La presidente della Comunità montana dell'Appennino reggiano, Nilde Montemerli, con l’assessore all’agricoltura, Afro Rinaldi, ha incontrato a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, per una attenta valutazione della incidenza delle nuove regole del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2007/13 sull'agricoltura della montagna reggiana rispetto alla precedente programmazione 2000/06, a seguito dell'approvazione delle prime due graduatorie del bando su investimenti e inserimento giovani e della graduatoria sui premi agroambientali.
Si è fatto presente a Rabboni che la suddivisione dei fondi per “territori provinciali”, con conseguenti “graduatorie uniche”, ha inevitabilmente messo in concorrenza le aree forti di pianura con le svantaggiate di montagna (mentre nel passato le risorse erano suddivise tra Province e Comunità Montane) ed i correttivi comunque previsti per dare delle priorità all’Appennino si sono rivelati allo stato dei fatti poco efficaci.
L’agricoltura della montagna reggiana, basata sulla produzione del Parmigiano-Reggiano, che sta scontando da troppo tempo un pesante trend negativo di mercato, ha ancora bisogno di investimenti e di forze giovani da inserire nel lavoro, ma non può certamente competere per dimensioni e “numeri” con quella della pianura.
Da ciò l'esclusione delle tante domande degli agricoltori di montagna, anche giovani, che, dopo gli sforzi compiuti negli anni dal 1994 al 2006, utilizzando anche i contributi europei e regionali, per ammodernare le aziende, avrebbero ancora bisogno di poter accedere agli aiuti per poter consolidare le attività.
Sul versante agroambientale, soprattutto riguardo ai premi per il “biologico”, la priorità assoluta alle zone “vulnerabili alla direttiva nitrati”, che in provincia interessano i terreni agricoli di alta pianura e prima collina, ha fatto sì che le aziende di tale area siano risultate prioritarie. Analoga priorità assoluta era pure riservata alle zone Parco, SIC, ZPS presenti per lo più in montagna, ma essendo queste collocate sulle cime dei monti o in ristretti orridi e vallate (dove di norma non ci sono terreni agricoli) tale priorità è entrata in gioco in pochi casi.
Sulla base di quanto esposto (analogo tra l’altro a quanto in generale riscontrato nelle altre “montagne” emiliano romagnole) l’assessore Rabboni ha assicurato l’impegno della Regione per far sì che le priorità politiche del PSR (competitività e montagna) siano rispettate nei prossimi bandi, eliminando quelle storture ed incongruenze che hanno finora penalizzato la montagna e non escludendo, nella revisione del Piano con la Unione Europea prevista nel 2010, un ritorno a fondi “separati” tra pianura e montagna.
L’assessore ha inoltre assicurato che nel frattempo si stanno ricercando risorse da riversare sulle graduatorie già approvate per le aziende ammesse, ma non finanziate per mancanza di fondi sulle Misure agroambientali.
E’ notizia di questi ultimi giorni che, sulla base di nuovi fondi europei destinati allo “sviluppo rurale”, a seguito della verifica dello “stato di salute” della PAC (Politica Agricola Comunitaria), la Giunta regionale approverà la prossima settimana l’assegnazione di tali fondi alle aziende ammesse, ma non finanziate.
Riguardo agli investimenti, oltre a possibili risorse aggiuntive, saranno date le necessarie priorità alle imprese montane sui prossimi “progetti di filiera” gestiti, con cospicue risorse, a livello regionale, così come avvenuto riguardo al Bando 2008 sugli impianti di trasformazione, che ha visto tutte le 5 domande presentate dalle latterie della nostra montagna finanziate, essendosi collocate ai primi posti della graduatoria unica regionale.