Il libro “Magre da morire” di Albina Perri è un testo interessante anche per coloro i quali non conoscono a fondo il fenomeno dell’anoressia perché si allontana da ogni giudizio morale nell’analizzare questo fenomeno; limitandosi a riportare alcune dichiarazioni rilasciate da giovani sui vari siti cosiddetti Pro Ana, ovvero tutti quegli spazi web (soprattutto blog) nei quali è enfatizzata la condizione patologica, dell’anoressia, che attraverso una inappropriata condivisione diventa una sorta di credo che lega tutte le persone affette da tale disturbo e le loro profonde sofferenze; incitandole però ad aumentare le pericolose condotte comportamentali.
L’autrice, grazie anche all’aiuto di esperti, che a vario titolo hanno collaborato, cerca di andare oltre i dati statistici (sempre più allarmanti) per offrire al lettore la possibilità di confrontarsi con i vari punti di vista che nel libro si mescolano ma riescono in tal modo a delineare la complessità del fenomeno.
E’ un libro molto intenso e “forte” proprio perché non mediato da giudizi, spiegazioni o chiarificazioni ma costituito per la maggior parte dalle stesse parole di donne e uomini di ogni età che raccontano le proprie esperienze e soprattutto il proprio quotidiano in questi spazi Pro Ana, in luoghi cioè in cui si sentono compresi, accettati o addirittura invidiati, mettendo così a nudo i propri sentimenti, stati d’essere e fragilità.
Solo la conclusione si allontana dallo stile e dalla formula del resto del libro; l’autrice tira qui le fila del discorso arrivando a definire la bellezza come virtù, ma socialmente pericolosa, ben distinta dalla “bellezza della parola, dell’arte, della natura”.
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per approfondimenti sul tema: http://proanorexiaresearch.splinder.com