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Ex cinema Ariston di Felina / Luigi Bizzarri: “Comune, non sbagliare una seconda volta!”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Martedì prossimo il Consiglio comunale di Castelnovo ne’ Monti sarà chiamato a formalizzare l’acquisto del ex cinema Ariston di Felina. Sulle possibili future destinazioni d’uso non pare esservi certezza; si parla di farmacia comunale, di sala civica e di edilizia residenziale convenzionata.

Il prezzo stimato è pari ad euro 520.000(cinquecentoventimilamila), cifra che il Comune ha accantonato già dall’anno passato, proveniente dalla cessione in Borsa di una quota parte delle azioni Enìa di sua proprietà.

La partita non è poi conclusa perchè in seguito l’Amministrazione comunale acquisirà una capacità edificatoria pari a 400 mq di superficie utile attualmente proprietà di terza persona a cui la stessa Amministrazione l’aveva precedentemente ceduta (in cambio di altri terreni) insistente sullo stesso ambito del cinema Ariston, come previsto dallo strumento urbanistico vigente.

Una triangolazione che lascia qualche perplessità sull’utilità economica di tale operazione, dovuta proprio al contraddittorio modus operandi dell’Amministrazione. Prezzo presunto (manca ancora una stima definitiva): euro 200.000(duecentomila). Costo totale dell’operazione: euro 720.000 (settecentoventimila).

Una scelta che per certi versi tanto assomiglia all’acquisto dell’ex cinema Tiffany, ora teatro Bismantova, comperato allora per circa 1.800.000.000 (unmiliardoottocentomilioni) divenuti circa 9.000.000.000 (novemiliardi) di lire dopo la ristrutturazione. Con euro 1.600.000 (unmilioneseicentomila) ancora da pagare tramite mutuo ventennale, pari ad euro 80.000 (ottantamila) annui a carico del Comune .

Perchè diciamo che ravvisiamo una somiglianza con quella operazione? Per la cifra enorme con la quale si effettua l’acquisto e per l’oggetto stesso che si va ad acquisire. Un enorme scatolone il cui valore, se valutato separatamente dalla potenzialità edificatoria, acquisita in seguito, è assai limitato per la tipologia costruttiva presente. Inoltre per il prevedibile ingente costo della ristrutturazione.

Nel caso del Tiffany tale acquisto fu effettuato motivandolo essenzialmente con il recupero della memoria storica di quel luogo a scapito di un intervento molto più economico possibile sull’ ex Consorzio agrario, acquisito anni prima al patrimonio comunale per soli 200.000.000 (duecentomilioni) di lire.

Per quanto riguarda il cinema Ariston emergono però una serie di fatti che ci obbligano a denunciare un clamoroso spreco di risorse pubbliche causato appunto da una gestione contraddittoria ed improvvida della questione in oggetto

Sino all’approvazione definitiva del nuovo strumento urbanistico attualmente vigente, il sito ove sorge l’ex Ariston era destinato ad area per attrezzature di interesse comune ed il suo valore, come si può immaginare, era assai basso, compresso da una destinazione d’ uso che vedeva l’ente pubblico come unico interlocutore in eventuali operazioni di vendita (detto per inciso era la stessa destinazione che permise al Comune di acquisire nel 1996 senza concorrenti ed a una modica cifra l’ex Consorzio agrario).

Orbene, con il nuovo strumento urbanistico, approvato definitivamente nel marzo 2005, tale area ha mutato destinazione d’uso e la nuova prevede di realizzare sino ad un massimo di 2000 mq di superficie utile mista tra residenziale e commerciale, di cui 400 mq sono quelli prima menzionati.

Autocitarsi è spesso comportamento disdicevole e sopra le righe, ma corro questo rischio e vorrei riportare alcuni passi ripresi dalla dichiarazione di voto del sottoscritto in occasione del Consiglio comunale(fine marzo 2005) dedicato all’approvazione definitiva della strumentazione urbanistica vigente: “ …non siamo d’accordo nell’inserire il cinema di Felina in zona di ristrutturazione urbanistica, noi riteniamo che il cinema di Felina sia un importante presidio, non pensiamo che Felina debba diventare un frazione in cui si mangia, si balla e si beve. Chiudendo quel cinema viene praticamente a mancare l’unico presidio culturale di una certa importanza, a meno che non pensiamo di andare tutti a ballare al Parco Tegge. Mi pare che questa scelta fosse comunque insita già quando si è deciso di ristrutturare il cinema Bismantova . Dicevo allora che questo avrebbe comportato la chiusura del cinema di Felina; difatti quella sigla (poi divenuta la destinazione attuale) mi pare voglia significare che è prevista una destinazione urbanistica (che) consentirà alla proprietà negli anni futuri (non so quando) di arrivare ad un cambio di destinazione d’uso”.

Ovviamente la maggioranza non prese allora in seppur minima considerazione i rilievi effettuati sul punto specifico, approvando in toto il nuovo Piano.

Negli anni seguenti, in occasione del voto dei bilanci di previsione 2005, 2006 e 2007, come gruppo consiliare abbiamo sempre reiterato un ordine del giorno nel quale, contestando il cambio d’uso completo di quell’immobile, chiedevamo di salvare nella ristrutturazione almeno una sala civica attrezzata come sala conferenze adatta anche ad un possibile uso cinematografico (tale soluzione avrebbe consentito anche una maggiore flessibilità nella gestione del noleggio delle pellicole alla società gestrice del teatro Bismantova con risultati indubbiamente positivi).

Naturalmente anche in questi casi è superfluo annotare il reiterato voto contrario della maggioranza consiliare, sempre affermato in ogni occasione.

Dopodiché, sia in sede di adozione che di approvazione del successivo Piano operativo comunale (Poc), nessun accenno a propositi di acquisto è mai stato fatto e di nuovo respinta ogni richiesta per una almeno parziale acquisizione di spazi a destinazione pubblica entro quel fabbricato.

C’è da dire che in questi anni si è sviluppata a Felina una campagna di opinione con tanto di raccolta di firme per il mantenimento di funzioni pubbliche per il complesso ex cinema Ariston ed è anche cresciuto in modo consistente un forte malumore in quella frazione, rispetto all’operato dell’Amministrazione comunale.

Sotto la spinta di un malcontento che si faticava sempre più a mantenere sopito, il Comune ha scoperto l’importanza dell’ex cinema come punto di aggregazione. I denari provenienti dalla cessione in borsa di azioni Enìa poi hanno fatto decollare il nuovo proposito. Per cui, dopo alcuni incontri interlocutori con le associazioni del volontariato felinese e con idee ancora assai poco chiare, si è passati alla decisione di acquistare l’immobile.

Vorremmo ora quindi noi fare qualche semplice domanda all’Amministrazione comunale.

Ha senso acquistare ora un immobile dopo averne aumentato (duplicato? triplicato? quadruplicato?) il valore con una variante urbanistica? E poi, dopo l’acquisto, con quali denari si provvederà alla ristrutturazione? Forse che le imminenti elezioni giustificano questo?

A questo punto, visto l’errore clamoroso di non procedere prima all’acquisto dell’immobile (forse ascoltare un po’ di più i pareri non conformi al proprio farebbe bene a questa maggioranza), non sarebbe allora più congruo identificare nelle vicinanze del centro un sito adatto ove realizzare ex novo la struttura utilizzando il capitale a disposizione per la realizzazione della stessa e non esaurirlo per l’acquisto dell’area?

Si sono valutate a fondo inoltre le possibili interferenze tra attività diverse che la collocazione nell’area ex Ariston potrebbero far nascere?

Ma prima di ciò occorrerebbe fare un ragionamento sull’evoluzione dell’attuale situazione socio-economica. Tra la metà e la fine del 2009 (la previsione é pressoché unanime) quella della nostra provincia potrebbe raggiungere livelli di gravità assai seri, con riflessi sul piano sociale facilmente prevedibili. Ora, sarebbe buona cosa che l’Amministrazione comunale tenesse in serbo la cifra destinata all’acquisto per far fronte a probabili emergenze sociali. Anche per consolidare un fondo di garanzia dotato attualmente di soli 60.000 (sessantamila) euro.

(Luigi Bizzarri, capogruppo consiliare Rifondazione comunista-Castelnovo trasparente)

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LA RISPOSTA DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Evidentemente il capogruppo Bizzarri ha cattiva memoria, dato che fu tra i protagonisti della riapertura dell’ex cinema Ariston, chiuso nel ’91 e riaperto nel ’96 grazie all’intervento di alcuni imprenditori locali che entrarono nella società precedente, la “Cogesa”. Bizzarri è stato in quel periodo consigliere di maggioranza, e già allora si parlava dell’eventuale cambio di destinazione d’uso, rispetto a scelte che si stavano profilando su una struttura simile, culturale e ricreativa, da realizzare nel capoluogo. Sul cambio di destinazione venne concordato con gli imprenditori un “gentlemen agreement” (accordo tra gentiluomini), poi confermato negli anni successivi a fronte di forti investimenti dei soci, prima per l’acquisto dell’Ariston poi per la sua ristrutturazione, proseguita in più fasi e sicuramente onerosa dato che si ripartiva dopo diversi anni di completa chiusura. L’accordo fu un incentivo necessario rispetto ad una scelta forte degli imprenditori, ma fu anche un atto di responsabilità dell’Amministrazione, che in questo modo riuscì rapidamente a restituire alla montagna un servizio la cui assenza (per anni non ci fu un cinema in tutto il comprensorio) era fortemente sentita, e fu un risultato importante di quell’Amministrazione, che oggi si può faticare a comprendere data la mutata offerta culturale e ricreativa. Nel momento dell’approvazione del nuovo strumento urbanistico venne formalizzato l’impegno preso anni prima: dell’operazione quindi si parlava già da molto tempo. In seguito sono emerse due istanze: la prima è stato un cambiamento forte e traumatico nella società proprietaria dell’immobile, che ha visto l’improvvisa scomparsa di colui che ne era il leader, e quindi è scemata la volontà da parte dei soci rimasti di portare avanti l’operazione immobiliare, tanto da mandare all’Amministrazione segnali sull’intenzione di vendere la struttura. Dall’altra parte si è compiuta una riflessione più ampia sulla situazione di Felina, nella sua veste di piccola capitale produttiva della montagna, paese divenuto sempre più centrale per il territorio non solo per quanto riguarda gli aspetti economici ma anche dei servizi. Un paese che denota una grande capacità di aggregazione sociale e di sostegno alle associazioni di volontariato, che ha manifestato una accresciuta necessità di un luogo di scambio e di aggregazione, portando l’Amministrazione alla volontà di acquisire l’intero bene immobiliare a questo scopo. Già da mesi è stato avviato un confronto pubblico, con cittadini ed associazioni felinesi, molto partecipato, e di nuovo ci troveremo alla luce dell’acquisizione. L’ipotesi è di destinare circa 500 mq ad uno spazio di incontro culturale intergenerazionale, musicale, conviviale, che possa essere una attrattiva non solo per Felina ma a livello del comprensorio, un luogo che oggi manca e che si innesterebbe sulla scia di esperienze che hanno grande successo nella nostra Provincia, come ad esempio il “Fuori Orario” di Gattatico. Rimane poi una capacità edificatoria utilizzabile diversamente, con funzioni di tipo privato che potranno essere utilizzate anche per servizi di tipo pubblico, come ad esempio la nuova sede della farmacia comunale o un poliambulatorio, per il quale ci sono pervenute richieste da parte dei medici che operano a Felina. Ma su questi ultimi aspetti la discussione è ancora aperta. Quello che ci aspettiamo è un protagonismo diretto della cittadinanza felinese, per una nuova realtà di “imprenditoria sociale” che ha nei precedenti del Parco Tegge o del Bocciodromo-centro sociale testimoni di ottimo livello.

(Fabio Bezzi, vicesindaco del Comune di Castelnovo ne' Monti)

10 COMMENTS

  1. Contrologica
    Caro Luigi, sottoscrivo le tue parole dalla prima all’ultima anche se mi rendo conto che né il tuo appello né eventuali prese di posizione dei cittadini serviranno a far cambiare idea a questi amministratori. Amministrare “contrologica” sembra essere diventato il loro credo. Vendere ciò che logica imporrebbe di non vendere; comprare ciò che logica imporrebbe di non comprare: “contrologica”, appunto. Stamattina me ne hanno detta un’altra: il canile comunale a margine dell’area artigianale della Croce! Spero che mi abbiano raccontato una balla. Io credo che tu e il tuo gruppo abbiate fatto fino in fondo il vostro dovere in questi ultimi cinque anni, ma evidentemente non è bastato. Tra poco si vota. Vogliamo unire le forze, appellandoci ai cittadini di buona volontà, per pensionare questa classe dirigente inadeguata? Batti un colpo, ti risponderanno in tanti.

    (Armido Malvolti)

  2. Comunità anestetizzata?
    “Non conosceremo mai la nostra altezza finchè non ci alzeremo”. Così scriveva il poeta. Egr. sig. Malvolti, a Castelnovo non si alzerà nessuno!!! Questa è una comunità “anestetizzata”, nel senso più largo del termine, alla partecipazione alla vita politica. Le persone preferiscono partecipare alle più svariate forme di volontariato – e questo è di per sè straordinario – ma rinunciano a partecipare a decidere il futuro della propria comunità. Quindi il sig. Bizzarri continuerà la sua “donchisciottesca” battaglia solitaria (senza nemmeno un fido Sancho Panza) per rendere più trasparente il potere locale. Buona suerte.

    (Gi.Ma.)

  3. Il nocciolo della questione
    A memoria, ed ho fatto anche qualche ricerca, è la prima volta che un’amministrazione pubblica (almeno a Castelnovo) prima valorizza un bene (cosa molto comune quando si mette mano ad uno strumento urbanistico) ma poi lo riaquista al prezzo di mercato che lo stesso ha assunto dopo la variante. Sarà che sono un passatista e non mi accorgo del nuovo che avanza, ma ad esempio una parte dell’operazione Teatro Bismantova è stata finanziata con il cambio d’uso di terreni acquisitati a modico prezzo dalle amministrazioni precedenti. Perchè il vero nocciolo della questione è l’acquisto dell’immobile dopo averne mutato destinazione d’uso.
    L'”accordo tra gentilumini” poteva essere onorato in molti modi, tra i quali l’acquisto della struttura prima del cambio di destinazione d’uso, riconoscendo alla proprietà il valore delle innovazioni apportate; e comunque mi pare, in ogni caso, che il cambio di destinazione d’uso (salvaguardando almeno uno spazio pubblico all’interno del nuovo complesso) non fosse una proposta da irriconoscenti. Dire che io sia stato tra i protagonisti della riapertura dell’Ariston mi pare francamente un’esagerazione. Di quel periodo porto ancora una fastidiosa sensazione, quella di essere semplice esecutore di decisioni prese altrove. Tante furono le occasioni di scontro, a cominciare dall’assenso della nuova Amministrazione alla costruzione del “cupolone” di via M.L. King sino alla vicenda del Teatro Bismantova, per la quale presentai le dimisioni da consigliere comunale.

    (Luigi Bizzarri)

  4. Scusate
    Forse sarò di parte, anche se penso di aver sempre dimostrato la mia libertà di pensiero e di critica. Vorrei chiedere al “commento firmato” alcune cose.
    1- Le risulta che forse mio padre abbia mai fatto l’amministratore?
    2- Le risulta che abbia mai ricoperto incarichi politici?
    Sì, ha fatto il sindacalista, ha militato in un partito, ma le chiedo: basta questo per essere definito “vecchio”? Le chiederei di firmarsi, perche è facile scrivere “commento firmato”; ci metta la faccia, cosi sappiamo con chi si parla e se la sua “uscita” è fondata o spinta dalla paura che qualcosa si possa “MUOVERE”.
    Saluti.

    (Roberto Malvolti)

  5. Comunità anestetizzata? Di certo non in letargo!
    Solo ieri sera eravamo in tanti a discutere del cambiamento. Ciascuno tutt’altro che assopito! Non era il summit di Tizio o quello di Caio; tanti coloro che, alle politiche, votano in modo differente. Molto differente! Erano tutti nella stessa sala, anche chi, solo giovedì scorso, si riuniva in sedi differenti. Solo un precedente impegno reggiano ha tenuto il sig. Armido lontano da noi. Il figlio? Con noi! Comune denominatore? La voglia di cambiamento. Solo una lista unita potrebbe giungere a questo risultato; ma la coesistenza di anime e sensibilità tanto differenti NON è affar semplice. Io, nonostante tutto, ci credo. Ritengo che però l’interesse generale debba (DOVREBBE) venire prima di quello personale. Vale più Tizio consigliere di maggioranza che Tizio candidato sindaco di una lista perdente a priori. Uno slogan che appare sui muri del paese recita: “CAMBIARE SI PUO’ CAMBIARE SI DEVE”. Frase che pronunciai al primo incontro da me organizzato alle fonti di Poiano dando il benvenuto ai parlamentari presenti. Il fatto che quello slogan sia stato fatto proprio da altri non mi ingelosisce… anzi! Per sollecitare tutti a riflettere su di una possibile azione congiunta apporterei una piccola modifica: “CAMBIARE? SI POTREBBE DAVVERO!”.

    (Umberto Gianferrari)

  6. Il nuovo che avanza
    Ho l’impressione che il mio appello abbia dato fastidio a qualcuno, qualcuno che però preferisce l’anonimato. Tranquillo (o sarebbe più giusto scrivere tranquilli?), il mio invito a Luigi non riguardava tanto me quanto i cittadini di Castelnovo in senso lato. Punto. Poiché però sono stato stuzzicato, una replica è doverosa. Credo che non siano l’età e il percorso di vita a rendere vecchia o giovane una persona, bensì ciò che fa, che dice e, se si tratta di un politico o di un pubblico amministratore, ciò che propone per il bene della collettività. Secondo me è giovane chi fa politica con spirito di servizio, è vecchio chi persegue solo logiche di potere. Dopo di che spero di incontrare al bar il signor “commento firmato” per offrirgli un caffè.

    (Armido Malvolti)

  7. Comunità anestetizzata?
    Non mi sembra giusto dire che la “comunità è anestetizzata”. Mi ricordo che quando si parlava di ristrutturazione del teatro come in altre occasioni, c’era molto interesse fra la gente, c’erano anche proposte alternative forse anche più grandiose e forse un po’ più economiche… ma si diceva che il vecchio teatro era un ricordo storico… da recuperare, per chi? Come ricordo storico, a me sembra che esternamente non assomiglia proprio a come era ai primi tempi, come logicamente anche l’interno! Perciò non ricorda un bel niente!! Bene, ormai la scelta è stata fatta, la spesa insensata pure, ci furono le dimissioni del consigliere qui presente: cosa eccezionale, questa sì che che è stata una novità, non succede tutti i giorni (non è stata contagiosa e non era mai successo!)! Ma si continuò con la sua sostituzione immediata senza curarsi minimamente se c’erano altre perplessità o il minimo pensiero di fare scelte non proprio perfette, ma guardando dritto negli occhi l’obiettivo predeterminato. Ora possiamo dire che abbiamo un gioiello, caro, ma è un gioiello in centro al paese e funziona! Però… intanto sarei curioso di sapere se le entrate degli spettatori paganti riescono a coprire le spese di gestione. Poi spesso vedo autocarri fermi in una strada stretta a senso unico che provocano un bell’intralcio alla circolazione, scaricare pesantissimi strumenti che servono negli spettacoli, su per le scale… Mi piacerebbe sentire i commenti e le imprecazioni di chi è addetto a questi lavori! Un teatro che si rispetti deve avere un ingresso adatto per scaricare comodamente gli strumenti direttamente sul palco senza scale di sorta!! Nei tempi trascorsi, in questa come in altre scelte importanti di queste amministrazioni (non certo tutte), pensavo e dicevo fra me: ma impossibile che facciano una cosa così… ci ripenseranno sicuramente! Invece…

    (Elio Bellocchi)

  8. Vecchia e nuova idea????
    Avevo sentito ventilare anche un’altra idea molto interessante sul tema: creare una specie di cinema multisala diviso nei due paesi, Castelnovo-Felina (visto anche che i multisala sono gli unici cinema che riescono a rimanere in piedi economicamente e visto anche che il teatro a Castelnovo è sempre in perdita), ovvero la stessa organizzazione che gestisce due sale, quella di Felina più per i film naturalmente (ha anche 100 posti in più di Castelnovo), a Castelnovo più per il teatro, perchè piu’ bella; in questo modo si riusciva a far visionare più film al pubblico… e perdere meno concessioni di visione!! Questa idea non è stata neanche ascoltata dall’Amministrazione, che chiaramente dopo 10 anni di lavoro al teatro non ha fatto altro che centralizzare l’offerta culturale… Ma fra Felina e Castelnovo 300 posti secondo me sono pochi… Tenendo infine conto che nonostante l’Ariston sia vecchio è comunque più comodo, l’audio e decisamente migliore ed è piu spazioso…
    Non sono felinese.

    (Commento firmato)

  9. Io sono a favore!
    Luigi Bizzarri potrebbe aver ragione quando dice che l’Ariston poteva essere acquistato prima del cambio di destinazione d’uso, ma queste sono questioni che noi normali cittadini non capiremo mai. Il punto ora è che il cinema è stato acquistato; noi a Felina abbiamo spinto perchè questo avvenisse, perchè il cinema, che non dovrà necessariamente essere impiegato come cinema, dovrà diventare un centro polivalente per i giovani di Felina e di tutta la montagna. I nostri centri stanno morendo perchè tutto viene allontanato dal centro; noi vogliamo che i centri ricomincino a vivere e non vogliamo che al posto del cinema sorga un ecomostro, come quello delle ex scuole elementari di Felina, per esempio. Pensiamo che volere a tutti i costi allontanare i giovani dal centro sia un pessimo segnale, bisogna invece imparare a convivere, i giovani imparare ad essere educati e rispettosi del prossimo e gli adulti imparare ad essere più tollleranti e a smetterla di fare sempre polemica su tutto quello che viene fatto da e per i giovani. Non voglio stare a fare polemiche sul costo o altro; il cinema doveva rimanere al Comune e così è. Il Comune lo doveva anche ai felinesi, che a differenza degli abitanti di Castelnovo tutte le cose che hanno se le sono sudate, proprio con il volontariato, mentre Castelnovo se le è sempre trovate già fatte e pagate, VEDI CINEMA, CENTRO GIOVANI, CENTRO ANZIANI, ECC. Quindi, visto che i giochi sono fatti, è inutile continuare a fare le solite discussioni che non portano mai a niente; sarebbe molto meglio collaborare insieme e trovare per l’Ariston e l’area circostante una soluzione che possa dare del valore aggiunto a Felina e a tutto il Comune.

    (Monica Belli)