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“Ecco il mio Augusto, che non celebrava le ricorrenze, ma ricordava San Valentino”. “Amava l’Appennino, e a Cervarolo di Villa Minozzo accadde… ”

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CARPINETI (5 febbraio 2009) – Sabato 7 gennaio, a Carpineti, al Palamatilde intoneranno le immortali canzoni dei Nomadi i Ma Noi No, cover band ufficiale, con Paolo Montanari (di Novellara) alla voce accompagnato da Cristian Rotondella (Reggio Emilia), batterista, Morris Codenotti (Brescia), alle tastiere e fisarmonica, Jimmy Scaffardi (Parma), al basso, e Daniele Mammi (Reggio Emilia), alle chitarre. Per loro una fan d’eccezione Rosy Fantuzzi, per 23 bellissimi anni compagna di Augusto Daolio, voce indimenticata dei Nomadi, colui che ha immortalato nel firmamento della musica brani come “Io Vagabondo” o “Canzone per un’amica”. Rosy, dalla sua casa museo di Novellara non ha mai dimenticato quell’anno horribilis che le ha strappato il compagno di una vita.
E, gentile e ora avvezza a essere lei in prima persona a gestire l’affetto degli amici e dei fan, porta ancora nel cuore una delle voci più belle del panorama musicale italiano: Augusto Daolio, cantante, pittore, poeta, compagno. Ora Daolio vive in lei con un’associazione dal nome emblematico “Augusto per la vita”.

“Con Federica del Comune di Carpineti – spiega Rosy che ci concede questa lunga e inedita intervista - ci siamo incontrati lo scorso autunno in occasione del concerto dei Terra Madre di Gigi Cavalli Cocchi, Vittorio Bonetti, Flaco Biondini. Ogni anno devolvono in beneficenza l’utile di questa meravigliosa manifestazione di Mongolfiere innamorate. Hanno accolto ben volentieri la nostra iniziativa e quest’anno sosterranno la nostra associazione”.

“Il giorno del funerale i fan lasciarono 20 milioni. Ci consigliò Veronesi su cosa farne”

Quali iniziative?
“Stiamo portando avanti due progetti importanti di ricerca, una borsa di studio quadriennale a Candiolo, presso la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro (quattro donazioni, una per anno di 18.300 euro l’una) e a Meldola (Forlì Cesena) dove si trova l’Irst (Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori). Il 19 gennaio abbiamo consegnato già la prima delle due donazioni di 25.000 euro l’una, per la ricerca e lo sviluppo di una rete di farmacovigilanza e comunicazione sui farmaci impiegati a domicilio dai pazienti oncologici. I proventi delle mostre di pittura di Augusto, le iniziative dei Nomadi fan club, sommati alle semplici offerte fatte da privati che credono in noi, ci hanno permesso di raggiungere, da quando siamo partiti, un ammontare di 500.353 euro di donazioni”.

Da dove è partita Augusto per la Vita?
“Il 9 ottobre del 1992 fu il giorno del funerale di Augusto. Lì, naturalmente, nessuno avrebbe mai pensato di chiedere i soldi. Ma, accadde che tantissime persone – al funerale si parlò di più di 20.000 partecipanti ndr – lasciarono denaro nell’urna per i biglietti. Alla fine trovammo 20 milioni. Cosa farne? Con Beppe Carletti – il tastierista fondatore dei Nomadi assieme ad Augusto nel 1963 – ci rivolgemmo al professore Umberto Veronesi. Visto che Augusto, ancora giovane, fu portato via da un tumore ci suggerì di devolvere quella somma a un giovane medico meritevole, tramite una borsa di studio. Andò così: e oggi chi ha avuto un tumore al seno, in Italia e in Europa, in alcuni casi nei 5 anni successivi utilizza un farmaco, il Tamoxifen, che controlla le cellule. Fu sperimentato proprio anche grazie a quelle risorse: fra il 93 e il 94 donammo 70 milioni di lire. Lo utilizza una mia amica di Copenaghen o la moglie di un amico musicista che mi esprime sempre riconoscenza”.
“Siamo anche noi grati a Rosy per quanto sta facendo e per quanto porta nel mondo il nome di Augusto Daolio anche con queste iniziative” dicono di lei i Ma Noi No, la band di emiliano lombarda che canta le sue canzoni e il 14 e il 15 febbraio aprirà i concerti dei Nomadi nel raduno nazionale di Novellara.

“I Ma Noi No hanno una loro strada: Augusto sarebbe orgoglioso di loro”

Un affetto ricambiato…
“Sì – riprende Rosy – i Ma Noi No hanno la voce di Paolo Montanari, di San Bernardino di Novellara. Lo ho visto crescere, lo ricordo ai concerti di Augusto ne è sempre stato appassionato ed è riuscito, con gli altri ragazzi, a farne qualcosa di suo. Ma i Ma Noi No hanno fatto qualcosa di diverso”.
Cioè?
“Tante volte mi capita di ascoltare cantanti che imitano Augusto, talvolta con pessimi risultati, in ogni caso sempre impersonali. Ho visto di tutto in questi anni. Ma al di là della canzone ci sono dei sentimenti e i fan che si sono avvicinati ai Ma Noi No perché sono molto vicini allo stile di Augusto, a come lui interpretava la musica. Si stanno facendo un loro pubblico e una loro strada, proprio come successe con i Nomadi”.
Cosa ne pensa?
“Chi non sarebbe contento di tutto questo? Il loro maestro su questo è stato Augusto: hanno preso le cose più positive e le hanno fatte proprie. Ma hanno saputo imparare dai propri idoli, sapendoci mettere del loro. Non sono solo una cover band, c’è il cuore e i sentimenti nelle loro canzoni. Come negli inediti che stanno proponendo”.
Quindi?
“Augusto sarebbe orgoglioso di loro”.
Ma Augusto, che saliva su un palco anche più di duecento volte l’anno, chi ascoltava?
“Bob Dylan, i Beatles, Tanita Tikaram, tantissimi altri. Cercava di documentarsi, per poi andare nella sua strada. Tra gli italiani amava moltissimo la Mannoia. Gli ultimi mesi di vita guidavo sempre io, e, in auto, ascoltava moltissimo i “Treni a vapore” e diceva ‘è l’unica cantate italiana con cui farei volentieri un duetto’”.
La Mannoia sapeva di questa stima?
“No, ma la ho incontrata al Tecno qualche anno fa e mi ha detto ‘non immagini che piacere mi fa sapere ora questo’. E poco dopo ha inserito la canzone Dio è Morto in un suo album. Chissà, il prossimo incontro le chiederò se è stato un suo omaggio ad Augusto”.

“Il mio regalo ad Augusto, la libertà. E la sua eredità che vive ancora oggi nei fan”

Augusto e le donne: lei come lo conobbe?
“Al Corallo a Scandiano, c’era un’esibizione di gruppi musicali. Ed erano già famosi tra i gruppi. Me lo ha presentato un amico comune. E nel 1969 è iniziata la nostra storia, durata sino al 1992”.
Una vita di fianco a un’artista: anni che ripercorrerebbe tutti?
“Li rifarei tutti di un fiato. Così, senza vincoli, come il matrimonio”.
Come era la vostra storia?
“Una storia con alti e bassi come in tutte le coppie. Sarebbe assurdo dire che è sempre andato tutto bene. Era uno spirito libero e per questo il regalo più bello che gli ho fatto è stato quello della libertà. Ma ogni istante trascorso insieme c’è stato perché lo abbiamo fortemente voluto”.
E lui come la ha ricambiata?
“Con la nostra storia. E’ per questo non ci siamo mai lasciati”.
L’eredità più bella?
“I ricordi e avere appreso da lui l’importanza del rispetto per quello che ti circonda e la curiosità per il mondo. Penso ai tanti viaggi, una cosa meravigliosa. Ma sicuramente prima di tutto l’affetto della gente che in me rivede Augusto. E ora che sono sola mi aiuta. L’affetto della gente mi riempie questo vuoto”.
Augusto e San Valentino?
“Non amava molto le ricorrenze. Anche se poi saltava sempre fuori con i regali”.
Ad esempio?
“Ricordo un giorno del 1992. Era già morto Dante Pergreffi – il giovane bassista dei Nomadi di Fabbrico, scomparso in un incidente stradale - e lui era andato molto in crisi. Poi arrivò Elisa, la nuova bassista. Il primo giorno che si trovò con i Nomadi alle prove, le portò dei fiori. E tornando a casa mi regalò un fiore anche a me e mi disse ‘scusami Rosy, ma mi rendo conto che forse ti ho regalato sempre pochi fiori’, anche se non era vero. In questi momenti era adorabile”.
I lati più spigolosi?
“Era un artista. Un testardo, anche nel senso buono. Capace di chiudersi nel silenzio anche per un giorno se si sentiva colpito. Diventava un muro impenetrabile”.

“I boschi erano l’unico luogo dove riusciva a non fumare”

Augusto e la montagna.
Amava moltissimo il nostro Appennino. Ci fu un periodo in cui spiegava che la Pietra di Bismantova, per lui, era un grande cavallo sepolto con uno zoccolo che sporgeva fuori dal terreno. La vedeva così. Era legato ad alcuni luoghi della montagna. Poi era anche un uomo di mare. Era entusiasta della vita. Ma nel bosco trovava luoghi che lo inebriavano. Come a San Vito di Cadore. I boschi erano l’unico contesto dove riusciva a non fumare. E per lui non era poco”.
E ai giovani che fumano, Rosy cosa si sente di dire?
“Il fumo era la droga di Augusto. Era più forte di lui. Ma ai giovani dico di non lasciare prendere il sopravvento al tabacco. Per maturare, per sentirsi grandi, serve qualcosa di diverso dal fumo”
Musica: un giorno d’inverno i Nomadi suonarono a Cervarolo…
“Esatto. E quella sera lì nevicò tantissimo. Non si poteva rientrare né c’erano alberghi. Fummo ospitati in un’abitazione privata, come accadeva in alta montagna, nella casa di una signora anziana che, però, esigette di separare gli uomini dalle donne, visto che non eravamo sposati”.
Con chi dormì?
“Io con Luciana, la fidanzata di Umby, il bassista dell’epoca, che dormì con Augusto. Ricordo il freddo glaciale, il ritratto del santo sul letto messo inclinato con una corda, le mele messe a conservare sull’armadio e la vecchietta che quando andavamo al bagno controllava che non ci scambiassimo le camere. Fu l’unica volta che non dormii con Augusto!”
Rosy e i Nomadi di adesso.
“Oltre l’affetto per Beppe trovo che il cantate, Danilo, sia davvero speciale. Lo è con la gente e con il suo pubblico. Ha un grande dono, la comunicazione e non scimmiotta Augusto”.

AUGUSTO PER LA VITA
“Chiediamo di essere informati sugli esiti delle ricerche”

L’associazione Augusto per la vita si è costituita nel 1992. Ad oggi ha raccolto 500.353 euro che, negli anni, sono stati indirizzati: a Milano alla fondazione oncologica di Umberto Veronesi, a Bologna al Ramazzini e al Gruppo oncologico aree metropolitane del Sant’Orsola, a Reggio Emilia all’Ascmad e al Prora (servizio di radioterapia oncologica) del Santa Maria, a Milano al Centro Trapianti, a Monza al San Gerardo (al reparto di ematologia pediatrica), a Foggia al Centro prevenzione tumori di San Paolo Civitate, a Padova alla Città della speranza, dove opera il centro di ricerca e cura per le leucemie infantili: 112.000 euro consegnati a questo “faro che lotta con tantissimi volontari contro questa terribile malattia”. “Con il modo di operare della nostra Associazione – spiega Rosy – il risultato si coglie dopo diversi anni. Ma poi gratifica molto, soprattutto in tempi in cui la ricerca è penalizzata. Ai ricercatori che sosteniamo esprimiamo una sola richiesta: di essere informati sui risultati delle ricerche ed essere così trasparenti e stimolati per proseguire il nostro lavoro”.

SUL CONCERTO DI SABATO A CARPINETI

Info possono essere richieste al 348-4715402 o consultando il sito dei Ma Noi No

(Gabriele Arlotti)