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Valanghe sul Cusna, l’allerta del Corpo Forestale del Parco

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VILLA MINOZZO (13 febbraio 2009) – Fine di gennaio 2009: il sopralluogo e le immagini del Comando del Corpo Forestale dello Stato presso il Parco Nazionale documentano la forza distruttrice di una valanga al Passone sul Cusna: cumuli di neve, piante divelte, una colata di bianca là dove prima c’era il marrone del bosco.
“Una notizia che sarebbe passata inosservata se non in caso di emergenza – spiega Natascia Zambonini, coordinatrice del progetto Neve Natura che sta portando per sei settimane gli studenti delle scuole a calpestare e studiare proprio le terre del Parco – ma anche un fatto che ci consente di dare prova certa agli studenti di come approcciarsi alla montagna”.

Pericolo per gli settanta studenti che state ospitando?
“Assolutamente no – risponde la Zambonini – al contrario i trenta allievi della Filippo Re, e la quarantina di allievi dell’Istituto Comprensivo di Villa Minozzo (per la prima volta una scuola media partecipa a Neve Natura) apprendono in completa sicurezza come vivere la montagna. Sia con lo sport, ma anche scoprendo questi luoghi per la cultura. Da non trascurare la lezione con l’Unità cinofila del Soccorso Alpino Emilia Romagna coordinata da Stefano Rossi che, a Pianvallese, ha tenuto una dimostrazione pratica del recupero di una persona sotto la neve”.

“Il pericolo per chi sale in questi giorni in montagna – spiegano dal Corpo Forestale dello Stato presso il Parco Nazionale – è quello delle valanghe che, pur in diminuzione, sulle cime del Cusna a gennaio hanno già lasciato il segno, come nelle zone di fuoripista denominate Passone e Passo di Vallestrina”.
“Alcune valanghe superficiali - asserisce il servizio di Meteomont del C.F.S. - avevano interessato le zone a valle dei crinali, nelle zone di accumulo irregolare poste subito sotto le grandi cornici di neve ben visibili anche dalle aree sciistiche di Febbio e Pianvallese”.

Il bollettino Meteomont diramato dal C.F.S. per il mese di febbraio denota una riduzione del pericolo da “Marcato 3 in aumento” (a causa delle copiose piogge), a “Marcato 3 stazionario” grazie all’irrigidimento delle temperature ed al conseguente assestamento del manto nevoso. “In questo modo il manto nevoso, ancorché non abbia ancora subito lungo tutto il profilo una sostanziale azione di rigelo, può comunque assestarsi. Attenzione al vento in quota segnalato nella parte occidentale, capace di produrre effetti determinanti nel comprensorio di Villa Minozzo (RE) con la formazione di accumuli e cornici sui versanti settentrionali”.

Per il turismo sciistico che si proietterà sul nostro Appennino nel fine settimana, l’obbligo del rispetto delle avvertenze fornite dal C.F.S. agli sciatori non esperti che solcheranno le nostre piste. “Il distacco delle valanghe è ancora possibile con un debole sovraccarico, equivalente al peso di una persona, anche se viene valutato in diminuzione. Le attività escursionistiche e scialpinistiche alle alte quote, devono essere limitate ad itinerari sicuri e protetti a causa del moderato assestamento del manto nevoso. Possibili i percorsi sotto il limite degli alberi, che vanno effettuati comunque avendo al seguito la basilare attrezzatura per l’autosoccorso Arva, pala e sonda”.

‘Che tempo che fa’ nel Parco?
“Il fine settimana si prospetta generalmente soleggiato con qualche nube in più di passaggio sul crinale e freddo in ulteriore accentuazione anche durante il giorno – spiega il meteorologo Devis Bedini, di Meteonemonti -. In alto Appennino di primo mattino e la notte si potranno anche toccare i -12°C o -15°C! di giorno sotto zero dai 1200 m in su”.

Quindi, sciatori allerta, ma pronti a solcare le “vie innevate” del nostro Parco nazionale godendo del sole e delle tipicità eccellenti del territorio: una tintarella anticipata ed un sano relax possono essere fonte rigeneratrice per il corpo e per lo spirito…

(Gabriele Arlotti)