Riceviamo e pubblichiamo.
-----
“Impresa Montagna” è un’associazione culturale “nascente” che sta muovendo i primi passi in uno scenario sospetto. Le amministrative sono infatti alle porte e poiché si chiede ai fautori dell’associazione cosa avranno in mente, a riguardo, si forniscono le informazioni essenziali.
È trascorso un anno e mezzo dai primi incontri per conversare di realtà presenti. C’era anche altro da fare, per ciascuno di noi, però si è trovato il tempo per sviluppare una riflessione e, animati dall’apprensione per la gente di qui, abbiamo provato a descrivere i problemi: mancanza di lavoro, fuga dei giovani, derive umane…
Si è rivelata un’operazione complessa; però senza spaventarci cercavamo di allargare lo sguardo e senza sprecare il tempo nella ricerca dei colpevoli, abbiamo inteso leggere la realtà che abitiamo come l’impronta di un progetto politico. È infatti ozioso elaborare denunce, se dietro ai fatti non si riconosce un sistema etico al quale opporre un’alternativa. Questo è il punto: chi gestisce un territorio e una comunità opera scelte concrete che fa discendere da un pensiero sull’uomo, non importa quanto esplicito. Quanto più questo pensiero è estroverso, tanto più le scelte sono lungimiranti e corrispondono alla misura molteplice e differenziata della collettività, invece nel caso contrario le scelte hanno il fiato corto e discendono troppo spesso da un interesse particolare.
Ci siamo permessi di ragionare ingenuamente e abbiamo concluso che esiste ancora nella società un sistema etico di valori a cui non corrisponde un adeguato apparato politico. In relazione ai problemi di cui sopra, non si vuole sostenere la tesi di un disinteresse premeditato, ma piuttosto quella di priorità indirette. Intendiamo dire che ciò che dovrebbe rappresentare il fulcro dell’interesse della politica, la collettività con i suoi problemi da risolvere, scivola su un piano secondario e perde visibilità.
Questo è il contenuto delle nostre riflessioni. Quanto al metodo, seguiranno altre iniziative di analogo profilo: esplorazione di problemi concreti dalla prospettiva di chi deve quotidianamente affrontarli. Avvertiamo l’esigenza di colmare, a beneficio della collettività, un deficit di partecipazione. Infatti, per quanto sia un esercizio complesso, pure la politica non può essere una pratica misteriosa, riservata ai pochi e incomprensibile ai più.
L’altra parte dello scenario è stata quella della vitalità interna del territorio montano connessa con la dipendenza dei settori di attività nei confronti del capoluogo e della pianura in genere. La grande crisi esplosa alla fine del 2008 impone di rivedere gli schemi interpretativi che sinora hanno prevalso per dare risalto al tipo di impresa che opera in montagna nelle varie sedi dell’azione pubblica.
(Gabriele Castagni)
Esporsi
…Io non ho capito, quindi siete un’associazione culturale che si contrappone alla mancanza di partecipazione e coinvolgimento politico per risolvere problemi legati alla gente di montagna, però non si capisce ancora dove vi riunite, chi siete (a parte il presidente, il vice e lei) e cosa avete intenzione di fare realmente. Forse se vi candidate alle comunali e stilate un programma politico finalmente capiremo di più. Per ora, a parte le belle parole e l’evidenza di problemi che ogni schieramento politico in montagna denuncia tutti i giorni (lavoro, viabilità, abbandono dei giovani del territorio… ), non trovo niente di così innovativo e rivoluzionario, specialmente finché tutto ciò rimarra una specie di loggia riservata a persone culturalmente troppo elevate per esporsi in maniera più diretta (almeno così sembra).
(S.S.)