La letteratura si sta concentrando sui problemi alcol-correlati stante gli effetti scatenanti di situazioni violente che il consumo di alcol favorisce; i dati epidemiologici lo confermano. Ma da qualche tempo è in larga diffusione il consumo di cocaina, voluttuario o di abuso. La cocaina si combina anche essa con le situazioni in cui si scatena la violenza.
I minori che vivono con genitori che hanno problemi di dipendenza da alcol e che allo stesso tempo mettono in atto violenze ed abusi in famiglia sono soggetti ad un rischio di danno evolutivo molto più elevato degli altri minori. La coesistenza di entrambi i problemi in almeno uno dei genitori (sia dipendenza da alcol che la perpetrazione di violenza) è associata ad effetti negativi più elevati. Gli effetti dovuti alla coesistenza delle due diverse problematiche spesso, oltre ad essere accresciuti, sono anche fra loro reciprocamente combinati.
Grazie ad alcune ricerche svolte soprattutto nel contesto inglese si sa che il numero di bambini che vivono con almeno un genitore con problemi di alcolismo è stimato in UK tra 800.000 e 2.5 milioni.
In Italia EUROCARE & COFACE, 1998 stima tra i 602.000 e 1.032.000 i casi di figli di alcolisti. Se ad essi si aggiungono i figli dei tossicodipendenti si arriva a 750.000 – 1.200.000.
Nel Regno Unito, più di un quarto delle donne ha subito o subisce violenza domestica e che le donne con bambini, rispetto alle donne senza figli, sono esposte ad un rischio doppio di subire abuso; a più alto rischio di violenza sono le donne single con figli, specie se recentemente separate. La situazione italiana è sostanzialmente simile.
Uno studio all’interno della fascia di popolazione giovanile ha rilevato che il 26% dichiara di aver assistito almeno una volta ad episodi di violenza tra i propri genitori, mentre il 5% ha assistito ad episodi di violenza domestica con una certa frequenza
Altre ricerche dimostrano che tra il 60-80% delle donne che si rivolge ai servizi per abuso di alcol dichiara di aver subito abuso domestico almeno una volta negli ultimi 6 -12 mesi.
Si può pertanto concludere che esiste un urgente bisogno di offrire una risposta per ridurre i danni (fisici, psicologici e relazionali) dei bambini figli di genitori alcolisti che li maltrattano.
Prese singolarmente, sia le problematiche legate alla convivenza con genitori violenti e abusanti che i problemi di alcoldipendenza dei genitori possono avere un impatto a lungo termine profondamente negativo sui bambini di tutte le età.
Per quanto riguarda i danni evolutivi si sono rinvenuti stretti parallelismi fra i rischi che corrono i figli di genitori con problemi di alcolismo ed i rischi cui sono esposti i bambini soggetti ad abuso domestico
I bambini appartenenti a gruppi di minoranze etniche possono avere bisogni peculiari legati al proprio ambiente culturale e familiare anche per quanto concerne i problemi di etilismo di uno dei due genitori. Infatti all’interno di alcune culture e religioni, persino un consumo sporadico di alcol può essere considerato fonte di vergogna. Per quanto concerne invece l’abuso domestico, all’interno di alcune culture tale fenomeno può essere ignorato: all’interno di una famiglia possono non solo verificarsi collusioni fra membri (fra chi agisce l’abuso e chi sa ma non interviene o addirittura lo considera giustificato) ma anche ulteriori perpetrazioni dell’abuso (anche attraverso il coinvolgimento di altri membri familiari), secondo specifiche credenze culturali legate ai ruoli di genere ed aspettative della famiglia. Occorre nondimeno considerare che per i bambini che appartengono a gruppi di minoranza etnica la casa è spesso considerata come un’oasi dalla persecuzione razziale: lasciare la propria casa, e così la violenza domestica in essa perpetrata, per molti bambini (ma anche per adulti vulnerabili) può significare dover incorrere in altre violenze razziali esterne; passare dalla padella alla brace.
In Italia è poco frequente che i problemi di abuso di alcol o droghe e quelli di violenza domestica trovino una risposta unitaria combinata all’interno del medesimo servizio: nella fase di identificazione del fenomeno ed in quella di intervento sono spesso coinvolti servizi diversi che hanno fra loro scambi limitati e a volte antagonisti. Di conseguenza gli adulti (e soprattutto i loro figli) non ricevono un supporto capace di rispondere ai propri bisogni in modo adeguato. Raramente i Sert o le Comunità esplorano le condotte violente dei loro assistiti; occorre dotarli della formazione e delle procedure adeguate affinché quei servizi imparino a lavorare congiuntamente con i pediatri e le assistenti sociali dei Comuni e con la polizia. E' un'urgenza sociale e sanitaria.