FELINA (14 febbraio 2009) - E brava Ameya Gabriella Canovi, insegnante e dottoressa in psicologia.
La nostra collaboratrice felinese de “Il Mondo dentro”, dopo una tesi fatta sulle nuove dipendenze correlate alla dipendenza affettiva è diventata curatrice del blog http://amoredipendente.splinder.com , forte di 150 visite al giorno, ha attirato le attenzioni dei media.
Recentemente è stata intervistata dal settimanale femminile, a distribuzione nazionale nelle edicole, “Confidenze”, da Shamiran Zadnich, e proprio nel numero di San Valentino. Il tema, è quello in cui la nostra esperta e studiosa , specializzanda in Psicologia Clinica sta conducendo ricerche per l’università di Parma: le dipendenze affettive. “Un disagio esistenziale – spiega la nostra collaboratrice – sottovalutato, che può sfociare in vera patologia al pari di altre dipendenze, come quello da sostanze, da shopping compulsivo, dal lavoro, dal sesso, da Internet e tutte le New Addictions, le nuove dipendenze, non ancora riconosciute come patologie vere e proprie, ma altrettanto invalidanti per l’individuo, e vorticosamente in aumento se vi annoveriamo anche i disturbi alimentari che hanno una radice affettiva ”.
“L’individuo crede di soffrire per amore... Ma quando è proprio vero? – scrive Ameya sul blog- Talvolta ci ritroviamo a credere di amare, ma invece dipendiamo soltanto: l’altro diviene una droga, ma in realtà la persona non sa stare con se stessa e si aggrappa all’altro, a cui viene chiesto tutto...”
IL CASO DI ARIEL, INNAMORATA DI UN UOMO SPOSATO
Nella ultima schermata del suo blog, poi, il caso di una lettrice, Ariel. Che scrive e si confida.
"Ciao Ameya.. cercavo approfondimenti sulla terapia di coppia, e il motore di ricerca mi ha aperto anche la tua pagina. In realtà mi imbarazza un pò la situazione, perché io sono quella che si potrebbe definire"terzo incomodo". Da circa tre anni ho una storia con un uomo sposato.
Non mi definirei una vera e propria amante, perché la nostra storia é stata sempre incostante... lui mi cercava poi diceva di voler salvare il suo matrimonio, poi tornava... un inferno... una delle cose più brutte e che la relazione é iniziata quando sua moglie era in attesa della loro prima figlia, e ha scoperto subito dopo il tradimento... non ti racconto tutto perché sarei lunghissima... il fatto é che nell'ultimo periodo lui sembrava essersi avvicinato molto a me, ha temuto di perdermi per un possibile 3° incomodo tra noi... poi da una settimana ha deciso di non vedermi più, sua moglie gli ha chiesto di intraprendere la terapia di coppia e lui si sta impegnando a fondo. Continuo a cercare per avere risposte alle mie domande, capire se io per tutto questo tempo sono stata solo uno svago, un’avventura, anche quando diceva di aver paura di perdermi, e pur sapendo quanto io lo ami. Mi arrampico sugli specchi continuando a ripetermi che uno psicologo non può risolvere la crisi di un matrimonio, che se lui non ha più attrazione per sua moglie e non fa l'amore con lei da mesi non può essere un dottore a risolvere la situazione, ma una paura indescrivibile di dover rinunciare a lui, di perderlo per sempre, e di soffrire da impazzire... non riesco neppure più a parlarne con le amiche, e così mi confido con persone di cui non so altro che il nome, come te... ma spero di trovare qualcuno che possa aiutarmi, che magari sappia dirmi se queste terapie sono efficaci e se devo prepararmi al peggio... alle volte vorrei chiamare sua moglie per dirle tutto quello che non sa, raccontarle ogni singolo dettaglio, perché mi fa impazzire che lui mi dica semplicemente che vuole salvare la sua famiglia, senza tener conto affatto dei miei sentimenti... pensa solo a se stesso, decide di non volermi più sentire e vedere e devo accettare le sue decisioni senza poter reagire in nessun modo! Sento di esplodere!!!! Scusa lo sfogo, ma vorrei tanto che qualcuno sapesse dirmi che fare o come andrà a finire, forse vorrei solo che qualcuno mi dicesse che la
terapia di coppia non servirà a tenerli uniti e che sarò io la scelta del suo futuro..."
LA ACCURATA RISPOSTA DI AMEYA
Ed ecco la risposta, dettagliata e curata, di Ameya.
“Accade di innamorarsi di una persona non libera. Un sentimento forte travolge la coppia clandestina, che spesso esperimenta momenti di struggente passione, alimentata dall’amore proibito.
Tali relazioni sono il più delle volte devastanti per entrambi i partner. La persona libera spera intensamente che l’altro lasci la famiglia, aspetta, si dà con generosità , si fa da parte, fugge, minaccia e ritorna, aspettando sempre che la relazione possa diventare ufficiale. La persona impegnata si sente divisa, dilaniata dai sensi di colpa, in bilico tra lasciare il vecchio nucleo e formarne uno nuovo. Ma tale decisione raramente avviene. Molto più spesso il triangolo persiste, anche per molto tempo. Il copione più frequente vede un lui sposato con prole e una ragazza più giovane che si innamora perdutamente. All’inizio la forza dell’amore promette un lieto fine, che col passare del tempo si trasforma in un inferno, sovente emerge una vera e propria dipendenza affettiva. A quel punto la persona che attende vive in una continua speranza delusa che lui lascerà l’altra e finalmente vivranno felici e contenti. Ci sono in queste modalità relazionali delle costanti che cercherò di elencare, riassunte di seguito e che si possono facilmente rintracciare nella lettera pubblicata in seguito:
• Il dolore è atroce, proporzionale al grado di dipendenza
• La persona parla solo di lui, appare non avere una sua identità se non in funzione all’altro
• C’è un senso di urgenza, di emergenza simile al drogato che freme se non può avere la sua sostanza
• Si percepisce un senso di pretesa irrazionale e infantile, “lo voglio a tutti i costi”
• Ciò che sente l’altro in verità non conta molto, conta ciò che si sente e il proprio dolore, tuttavia si spergiura di amare l’altro
• La persona dipendente sostiene di avere dato a dismisura, e diventa vittima nell’esporre quanto ha dato, ma ciò che non si chiede mai è ciò che l’altro volesse davvero
• Sono evidenti cognizioni distorte (Beck, 1999), idee irrazionali su di sé e sul mondo
• Si ingaggia con l'altro una lotta per il potere nella relazione che non ha nulla a che vedere con l'amore ma ricorda vere e proprie strategie belliche
• La persona dipendente non ha presente i propri confini né quelli dell'altro, non rispetta le decisioni dell'altro e cerca a tutti i costi di "vincere", richiamando il concetto della mitologia greca di HYBRIS, l'ingenua convinzione di poter sfidare gli dei se solo...
• Manca un senso di completezza e di autostima, per cui la persona non riesce nemmeno a contemplare la propria vita senza l’altro, e nell’eloquio aleggia un senso di catastrofe incombente
• Si chiede all'altro il proprio valore: "se lui c'è allora conto , se lui non c'è io non valgo , non esisto, non ho potere"
• Il dipendente affettivo ragiona in termini deficitari, vede sempre la parte mancante, raramente riconosce ciò che ha ricevuto e non è mai sazio
• La cecità e l'ingratitudine sono costanti
• Si ricercano continuamente rassicurazioni dall'esterno, e ricette già pronte e confezionate per la risoluzione del "suo" problema. La responsabilità per se stessi non esiste, si chiede sempre all'altro, all'esterno
• La persona appare incapace di accettare un rifiuto, un abbandono, e di elaborare il lutto della separazione”.
(Tratto dal seguitissimo blog "amore dipendente" di Ameya Gabriella Canovi)
(G.A.)