Una sala gremita ha risposto all’invito delle sen. Leana Pignedoli e Albertina Soliani promotrici dell’incontro sul tema “Parmigiano Reggiano, urgenza di nuovi mercati” che si è svolto questa mattina presso la sala civica della Banca di Cavola e Sassuolo a Cavola di Toano.
Al saluto del direttore della Banca di Cavola e Sassuolo Guido Tamelli e del sindaco di Toano Michele Lombardi è seguito l’intervento di apertura della sen. Pignedoli. "L’obiettivo di questo incontro è molto chiaro – ha esordito la Pignedoli – stiamo vivendo una crisi generale che vede una stagnazione dei mercati. Non sappiamo quando la tendenza si convertirà; e nel frattempo a un mancato aumento dei prezzi di vendita vediamo il progressivo aumento dei costi di produzione". "Di fronte a questo quadro – ha proseguito l'ex sindaco di Castelnovo ne' Monti - è ora di fare delle scelte che guardino lontano. In una situazione di difficoltà del settore come quella di oggi, misure eccezionali come abbiamo visto attuare in questi mesi servono, ma vanno affiancate da un lavoro di prospettiva, che richiede un coraggio eccezionale. Bisogna conquistare mercati nuovi, ci vogliono più interlocutori, anche per aumentare la capacità contrattuale.
Ecco allora le domande da porci: la vendita diretta può aumentare? La ricerca di canali di vendita di cosa ha bisogno? L’esportazione come può essere attuata? Come si può approfittare delle risorse che l’Europa mette a disposizione? E’ arrivato il tempo di affrontare questi temi, il produttore deve diventare il protagonista anche delle fasi successive alla produzione, deve accompagnare il proprio prodotto fino al banco di vendita, fino alla tavola.
E’ poi toccato al prof. Franco Torelli, collaboratore CRPA, illustrare le potenzialità e i limiti sul mercato nazionale e le opportunità e le strategie per l’estero. "I produttori - ha commentato a conclusione del suo intervento – spesso sono molto concentrati su quello che vendono e poco su quello che il cliente compra: sono attenti al prezzo che propongono ma non alla percezione di quel prezzo da parte del compratore".
Un quadro delle esportazioni del formaggio grana negli ultimi anni è stato poi proposto dalla dott.ssa Francesca Benini, Partner Eurogroup Consulting. "I target principali di esportazione del prodotto italiano sono in particolare Germania e Stati Uniti – ha detto la Benini, aggiungendo che - accanto ad una analisi attenta dei mercati possibili è fondamentale andare all’estero in modo organizzato, bisogna creare una filiale commerciale e risolvere la nostra incapacità di fare aggregazione".
Due riflessioni: perché non cercare aggregazioni con aziende già presenti sui mercati internazionali che si muovono su altri prodotti, il vino ma non solo? Una proposta che capisco può essere anche provocatoria. E infine attenzione a valorizzare al “made in Italy”, l’elemento distintivo sul quale, con successo, puntano tutte le aziende che vanno all’estero.
Il dibattito, seguito alla presentazione delle esperienze di export di Agrizoo azienda di Alfonso Minardi che opera nell’e-commerce a Casalbaroncolo, frazione di Parma, e di Alberto Gandolfi, presidente del Consorzio Export 3p.It Export Agroalimentare di Pegognaga, ha visto tra gli altri l’intervento dell’assessore della Provincia di Reggio Emilia Roberta Rivi, del presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai, di Eros Valenti di Granterre e di Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano; oltre a presidenti di latterie e rappresentanti delle associazioni di categorie presenti in sala.
L’intervento di chiusura è stato affidato all’assessore regionale Tiberio Rabboni. "Il tema che oggi è stato proposto – ha affermato l’assessore - è una delle chiavi per uscire dal paradosso che vede un prodotto di grande qualità non essere sufficientemente valorizzato sui mercati. Sono tre le considerazioni che dal mio punto di vista sono indispensabili se vogliamo guardare al futuro con maggiore ottimismo: i caseifici devono affrontare in modo più sistematico il tema della commercializzazione e della valorizzazione commerciale del prodotto; la seconda questione è che se vogliamo che aumenti il valore alla produzione questo valore dobbiamo differenziarlo commercialmente in ragione dei suoi distinti valori: produzione, stagionatura, ecc. e guardare all’innovazione nel prodotto; la terza: tutto questo è possibile solo se c’è aggregazione tra i caseifici, questi sono i temi da affrontare se vogliamo passare dalle chiacchiere ai fatti. Come Regione stiamo lavorando sia attraverso i 38 milioni di euro a disposizione sul bando per gli impianti di trasformazione, con il Programma regionale di Sviluppo Rurale, che con la collaborazione di 14 gruppi bancari dell’Emilia-Romagna con i quali abbiamo fatto un accordo che mette in campo 200 milioni di euro in appoggio al Piano di Sviluppo Rurale".
Bene, ma mancavano le esperienze dirette dei produttori
Complimenti, molto interessante l’iniziativa. Sono emerse le problematiche del Parmigiano Reggiano. Interventi interessanti, soprattutto le due relazioni iniziali e le esperienze dirette dei produttori. Sono mancati gli interventi dei presidenti delle latterie. Loro a mio avviso devono essere i protagonisti di questa nuova fase del Parmigiano Reggiano. Ora bisogna senza indugi partire a fare qualcosa se vogliamo salvare le aziende che producono questo formaggio. Per quel che riguarda la Camera di commercio noi siamo disponibili a fare la nostra parte. Il 5 marzo abbiamo organizzato una riunione invitando le istituzioni, le associazioni di categoria, i consorzi di tutela, il Parco, la Matilde spa, i consorzi export. Lo scopo è quello di raccogliere la disponibilità da parte di tutti a lavorare su un progetto di internazionalizzazione per la promozione della nostra produzione agroalimentare e non nel mondo. Vorremmo decidere assieme ai produttori le aree interessanti per i nostri prodotti, per poi presentarci con un unico marchio che comprenda tutte le nostre produzioni e facendo convergere dentro tutte le risorse disponibili. La nostra iniziativa non vuole essere un’iniziativa in esclusiva o in contrapposizione con altre; mi sembra che la Camera di commercio possa essere il contenitore giusto per lavorare a questo progetto.
Grazie.
(Enrico Bini, presidente CCIAA di Reggio Emilia)