi, non c’è dubbio. Ma crisi è anche occasione di cambio di rotta, di rinnovamento. “Qualcuno forse ci rimarrà in mezzo, ma tutti quelli che ne usciranno questo passaggio sicuramente li cambierà un po’”.
Banche. Il problema del credito è molto sentito e rischia di compromettere seriamente molte aziende. Bini è sferzante: “In montagna gli istituti raccolgono parecchio ma poco restituiscono”.
Tasse. “Il prelievo sulle aziende è decisamente eccessivo”.
Burocrazia. Anche qui: “Eccessiva, soprattutto nei confronti delle imprese agricole (che peraltro, secondo Magnavacchi, stanno ‘meno peggio’ di quelle degli altri settori produttivi)”. Il giudizio di Bini sul “Piano casa” del governo è tutto sommato positivo, soprattutto dopo i confronti che ci sono stati”.
Viabilità. Tasto dolentissimo: “La statale 63 penalizza tutti. Bisognerebbe raggiungere Reggio, da Castelnovo, in 20-30 minuti. Non è possibile che tutto il percorso sia punteggiato di reti arancioni, con muri che crollano ovunque… L’Anas deve decisamente darsi una mossa“.
Mafia nel reggiano. Bini, coraggiosamente, come sappiamo ha “scoperchiato il pentolone”. E anche ieri sera ha ripetuto i suoi concetti. “Il nord del Paese, come sentivo dire anche da persone del sud, preoccupate che il loro impegno non venga vanificato da un certo lassismo delle nostre regioni, deve guardarsi soprattutto dal riciclaggio di denaro sporco. Il denaro non puzza, come si dice... Occorre fare molta attenzione”. “Come Camera di commercio ci impegneremo a passare ai raggi X le nuove imprese”. A nostra domanda anzi se e quanto il “contagio” possa comprendere, all’interno del territorio provinciale, anche il territorio montano ha risposto così (video). Fuori onda confida comunque che c'è chi ("Una persona della nostra montagna mi ha contattato") gli si è rivolto per parlarci.
Centro commerciale naturale. “Bisogna riprendere e rilanciare l’idea, secondo me valida”, perché l’unione e l’offerta di prodotti di qualità e tipici fanno la forza e possono fare la differenza.
Unitarietà di intenti. “Le varie strutture pubbliche spesso non convergono ma vanno ognuno per conto loro”. Ovvio, vuole dire, che questo non faccia gioco.
* * *
In sala erano presenti diversi esponenti di categoria, professionisti nel settore delle costruzioni, piccoli imprenditori, alcuni amministratori. Da molti, sotto lo stimolo e il pungolo di Bussi, sono arrivate domande. La preoccupazione per il destino del territorio e anche per le sorti delle singole aziende in generale era evidente. “In montagna molte persone hanno dovuto inventarsi imprenditori per le maggiori difficoltà oggettive del risiedervi”.
In chiusura abbiamo chiesto ad Alberto Simonazzi un'impressione generale sulla serata, le sue conclusioni; che aria tira, insomma. Ecco la sua risposta (video).