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“Essenziale l’incontro con Cristo per dare un volto nuovo alla nostra società”

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Non è per la sua fissazione di prete salesiano che deve portare Cristo ai giovani, altrimenti tradirebbe il suo santo fondatore, don Bosco, gli stessi giovani e il “per chi” si è fatto prete. Non è per quello! E’ che ritengo essenziale l’incontro con Cristo, per dare un volto nuovo alla nostra società. E’ un incontro che si può rinviare, temere, negare, ma il giorno che avverrà una persona o un gruppo trova la chiave della propria esistenza.

Ho conosciuto più di un convertito ed ho ammirato la loro scelta radicale del Cristo! Di uno di loro, ho solo letto la biografia, rimanendone affascinato. Si chiamava Charles De Foucauld, morto assassinato durante la prima tragica guerra mondiale, nelle solitudine del deserto, dove si era ritirato dopo una vita brillante in società e nell’esercito francese, di cui era ufficiale.

Si definiva “fratello universale” di tutti, vedeva in ogni malato o povero non un uomo ma Cristo stesso: «da qui il rispetto, amore, compassione, gioia e riconoscenza di poterlo curare, zelo, dolcezza… ». Sono sue parole che appaiono più forti quando parla del rapporto con i “malvagi”: «Sopportare la presenza dei malvagi, sempre che la malvagità non corrompa gli altri: come Gesù accettò Giuda… Non resistere al male… Continuare a fare del bene anche a chi è ingrato… “Se voi siete buoni soltanto con è buono, dov’è il vostro merito?” Ogni essere umano, per quanto cattivo, è figlio di Dio… ».

Sembra un discorso inattuale, che i giovani rifiutano, ma quando essi incontrano un Testimone accorrono e si confrontano anche con Gesù Cristo, che è alla base delle sue scelte E’ l’esperienza di oltre 4.000 giovani dell’Operazione Mato Grosso che si sono trovati in questi giorni con padre Hugo De Censi, che dell’OMG è cuore ed anima. Hanno ascoltato la parola di Gesù, l’hanno drammatizzata, attuandola, pregando e cantando insieme, ritrovando le motivazioni del loro lavoro per i poveri, vivendo una vita sobria, essenziale, austera, nell’attesa di potere fare un’esperienza di mesi e di anni sulle Ande o nel Mato Grosso o nelle foreste della Bolivia e dell’Ecuador, quando saranno chiamati, là dove la radicale gratuità di chi li ha preceduti, ha creato scuole, oratori, ospedale, case per gli anziani ed anche rifugi in montagna, dove è più facile essere vicini a Dio.