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Crisi Pd / “Le dimissioni di Veltroni secondo me”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Walter Veltroni non c’è stato a perpetuare il gioco al massacro. Irresponsabile da parte sua, sta dicendo qualcuno. Lucida consapevolezza, molta responsabilità condotta con stile e dignità, dico io. Certo un gesto molto tempestivo, sconosciuto alle logiche della politica da manuale ma io credo indispensabile per provocare un’adeguata reazione dentro il PD. Perché vi sia una scossa di fronte al rischio che stava correndo questo partito di impaludarsi nelle secche di sottili interdizioni interne, conflitti, sempre quelli, da anni trasbordati dai partiti precedenti, diffidenze di chi non ha mai deciso del tutto di mescolarsi in un partito unico, una casa unica, libera da pareti divisorie.

Il dopo-Veltroni è già iniziato e si sta costruendo in queste ore. I primi segnali già da sabato diranno se abbiamo colto il significato profondo del gesto di Veltroni. Se abbiamo colto il senso delle voci di tanti elettori che hanno invocato il rinnovamento di un intero gruppo dirigente, se avvertiamo il silenzio e la rassegnazione che sta dilagando. Le prossime ore diranno se in nome di tempi che non ci sono, di norme non perfezionate, avanzeremo solo proposte di traghettamenti normalizzanti. E’ ciò che temo. E allora sì credo sarà devastante, perché tutto intorno chiede partecipazione vera, discussioni vere, perché questo partito possa tenere il filo rispetto a ciò che ho sognato.

Bene la convocazione dell’assemblea dei delegati di sabato, ma che non sia per ratificare accordi già prestabiliti, che sia il luogo dove chi va lì decide e possa proporre un percorso di coinvolgimento per la nuova fase, studiare la possibilità di un congresso che è il momento più alto di democrazia di un partito. I milioni di persone che hanno creduto in un nuovo tempo della politica, in percorsi aperti alle decisioni e democratici, quel 33,4% di elettori che ci hanno investito di una grande responsabilità, non possono essere rinviati all’autunno. Quello è un programma per tempi ordinari e questo tempo non lo è.

7 COMMENTS

  1. Giusto, il nuovo che avanza…
    D’accordo con quanto affermato dalla sen. e da Bucci, però… Occorre davvero il colpo di spugna, occorre davvero davvero fare pulizia, non può essere “il nuovo” la candidatura che si legge oggi sui giornali di Parisi o le candidature di Bersani o altri che ormai, fra incarichi, legislature ed altro, sono diventati parte della tappezzeria del palazzo. Nessuno dell’attuale classe dirigente del PD, da quando è stato creato il nuovo partito, ha davvero per un momento creduto in questo grande progetto politico. La controprova? Basta guardare la spartizione ancora in nome delle vecchie appartenenze, o, peggio, delle correnti nuove, di candidature varie, sindaci, assessori, consiglieri provinciali, presidenti di provincia, deputati, senatori e su crescendo. Allora se si vuole davvero dare gambe al progetto politico del PD occorre che questi signori facciano tutti un passo indietro. Avanti davvero le nuove leve. Si faccia un atto di coraggio e di investimento su chi non è ancora impastato in partiti e correnti ma che crede davvero all’idea di partito unico che il PD proponeva e si rende disponibile ad impegnarsi. E per favore niente cariatidi della politica. Occorre una classe dirigente nuova e ringiovanita profondamente. Solo così si può, a parere naturalmente dello scrivente, proporsi per guidare un cambiamento. Altrimenti, spiace dirlo, sono più credibili il presidente del Consiglio e il centrodestra.

    (mb)

  2. Veltroni? Come un agnello di fronte ad uno scorpione
    Veltroni è un ottimo politico, educato ed etico, quindi purtroppo non adatto a questa situazione. Non si può mettere un agnello contro uno scorpione protetto dallo scudocrociato, c’è troppa disparità… Ora il PD ha un grande problema, si deve distaccare e differenziare dalla politica del PDL, deve smettere di fare cartello insieme alla destra (vedi la spartizione dei posti in Rai), altrimenti Di Pietro in due anni si fagociterà la metà del partito… e farà bene!!! Il PD ha perso consensi solo ed esclusivamente perchè non si smuove dalle vecchie politiche, non innova… Ma certo, D’Alema, Violante, Fassino… che cosa che innovino se non leggi per sfuggire alla stessa legge???? Parlano sempre delle stesse cose senza dire mai nulla (vedi il discorso di D’Alema su Veltroni). Non è veltroni che ha fatto perdere consensi al PD, sono questi vecchi vertici… Ormai le informazioni cominciano a girare… Ormai c’è solo l’onesta come bandiera. D’alema, se vuoi bene al tuo partito vai a casa…!!! E portati via tanti amici condannati…

    (Commento firmato)

  3. Cencelli insegna ancora
    Le dimissioni di Veltroni, per una serie di motivi facili da comprendere, non sono una buona notizia nè per la destra (che perde un interlocutore moderato) nè per la sinistra (che rischia di frantumarsi o di deviare verso gli estremi). Un’unica nota: la senatrice scrive che Veltroni è sconosciuto alle logiche della politica da manuale. Il suo ultimo atto (la nomina dei consiglieri Rai in quota Pd) dimostra l’esatto contrario: un consigliere Veltroni lo ha assegnato a un ex Margherita e uno a un ex Ds. Niente al ribelle di Pietro.
    Cencelli insegna ancora. Eppure Veltroni resta una delle anime più nobili che il dopo Prodi poteva esprimere. Ma le logiche della gerontocrazia (il potere dei vecchi… ) e alcuni eccessi verbali su cui Veltroni non ha fatto mea culpa (comunicativamente non giova mai attaccare veementemente l’avversario, pur che siano condivisibili le motivazioni) hanno segnato la fine del leader voluto dal popolo Pd.

    (Fulminant La Penna)


  4. Non faccio politica, non ne sarei capace e ammiro chi la sa fare e ci si impegna con vero spirito di servizio. Perché la politica è un lavoro, ma è (cioè: dovrebbe essere) un lavoro al servizio del bene comune. “Ministro”, come per i religiosi, i ministri del culto, viene da “minus stare”, stare sotto, essere al servizio. La politica è indispensabile, non c’è bisogno di scomodare Machiavelli che ne fece una scienza, ma ricordare Thomas Hobbes sì: “La condizione naturale degli uomini, precedente al loro aggregarsi in uno stato, era quella di guerra”, la guerra di tutti contro tutti (bellum omnium contra omnes). Lo “stato di natura”, appunto, quello a cui ci ha strappato il moderno stato di diritto. Ora, compito dei nostri politici sarebbe anche quello di preservare e migliorare codesto stato di diritto, oltre a preservare e migliorare le condizioni sociali ed economiche di una nazione. Bene: l’alleanza indiscussa della politica, di destra e di sinistra, con i potentati economici ha finito per sacrificare i bisogni e i diritti dei cittadini a quelli dei potentati stessi e ha dato il via alla distruzione dello stato di diritto, che è solo di inciampo a questi ultimi. Ci sta riportando in uno stato di guerra permanente, poveri contro poveri, senza senso del bene comune, senza senso della giustizia, senza senso dello Stato. Il mio è un commento da “fuori”, da semplice cittadina disorientata che vede, da una parte, aumentare la disinformazione, l’ignoranza, il populismo più becero, le reazioni di pancia, violente e insensate, e dall’altra la distruzione, in pochi anni, di quelli che erano stati i due più grandi partiti d’Italia, a cui è stato sostituito il vuoto. Mi chiedo: la responsabilità e dei cittadini o delle classi dirigenti? E’ nostra o delle leggi elettorali che ci hanno “costretti” a votare in un certo modo?
    Su Veltroni due riflessioni, sempre da “esterna”: non fu Veltroni, ancora nel PCI, a fare gli accordi per le tv di Berlusconi? Nel Comune di Roma, da quel che mi dicono amici romani, Veltroni non ha forse permesso la speculazione edilizia dei vari costruttori senza che il Comune pensasse a creare opere di urbanizzazione, così che ora periferie di Roma sono quello che sono? E la campagna per il voto utile che ha cancellato dal Parlamento la sinistra radicale? A chi è stata utile, alla fine? Perché ha lasciato Roma chiamando Rutelli, candidato che i romani non volevano? C’è gente che mi ha confessato che, pur di non votare lui (e nemmeno Alemanno), ha votato scheda bianca o è stato a casa. E non si tratta di “borgatari”. E poi: nel Pd è stato preso rusco e brusco, dalla Binetti (!!!!) alla destra dei radicali (!!!!). Va bene, Veltroni ha perso Roma, il Trentino, l’Abruzzo, la Sardegna, ma ha anche votato la legge europea e la legge federalista con Berlusconi. E dove è finito il referendum contro la riforma Gelmini? La cosa che ho trovato sconcertante, però, è la frase del suo discorso d’addio: “Non occorre essere giustizialisti e fare antiberlusconismo”. E’ giustizialismo volere che la legge sia uguale per tutti? In quanto all’antiberlusconismo, lo si fa combattendo l’intero apparato che ha generato il berlusconismo, come hanno fatto i democratici negli Usa con Bush, non cercando di essere alternativi a Berlusconi usando i suoi stessi metodi, cercando di somigliargli e poi, semplicemente, denigrandolo come una macchietta. Ultima riflessione, sempre da semplice cittadina sconcertata, demotivata e preoccupata, e vorrei che fosse critica costruttiva, come quando si critica, con amore, un genitore che sbaglia: il Pd si è chiesto se perde le elezioni regionali (o provinciali, o comunali) anche per come i cittadini vivono sul territorio il rapporto con gli amministratori? Perché un piccolo sgarbo, una piccola ingiustizia vissuta a livello personale, o a livello di gruppi, di paesi, sommati ad altri sgarbi, ingiustizie, silenzi, indifferenze ai bisogni, arroganze, fanno una valanga. E ai cittadini non interessa se la valanga è di destra o di sinistra. Semplicemente non la vogliono più. Mi firmo, non per mania di protagonismo, non so che farmene, ma per rispetto a Leana che è una nostra rappresentante in Parlamento ed è lì per voto democratico. Sperando che la nostra democrazia abbia uno scatto d’orgoglio e riprenda a camminare per il bene di tutti.

    (Normanna Albertini)

  5. Brava Normanna
    Brava Normanna. Hai illustrato molto bene gli umori della gente in generale; posso confermare che tutto ciò si sente dire molto spesso nelle varie discussioni fra le persone. Chiedo gentilmente alla regìa se si potesse dare un voto da parte dei lettori ai singoli commenti: il mio su questo sarebbe molto alto! Hai iniziato con “ammiro chi la sa fare (la politica) con vero spirito di servizio” ed anche “un lavoro al servizio del bene comune”… in ogni schieramento, grande! Approvo, ma purtroppo succede che in assenza completa di ideologie e con quest’informazione malridotta che abbiamo è molto difficile per noi (per me) distinguere e fare seriamente le scelte giuste ed è difficilissimo votare un nostro rappresentante che veramente ci rappresenti senza cadere nella tentazione di dirottare il nostro voto verso il più noto, il più autopubblicizzato, il più dirompente, il più… il più…, che poi ringraziando dei voti ricevuti fa solamente e “democraticamente” i fatti (interessi) suoi e degli amici!!! Questo a tutti i livelli di responsabilità politica. Dico questo da ultra-disorientato pure io. E per di più, sempre “democraticamente”, ci hanno tolto anche le preferenze!

    (Elio Bellocchi)