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“La sciagurata ipotesi del nucleare”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Vertice italo-francese a Roma fra Berlusconi e Sarkozy per la sigla di importanti accordi, tra cui quelli per riportare il nucleare in Italia. Quattro saranno le centrali da realizzare, secondo quanto anticipato; la prima nel 2020, per un totale di 6400 Mw, equivalenti al 25% dei consumi di energia nel nostro Paese. L'alleanza sarà guidata da due controllate di Stato, Enel e Edf, che annunceranno una joint venture paritetica.

"L'accordo riguarda tutti gli aspetti del nucleare, dalla collaborazione in sede europea ai temi della sicurezza, dalla cooperazione tecnologica alla formazione dei tecnici, dallo smantellamento degli impianti alla collaborazione industriale in paesi terzi", ha spiegato ieri l'altro il ministro per lo Sviluppo Claudio Scajola.

Il governo Berlusconi sul nucleare continua a prende lucciole per lanterne ed il rischio è che a pagare per i suoi errori di valutazione siano i cittadini com’è già avvenuto per l’Alitalia. Il nucleare è, infatti, costosissimo sia dal punto di vista economico che sociale e continua ad essere pericolosissimo sia sotto il profilo della radioattività che della proliferazione”.

Non è vero il nucleare eviterà i rischi per la sicurezza energetica del nostro Paese perché l’uranio, per le stime delle organizzazioni internazionali, durerà solo per pochi decenni e come tutti sanno non si trova di certo in Italia ed il suo costo è cresciuto a dismisura: nel 2000 un chilogrammo di uranio costava 7 dollari mentre oggi ne costa 120.

Restano invece certi e pericolosamente attuali i rischi per la salute e per l’ambiente connessi alla radioattività e nessuno tra i tanti sostenitori del nucleare ci dice cosa vuol fare delle scorie radioattive che ancora nessuno al mondo è riuscito a smaltire. Di sicuro la scelta del governo Berlusconi rischia di avere effetti disastrosi sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili sui quali il nostro Paese, purtroppo, ha smesso di investire.

Bisognerà poi capire come faranno Berlusconi & co. a riportare l'Italia a produrre in proprio energia elettrica grazie all'atomo dopo avervi rinunciato con il referendum popolare del 1987, che a stragrande maggioranza bocciò l’energia nucleare.

All'agenzia per la sicurezza nucleare (in via di costituzione e prevista da un disegno di legge della maggioranza all’esame del Parlamento) spetteranno tutti i poteri autorizzativi sui progetti, grazie a delle norme presenti nel ddl che hanno già suscitato critiche perché limitano al minimo le capacità d'intervento degli enti locali nei territori coinvolti.

Valutato che fra i siti probabili per la localizzazione di una centrale atomica c’è anche la zona di Viadana, vicino alla bassa reggiana, invitiamo tutti i sindaci e i candidati sindaci ad esprimersi pubblicamente contro questa sciagurata ipotesi.

(Giuseppe Neroni, federazione provinciale Verdi Reggio Emilia)

8 COMMENTS


  1. Bisognerebbe sapere da Neroni dove mette le scorie del petrolio, disperse nell’atmosfera. Mettiamo allora l’eolico, ma i Verdi dicono che si rovina l’ambiente, poi gli uccelli deviano le loro migrazioni. Rimane il solare, ma nessuno si rende conto che dovremmo coprire tutte le superfici coltivabili per poter avere l’energia sufficiente. L’errore è stato quel maledetto referendum, lasciato a persone ignoranti e politicizzate, che ci ha tolto il nucleare unica strada percorribile.

    (Commento firmato)

  2. Referendum a parte…
    Cortesemente volevo fare una domanda al sig. Giuseppe Neroni, autore di questo pezzo, alla quale non ho trovato risposta dalla nostra informazione. Con la crisi che abbiamo, le numerose fabbriche che purtroppo chiudono, i consumi della gente che calano, penso che di conseguenza anche i consumi di energia abbiano la stessa tendenza, ma nessuno dice di quanto. Poi siccome finalmente sembra che non sia più conveniente incentivare (drogare) i consumi dissennatamente come fatto finora per migliorare l’economia (!) che ci ha portato al disastro, di conseguenza penso che a partire da questa sonora lezione si debba cercare di produrre per quanto possibile in loco, quanto serve, per durare e non da buttare in discarica dopo poco tempo con tutto ciò che ne consegue. Da ignorante penso che questa tendenza potrebbe durare a lungo perciò non mi sembra il momento migliore di pensare al nucleare.
    Grazie.

    (Elio Bellocchi)

  3. Consigli…
    Ma per smantellare le vecchie centrali nucleari quanto si è speso? E quanto si spenderà per quelle nuove? Consiglio due siti per le suddette: Arcore e Porto Cervo… L’unico cruccio è che quando saranno pronte Lui non ci sarà più; o è IMMORTALE? Un altro consiglio: responsabile della sicurezza Homer J.Simpson (vedere cartoni animati), così siamo tutti più tranquilli…
    Saluti denuclearizzati!!!!!

    (Davide Tamburini)

  4. Credo!!!
    Allora forse nessuno sa o fa finta di non sapere che oggi l’Italia spende ancora per le centrali “mezze smantellate”. La cifra spesa allora per le centrali era di circa 10000 miliardi di vecchie lire, spesi quasi altrettanti per il QUASI SMANTELLAMENTO, buona parte dei materiali radioattivi erano lì fino a pochi anni fa!!! Spesa odierna per ogni centrale “IPERSICURA” fino a quando non esplode circa 3/4 miliardi di €. Con pari importo si potrebbe generare, calcolando la spesa di € 4000 per ogni KW circa circa 900.000/1.000.000 di Kw con pannelli solari. Oppure 1000 impianti eolici da 1 GW per un totale di 1.000.000 di KW senza bisogno di uranio e scorie. Non per ultimo provate a fare una ricerca sui costi di SMANTELLAMENTO di una centrale che ha raggiunto il “FINE VITA”!!! Rimarrete stupiti! Vedete voi, ma forse ci sono altri interessi che noi non conosciamo.
    Grazie come sempre.

    (Roberto Malvolti)

  5. Nucleare
    Io non sarei così sicuro contro il nucleare. La nostra posizione deriva dalla campagna che i media fecero dopo la catastrofe di Chernobyl. Io lavoravo a San Donato Milanese. I media raccomandavano di non mangiare insalata, di non mandare i bambini a giocare nei parchi. Un giorno, forse una settimana dopo l’incidente, un tecnico, mio amico, stava controllando con un contatore la radioattività del manto erboso. Lo pregai di controllare anche le lancette fosforescenti del mio orologio che avevo acquistato da poco. Era leggermente più bassa di quella dei prati che peraltro era leggermente superiore alla consueta radioattività naturale delle zona. Una mia conoscente Ucraina che abitava a 380 km a est-sud-est da Chernobyl, in direzione di Milano che però si trova a 1600 km, mi dice che loro non avevano avuto nessuna conseguenza perché i venti soffiavano in direzione Norvegia a nord-est.
    Temo che il nostro giudizio sul nucleare sia ancora influenzato inconsapevolmente dalla paura di quella campagna che io considero dissennata perché ha provocato lo smantellamento costosissimo delle centrali di Montalto di Castro e di Caorso che erano quasi pronte per entrare in funzione. Con il piccolo impianto di Ispra vicino a Varese eravamo all’avanguardia in Europa e ora non siamo neanche il fanalino di coda. Io non sono nè un tecnico nè un economista, ma penso che se chi ha già fatto questa esperienza e si appresta a sostituire quelle vecchie un po’ di conti li avrà fatti. Se mi trovo in una strada a senso unico e tutti mi vengono incontro non penserò che tutti siano ubriachi ma che forse sarò io ad essere contromano. Siamo circondati da centrali nucleari da cui compriamo energia, ma sono tutti sprovveduti gli altri o siamo noi gli sprovveduti? Le energie alternative? L’idrogeno c’è solo nella stratosfera. Che io sappia si può produrre con l’elettrolisi consumando energia elettrica prodotta col metano o dal metano stesso mediante processo chimico, ma la trasformazione non avrà certamente un rendimento uguale a uno, quindi conviene utilizzare il metano molto meno pericoloso e credo più facile da trasportare. Le macchine elettriche con cellule a combustibile? Penso che non saranno commerciabili in tempi brevi e utilizzanti idrogeno che non c’è o metano. A batteria? Costo elevato e poca autonomia, tempi lunghi per la ricarica e con energia prodotta col metano che per fortuna nel mondo ce n’è ancora veramente tanto da IMPORTARE e se accettiamo gli impianti di rigassificazione. Le centrali idrauliche? Sono le migliori se ci sono ancora bacini disponibili. Il biogas? Va bene purché non si sottraggano troppe risorse per l’alimentazione. L’eolico? Sono favorevole. Quei moderni mulini a vento mi piacciono, li trovo belli ma di difficile locazione. Il fotovoltaico? Sono favorevole ma anche consapevole della limitata efficienza e tempi lunghi di ammortamento. Qualcuno mi ha detto che per realizzare un pannello occorre quasi tanta energia come quella che produrrà nella sua vita. Ma è vero? Meglio forse i pannelli per la produzione dell’acqua calda. Le centrali termiche solari con una enorme parabola di specchi riflettenti che concentrano i raggi in un unico punto dove si trova la caldaia. Ne è stata costruita qualcuna in via sperimentale. Buon rendimento ma costose, credo. Non siamo messi tanto bene. Forse gli altri non sono poi tanto sprovveduti. Quando ci sarà la ripresa avremo ancora bisogno di tanta energia e se dovremo importarla non ci sarà di aiuto. Abbiamo già perso troppo tempo. Le critiche e i commenti saranno i benvenuti perché qualche dubbio ce l’ho anch’io.

    (Ermete Muzzini)

  6. Ogni comune si dia da fare
    Io credo che l’idea di costruire centrali nucleari di terza generazione quando tra vent’anni a costruzione avvenuta saranno stra-obsolete sia una presa in giro. Queste sono idee dementi pensate da dinosauri. In Italia per far fronte alla richiesta energetica servirebbe una centrale nucleare per ogni regione. Bisogna iniziare a rendere indipendente ogni comune e puntare sul risparmio energetico con le nuove tecnologie per produrre energia pulita.

    (Mattia Rontevroli)

  7. No al nucleare
    I francesi hanno bisogno di esportare il nucleare. Gli costa di più di quanto rende. Nonostante lo usino anche per uso militare. E’ un business per il nuovo Terzo Mondo. Quello che va a petrolio e a discariche tossiche. Che non ha un piano nazionale per le energie rinnovabili. Che deve ancora smaltire le scorie radioattive di Caorso. Un Terzo Mondo in cui la voce dei cittadini contro il nucleare espressa in un referendum non conta nulla. L’Italia è il Terzo Mondo ideale per il nucleare. No allo @Cpsiconuke#C. Sì alla vita.

    (Mattia Rontevroli)

  8. Un referendum “scade”?
    Ermete, non sono sicuro nemmeno io, ma sul nucleare ho molte esitazioni e non mi sembra la strada più giusta da imboccare in questo momento di crisi. Certe decisioni, però, vengono prese sopra le nostre teste, senza considerare che esiste l’esito di un referendum dove la gente si è espressa liberamente. In proposito mi sorgono due domande: un referendum ha una data di scadenza dopo la quale si può fare il contrario di quanto hanno deciso i cittadini? E’ questione di tempo o occorre un nuovo referendum che annulli il primo? Boh!
    Concordo pienamente con te, Ermete, che quando è successo quel disastro di Chernobyl la campagna che i media fecero è stata per noi (ma solo per le zone del nostro paese) esageratamente allarmante. Però non fu altrettanto allarmante quando si fecero i numerosi esperimenti con bombe nucleari… in isole o zone sperdute, sì, ma mi sembra che tali esperimenti abbiano alzato ugualmente la radiazione di fondo in tutto il pianeta! Potenza della nostra informazione sempre parziale!!
    C’è bisogno di energia? Bene, “diamogliela”, in qualsiasi modo… o meglio, ho il sospetto che anche l’energia sia una grande fonte di ricchezza per qualcuno e forse c’è chi spinge che si adotti anche da noi il nucleare! Forse la Francia ci guadagnava enormemente prima fornendoci la corrente e dopo con le centrali?
    Sono anche perfettamente consapevole che esistono già centrali a pochi chilometri dal nostro confine e dalle quali comperiamo la corrente elettrica; speriamo che nella malaugurata ipotesi di un incidente grave (facciamo tutti assieme le corna anche con le dita dei piedi) il vento sia di scirocco… ma dobbiamo vivere di queste speranze per mantenere alto il nostro tenore di vita? Ma la mia ulteriore domanda potrebbe essere anche: se la produciamo da noi con nostre centrali potrebbe essere molto più conveniente considerando le spese delle costruzioni, lo smaltimento delle scorie e l’uranio che nel tempo va esaurendosi?
    Ma la mia domanda regina e questa: e se si consumasse di meno e con più oculatezza? Se i beni fossero più duraturi? E’ proprio vero che più si consuma senza limiti, più si incrementa l’economia e il nostro benessere? Il tre per due, il quattro per tre e quello che non serve si butta via. Una riparazione (quando si trovano i ricambi) costa più che comperare l’apparecchio nuovo… e via di questo passo.
    Le centrali idroelettriche secondo me sono le meno sfruttate; mi ricordo che quella di Ligonchio ha corso il rischio di essere smantellata!
    I pannelli solari termici una volta installati producono acqua calda gratuitamente per lungo tempo, in silenzio e senza minimamente inquinare. Si potrebbero prevedere coperture fatte con questi pannelli da mettere al posto delle nostre coperture; non saranno il massimo esteticamente, ma funzionali.

    (Elio Bellocchi)